In prima linea: in viaggio verso l'Ucraina
VATICAN NEWS
17.00 (18 marzo)
L'incontro e il colloquio del cardinale Czerny con il primo ministro slovacco Eduard Heger. Una preghiera insieme e la foto di rito.
12.45 (18 marzo)
Il nostro inviato al confine tra Slovacchia e Ucraina Petr Vacik, descrive qui gli incontri con i profughi ucraini nella giornata di ieri, a Kosice e Dolny Smokovec, insieme al cardinale Czerny.
11.00 (18 marzo)
A Bratislava, l'incontro del cardinale Czerny con la presidente della Repubblica Slovacca, Zuzana Kaputova. Insieme hanno poi partecipato all'apertura della terza edizione della Giornate sociali cattoliche europee.
08.10 (18 marzo)
Siamo a Bratislava. Omelia del cardinale Czerny in una Celebrazione nella Chiesa di San Giovanni da Matha (la Trinità)
17.00 (17 marzo)
Viaggiando verso Bratislava, ci siamo fermati nel villaggio di Dolny Smokovec, nel Nord della Slovacchia, ai piedi dei Monti Tatra, dove una casa di esercizi spirituali è stata trasformata in un centro di accoglienza.
13.00 (17 marzo)
Immagini dal punto di prima accoglienza per i profughi dall'Ucraina allestito davanti alla stazione ferroviaria di Kosice, a circa 50 chilometri dal confine. Si prepara il pranzo in pentole giganti messe sul fuoco, per le persone che attendono di prendere pullman che li porteranno in altri punti di accoglienza.
Il cardinale Czerny visita la cattedrale di Kosice, poi incontra le autorità civili nella residenza dell'arcivescovo greco cattolico Cyril Vasil.
12.25 (17 marzo)
Il cardinale Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per lo Sviluppo integrale, si trova al confine con l'Ucraina. Queste le sue parole davanti ad un terminal di autobus a Kosice, in Slovacchia.
16:50 (16 marzo)
Il cardinale visita il centro sportivo di Uzgorod, trasformato prontamente in un centro di prima accoglienza
15:30 (16 marzo)
Il cardinale visita la cattedrale di Uzgorod, dove si prega per la pace
12:35 (16 marzo)
Il cardinal Czerny nei luoghi di prima accoglienza dei profughi ucraini. Sono tanti i bambini che fuggono dalla guerra, per loro anche giochi e bevande calde
10:33 (16 marzo)
Luca Collodi e Franco Piroli, inviati a Cracovia, hanno fatto rientro a Roma. Oltre alla città polacca, si sono recati in altri luoghi, compresa la città ucraina di Leopoli.
08:15 (16 marzo)
Il cardinale Michael Czerny in partenza per la Slovacchia con padre Petr Vacik, inviato di Radio Vaticana - Vatican News.
08.06 (16 marzo)
Partenza da Cracovia per fare rientro a Roma. Il collegamento in diretta al radiogiornale delle 08.00
14.20 (15 marzo)
Visitiamo il punto di raccolta e accoglienza per i profughi ucraini presso la stazione ferroviaria di Cracovia. All'interno della stazione Caritas Cracovia ha un punto di accoglienza aperto 24 ore su 24.
11.00 (15 marzo)
All'interno della stazione Caritas Cracovia ha un punto di accoglienza aperto 24 ore su 24.
10.00 (15 marzo)
A Cracovia, incontro dei delegati delle Misericordie d'Italia con il cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito della cità polacca e a lungo segretario particolare di san Giovanni Paolo II, nella sua residenza.
9.30 (15 marzo)
Da Cracovia a Leopoli e ritorno per portare l'aiuto delle Misericordie ai profughi ucraini e a chi è rimasto nel Paese in guerra.
18:15 (14 marzo)
Check point ucraini lungo la strada
18:00 (14 marzo)
Il ringraziamento al Papa per la sua vicinanza al popolo ucraino, espressa anche con l'invio del cardinale Krajewski, un gesto significativo per stare accanto a chi soffre e fugge. La testimonianza di monsignor Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli (Ucraina) nell'intervista rilasciata a Luca Colllodi
10:51 (14 marzo)
Padre Marcin Schmidt, in viaggio con i nostri inviati in Polonia, al confine ucraino
09:38 (14 marzo)
Arrivati alla frontiera tra Polonia e Ucraina
08:22 (14 marzo)
Due inviati di Radio Vaticana - Vatican News sono da questa notte in Polonia, al confine con l'Ucraina. In questi minuti Luca Collodi e Franco Piroli sono in viaggio dalla città di Cracovia al confine orientale del Paese.
17.19 (11 marzo)
Gli aiuti al popolo ucraino arrivano anche dalla Repubblica Ceca. Un gruppo di parrocchiani di Zlìn, nell'est del Paese, ha percorso la Slovacchia fino al confine con l'Ucraina per riportare nelle loro case un gruppo di profughi. I primi sono stati 21, tra cui sette madri, una nonna e tredici bambini.
12:12 (11 marzo)
Le foto di ieri scattate a Budapest dell'incontro del cardinale Czerny con delle profughe ucraine. Persone di età e zone diverse, ognuna con una storia drammatica alle spalle.
09:22 (11 marzo)
In partenza da Oradea - nella foto il santuario - e diretti in altre località della Romania
18:20 (10 marzo)
Oleg e Olena, due rifugiati ucraini incontrati ad Orodea e fuggiti da Odessa. Al momento hanno trovato rifugio e accoglienza in Romania
11.50 (10 marzo)
In partenza per Oradea (Romania)
10:03 (10 marzo)
Il vescovo Virgil Bercea, dell’eparchia greco-cattolica di Oradea, città di confine, ha espresso tutto il suo sostegno per i rifugiati dell’Ucraina e un invito alla preghiera.
09.27 (10 marzo)
La cappella del centro di accoglienza delle Suore della “Madre del Signore”, a Sighetu Marmatiei (Romania)
17.15 (9 marzo)
15.30 (9 marzo)
Siamo arrivati a Sighetu, al confine nord tra Romania e Ucraina
08.30 (9 marzo)
Partiamo da Siret per Sighet, nome completo Sighetu Marmatiei, seguendo il confine nord della Romania, ma molto più ad ovest. Un viaggio di quasi 270 chilometri , che percorreremo in quasi 5 ore. La città ha più di 40 mila abitanti ed è proprio sul confine con l'Ucraina.
17.20 (8 marzo)
Tra i profughi in arrivo dall'Ucraina al punto di frontiera di Siret (Romania), nel nord-est del Paese. Per loro è la sicurezza di essere nel territorio dell'Unione Europea.
16.00 (8 marzo)
Siret (Romania), visita al centro di accoglienza per i profughi dall'Ucraina gestito dalla Caritas diocesana di Iași.
15.43 (8 marzo)
Siamo arrivati a Siret, a 5 km dal confine tra Romania e Ucraina. In questi giorni qui sono arrivate dall'Ucraina quasi 90 mila persone. Visiteremo un centro di accoglienza per i profughi gestito dalla Caritas diocesana di Iași. Siret è una cittadina di poco più di 9 mila abitanti, bagnata dal fiume omonimo, che percorre 700 chilometri prima di unirsi al Danubio. E' stata anche sede diocesana cattolica, tra il 1371 e il 1434, grazie alle missioni dei Francescani prima, e poi dei Domenicani.
13.00 (8 marzo)
Superato il confine con la Moldavia, siamo in Romania, in viaggio verso Siret, sotto una copiosa nevicata. La temperatura esterna è intorno agli zero gradi. Percorreremo 170 chilometri in circa tre ore.
11.00 (8 marzo)
Siamo in fila con molte altre auto (e sicuramente molte sono di profughi dall'Ucraina) a Sculeni, alla frontiera tra Moldavia e Romania.
08.30 (8 marzo)
Lasciamo Chișinău e la Moldavia e ci trasferiamo in Romania. Anche lì andremo in un punto d'accoglienza appena oltre il confine con l'Ucraina, a Siret, nel nord est del Paese, gestito dalla Caritas Diocesana di Iași. A pochi chilometri, in Ucraina, oltre il valico di Porubne, c'è la cittadina di Terebleche.
20.00 (7 marzo)
Visita ad un centro di accoglienza della diocesi nella città di Chisinau, tanti i bambini presenti assieme alle famiglie.
18.00 (7 marzo)
I nostri inviati tra i profughi fuggiti dall'Ucraina in guerra e che hanno attraversato la frontiera con la Moldavia a Palanca. C'è chi spera di raggiungere la Germania e chi si è messo in viaggio con la madre malata, senza sapere dove potrà trovare assistenza medica.
17.30 (7 marzo)
Il cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio, questa mattina in una palestra di Dorohusk, villaggio polacco di frontiera vicino a Lublino, ad un chilometro dal confine con l'Ucraina, ha incontrato molte famiglie di profughi.
15.15 (7 marzo)
A Palanca arrivano i profughi a centinaia, dopo ore di attesa. Tra di loro donne, anziani, bambini e disabili.
12.35 (7 marzo)
I profughi dall'Ucraina arrivano a Palanca in massa e a piedi, con temperature sotto allo zero.
12.15 (7 marzo)
Arrivo a Palanca, dove il fiume Dnestr segna il confine tra Moldova e Ucraina. Siamo a poche decine di chilometri da Odessa, la grande città portuale sul Mar Nero.
11.46 (7 marzo)
"Riceviamo tanti messaggi, tante email, tante telefonate di gente che ci vuole aiutare e non sa come fare. Siamo tanti grati". Lo racconta monsignor Anton Cosa, vescovo di Chisinau. "Abbiamo la grande fortuna di avere un Papa come Francesco perché ci sta dando tanto coraggio nel cammino di una Chiesa che scende in campo presso i poveri e i bisognosi. Ci incoraggia e incoraggia anche gente di altre religioni".
08.30 (7 marzo)
Sosta nel centro di accoglienza.
08.00 (7 marzo) Partenza per il posto di confine di Palanka, in Moldavia.
07.00 (7 marzo)
“Non sappiamo adesso cosa stia succedendo in Ucraina, perché non funziona la TV, però lì è un disastro: sparano, bombardano, muoiono i bambini, muore la gente civile nelle case, perché l'artiglieria colpisce le case. È un disastro! La Moldova ci ha accolti molto bene, che Dio gli dia tanta salute, pregherò per loro tutta la vita. La gente è molto buona. Grazie a tutti coloro che ci hanno accolto così bene” (Lidia e Valentina, ucraine accolte in Romania).
11.50 (6 marzo)
Nei Carpazi. In serata, l'arrivo in Moldavia, a Chisinau, in un centro di accoglienza dove sono ospitate famiglie ucraine.
7.00 (6 marzo)
Riprende il cammino, partenza da Oradea, in Romania, destinazione Chisinau, in Moldavia. Arrivo verso le 19.
18.00 (5 marzo)
Prosegue il nostro viaggio “Ai confini della speranza”. Ora siamo in Ungheria.
7.30 (5 marzo)
Dalla rete la preghiera per accompagnare gli inviati.
6.30 (5 marzo)
Partenza dei tre inviati di Vatican News per le zone al confine con l'Ucraina. Un viaggio attraverso l'Europa centrale in un tempo in cui alla preoccupazione per un allargamento del conflitto si aggiunge l'auspicio che si arrivi ad una soluzione per far cessare il frastuono delle armi. Un viaggio per incontrare le persone e raccontarle nelle loro necessità e nei loro bisogni. L'arrivo è previsto intorno alle 22 in Romania. L'itinerario si snoda tra frontiere della speranza, sottolinea padre Adrian Dancă.
"Abbiamo scelto, come idea di questo progetto, le parole 'Alle frontiere della speranza'. Molti sono costretti ad abbandonare case, persone care, affetti, radici. All'orizzonte, però, c'è una speranza. Una speranza che, per il momento, passa attraverso le frontiere di Paesi vicini. Noi vogliamo intercettare queste loro speranze - spiega padre Adrian Dancă - e trasformarle per quanto possibile in un impegno e in un motivo di preghiera. E condividere quello che vediamo sul posto con i nostri ascoltatori per invitarli ad aprire i loro cuori anche alla preghiera per questi nostri fratelli e sorelle".
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