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Rifugiati ucraini in attesa di attraversare il confine con la Polonia a Medyka Rifugiati ucraini in attesa di attraversare il confine con la Polonia a Medyka 

La Santa Sede: tutti hanno la responsabilità morale di assistere i profughi ucraini

In tre interventi alle Nazioni Unite a Ginevra, si è ribadita l'importanza dell'accoglienza di chi fugge dall'Ucraina e dei rischi che corrono oltre sette milioni di bambini. Il dialogo è ancora possibile, ma bisogna fare presto

Michele Raviart - Città del Vaticano

“Pensiamo alla tragica sofferenza delle madri che fuggono con i loro bambini, delle famiglie che sono separate. Pensiamo ai bambini non accompagnati e agli anziani sradicati dalle loro case”. Con queste parole e con lo sguardo rivolto alla guerra in Ucraina, la missione permanente della Santa Sede a Ginevra è intervenuta all’83.ma riunione permanente dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, convocata in Svizzera per un aggiornamento della situazione in Europa.

Il ringraziamento alla Polonia e ai Paesi confinanti l'Ucraina

“La Santa Sede continua a seguire il conflitto con profonda sofferenza e grande preoccupazione”, si legge nella dichiarazione. “Papa Francesco”, si è sottolineato, “ha inviato materiale medico per aiutare la popolazione ucraina” ed “è voluto essere presente tra chi soffre in questo Paese”, incontrando i rifugiati attraverso le missioni del cardinale Krajewski, del cardinale Czerny e l’assistenza di tante organizzazioni cattoliche. La Sante Sede poi ha rinnovato la sua gratitudine ai Paesi confinanti l’Ucraina, e in particolar modo alla Polonia, “per la generosità che stanno mostrando nell’accogliere le persone in bisogno come una vera famiglia di nazioni”.

Corridoi umanitari sicuri

Inoltre, si ribadisce “l’urgente bisogno di stabilire e sostenere corridoi umanitari e passaggi sicuri”. Questo “è della massima importanza per salvare vite umane e anche per proteggere e prevenire lo sfruttamento da parte di organizzazioni criminali che possono approfittare della situazione di vulnerabilità di molti, creando ancora più vittime legate al traffico di esseri umani”.

7,5 milioni di bambini a rischio

In particolare, è stato ricordato alla discussione annuale sui diritti dei bambini della 49.ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani, l’escalation della guerra in Ucraina “pone un’immediata e sempre crescente minaccia alla vita e al benessere di almeno 7,5 milioni di bambini, molti dei quali già hanno lasciato le loro case o addirittura il proprio Paese”. La comunità internazionale ha quindi la responsabilità morale di fornire assistenza a loro e alle loro famiglie, nel breve e nel lungo termine. “È quindi assolutamente fondamentale sostenere i rifugiati che fuggono dalle zone di conflitto, anche semplificando le procedure per il ricongiungimento famigliare, in modo che tutti coloro che hanno membri della famiglia in altri Paesi possano raggiungerli facilmente e in sicurezza in modo tempestivo”.

Negoziati prima che sia troppo tardi

“La tragedia assurda dei conflitti in tutto il mondo deve essere fermata”, è stato invece sottolineato davanti al Gruppo 2022 di esperti governativi sui sistemi di armi letali autonome, di cui si sono ribadite le terribili e imprevedibili conseguenze sulla stabilità e la pace. Come è stato ricordato in conclusione della dichiarazione all’Unhcr, “La Santa Sede desidera rinnovare l'appello di Papa Francesco a rifiutare la guerra come mezzo per risolvere le controversie”. “È importante tornare ai negoziati prima che sia troppo tardi”, perché “il dialogo è ancora possibile, ma più a lungo si procrastina, maggiori saranno le perdite, soprattutto in termini di vite umane, e più aspra diventerà l'animosità e  più difficili saranno gli sforzi di riconciliazione".

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10 marzo 2022, 16:30