Statio Orbis, il mosaico di una preghiera “universale”
Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Che quella scena sia diventata un’icona della storia recente è innegabile.
E che quella preghiera così concreta, suscitata dalla crisi pandemica, sappia alleviare le inquietudini della nuova crisi causata dalla guerra nell’est Europa, senza dimenticare gli altri conflitti del pianeta, è altrettanto evidente. È come se la Statio Orbis di due anni fa continui a farsi interprete di una moltitudine di anime, ripetendo con immutata speranza quell’appello di Francesco: “Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: ‘Svegliati Signore!’”.
Diverse realtà ecclesiali hanno ripreso le immagini girate da Vatican Media la sera del 27 marzo 2020 - la solitudine densa di presenza attorno del Papa, il bacio ai piedi del Crocifisso cui la pioggia aveva regalato lacrime - rielaborandole in modi tali da superare il risultato di un prodotto semplicemente commemorativo.
Ecco di seguito una serie di queste produzioni, a cominciare dal video firmato dall’Apostolato della preghiera:
“Su questa barca… ci siamo tutti, tutti”: comincia così il video in quattro lingue (spagnolo, inglese, francese e portoghese), realizzato dal Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) e dalla Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama). Qui di seguito la versione in lingua spagnola:
Città deserte, medici con la mascherina, tamponi agli automobilisti, sirene di ambulanze, un montaggio sempre più frenetico che si blocca sulla data del 27 marzo da cui affiora, ingrandendosi, la lenta salita del Papa sul sagrato di San Pietro. Comincia così il video in cinque lingue della Digital Continent Productions di Detroit:
Ai video si aggiunge anche il montaggio fotografico curato dall’Associazione Amici di Papa Francesco, che ha lanciato la campagna #allone, giocata sulla parola “solitudine” (“alone”) trasformata in “al(I)one”, una chiamata a stringersi insieme “tutti per uno” tra le tempeste del mondo.
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