Breccia di Porta Pia, un evento che ha cambiato la storia del Papato
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Ripercorrere con certezza documentaria i complessi eventi che, più di 150 anni fa, hanno avviato il progressivo cambiamento nelle relazioni internazionali del Papato con il mondo. È questa la finalità del volume “La Breccia di Porta Pia. Raccolta di studi nel 150.mo anniversario (1870-2020)”, a cura di Francesco Anghelone, Pierantonio Piatti ed Emilio Tirone, pubblicato nella Collana “Atti e Documenti”, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana. Si tratta di una Miscellanea di studi internazionale e pluridisciplinare realizzata in occasione del 150.mo anniversario dell’episodio di Porta Pia. Il libro viene presentato questo pomeriggio, presso il Pontificio Collegio Teutonico in Vaticano. L’evento è organizzato dall’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” e dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche. La presentazione del libro si apre con i saluti di padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, del generale Fulvio Poli dello Stato maggiore dell’Esercito, e di Paolo De Nardis, presidente dell’Istituto di studi politici “S. Pio V”. Intervengono Francesco Bonini, Rettore della Libera Università Maria SS.ma Assunta (Lumsa) e Massimo De Leonardis, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. In conclusione l'intervento di Alberto Melloni, della Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII.
Un evento provvidenziale
Sugli eventi del 1870 un’analisi approfondita è quella, nel 1962, dell’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, che qualche mese dopo sarebbe stato eletto Papa col nome di Paolo VI. Inaugurando il 10 ottobre di quell’anno un ciclo di conferenze sui Concili, il cardinale pronuncia queste parole: “Parve un crollo; e per il dominio territoriale pontificio lo fu”. Riferendosi alla caduta del potere temporale avvenuto il 20 settembre 1870, il futuro Pontefice osserva che “parole concilianti ma seguite da contrari fatti severi, non valsero a rassicurare il Papato che privato, anzi sollevato, dal potere temporale, avrebbe potuto esplicare egualmente nel mondo la sua missione”. Eppure l’evento di Porta Pia si rivela provvidenziale: “La Provvidenza, ora lo vediamo bene - sottolinea l’allora arcivescovo di Milano, cardinale Giovanni Battista Montini - aveva diversamente disposto le cose, quasi drammaticamente giocando negli avvenimenti. Il Concilio Vaticano I aveva infatti da pochi giorni proclamata somma ed infallibile l’autorità spirituale di quel Papa che praticamente perdeva in quel fatale momento la sua autorità temporale… Com'è noto fu allora che il Papato riprese con inusitato vigore le sue funzioni di Maestro di vita e di testimonio del Vangelo, così da salire a tanta altezza nel governo spirituale della Chiesa e nell’irradiazione morale sul mondo, come prima non mai”. Gli eventi del 1870 hanno dunque dato inizio ad un progressivo cambiamento nelle relazioni internazionali del Papato con il mondo. Un cambiamento che, nella memoria storica della Santa Sede, si è compiuto certamente sotto l’azione della Provvidenza, come posto in rilievo nella prolusione al volume “La Breccia di Porta Pia" dal segretario di Stato il cardinale Pietro Parolin.
Un evento inevitabile
Quello del 1870 è stato un evento inevitabile. È quanto sottolinea lo storico Gianni La Bella, tra gli autori del libro “La Breccia di Porta Pia. Raccolta di studi nel 150.mo anniversario (1870-2020)”. "Il Pontefice - aggiunge - non è più il Papa re, ma la guida della Chiesa universale".
Cosa intendiamo con l’espressione “Breccia di Porta Pia” e cosa ha significato questo evento?
Il 20 settembre del 1870 le truppe piemontesi sono arrivate a Roma e hanno fatto una breccia nelle mura a Porta Pia. È un evento importante per la storia della Chiesa ma anche per quella dell’Italia.
All’epoca per molti cattolici fu un crollo. In realtà l’episodio di Porta Pia, come disse nel 1962 il futuro pontefice Paolo VI, si è rivelato un evento provvidenziale. Parole che poi riecheggiano anche in un discorso del 1966 di Papa Montini…
È stato un evento che, in un certo senso, ha posto fine ad una idea di Chiesa che nel 1966 Papa Paolo VI leggeva con queste parole molto significative: “Conserviamo di essa il ricordo storico, come quello d'una secolare, legittima e, per molti versi, provvida istituzione di tempi passati”. La Breccia di Porta Pia è stato un evento che, in un certo senso, ha ridefinito in modo nuovo il rapporto della Chiesa con il mondo non più legata ad un potere temporale e liberandola dal legame fisico con la territorialità.
Come cambia, agli occhi del mondo, la figura del Papato dopo gli eventi del 1870?
Quello del 1870 è stato un passaggio epocale che ha cambiato la cultura, la teologia, la pastorale, il rapporto con la società civile. Il Pontefice non è più il Papa re ma la guida della Chiesa universale. Questo processo, nella prima fase, ha un effetto traumatico: questa nuova collocazione del Papato è vista come l’immagine del Papa prigioniero e non più libero sotto certi aspetti. Ma questa è una valutazione soltanto temporale di questo evento.
Parliamo di questo libro “La Breccia di Porta Pia. Raccolta di studi nel 150.mo anniversario”. Il volume contiene anche dati e contributi inediti?
Ci sono molte relazioni che affrontano il trema da diverse prospettive, anche internazionali. Molti dei contributi si sono avvalsi di fonti archivistiche innovative. Questo volume rappresenta il meglio che la storiografia, finora, ha prodotto sull’argomento.
Riavvolgiamo la storia con la premessa del se… Se non ci fosse stata la Breccia di Porta Pia, il corso della storia sarebbe stato comunque quello che conosciamo oggi?
Penso che l’episodio della Breccia di Porta Pia, se non fosse avvenuto il 20 settembre del 1870, sarebbe avvenuto poco dopo. Era un evento, sotto certi aspetti, ormai inevitabile sia dalla prospettiva italiana sia dalla prospettiva della Chiesa.
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