La Santa Sede: “corretta” la gestione del cardinale Dziwisz dei casi di abusi
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Sono “corrette” le attività del cardinale Stanisław Dziwisz circa la gestione dei casi di abusi durante il suo ministero come arcivescovo metropolita di Cracovia (2005-2016). Lo stabilisce la Santa Sede dopo aver esaminato la documentazione redatta dal cardinale Angelo Bagnasco, inviato vaticano in Polonia nei giorni 17-26 giugno 2021 proprio per verificare alcune questioni legate alle attività del porporato, per quarant’anni segretario personale di Giovanni Paolo II.
“L’analisi della documentazione raccolta ha permesso di valutare queste attività del cardinale Dziwisz come corrette e pertanto la Santa Sede ha stabilito di non procedere oltre”, si legge in una breve nota della Nunziatura apostolica in Polonia diffusa oggi.
Le accuse e la richiesta di una commissione indipendente
Due anni fa, in un momento in cui imperversavano dure contestazioni contro la Chiesa polacca sulla questione abusi del clero, a seguito della pubblicazione di alcuni docufilm, Dziwisz era stato accusato di aver insabbiato le denunce di un sacerdote abusato da un prete amico di famiglia. In un documentario trasmesso su una delle più grandi emittenti televisive private della Polonia, si sosteneva inoltre che il porporato avrebbe coperto alcuni fatti di abusi in cambio di offerte per la Chiesa. Il cardinale ha sempre rigettato ogni accusa definendole “calunnie”; egli stesso ha chiesto allora di istituire una commissione indipendente che potesse fare chiarezza sui fatti contestati. “Sarei disposto a collaborare con una commissione del genere. Vorrei presentare i fatti scrupolosamente”, aveva detto.
In mezzo a forti polemiche da parte di giornalisti e anche di politici, sulla vicenda era intervenuto anche il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo Stanisław Gądecki, chiedendo che ogni accusa venisse chiarita da una competente Commissione della Santa Sede. “Allo stesso tempo - ha detto il presule - vorrei sottolineare che la Chiesa in Polonia è grata al cardinale per i suoi molti anni di servizio con San Giovanni Paolo II”.
La missione del cardinale Bagnasco
Nel luglio 2021 la Santa Sede aveva deciso di inviare quindi Bagnasco in Polonia per esaminare casi che, come riferiva la Nunziatura, erano “emersi anche pubblicamente”. L’arcivescovo emerito di Genova – informava un comunicato della Sala Stampa vaticana – durante la sua missione “ha esaminato la documentazione e ha effettuato una serie di incontri”. “La sua relazione sulla visita sarà inoltrata alla Santa Sede”. Nove mesi dopo, in base all’analisi del lavoro svolto dal cardinale Bagnasco, la Santa Sede scagiona quindi Dziwisz da ogni accusa.
Dziwisz: "Grato per il giusto giudizio"
L’arcivescovo emerito di Cracovia ha espresso grande soddisfazione e soprattutto “gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito a rispondere in modo responsabile alle accuse sollevate contro di me durante il mio ufficio di arcivescovo di Cracovia”. Gratitudine, scrive Dziwisz in una nota, anche per Bagnasco che "si è adoperato per chiarire le suddette accuse, per me così immeritate e dolorose”. “Mi auguro – aggiunge - che l'annuncio della Nunziatura apostolica in Polonia oggi pubblicato contribuisca non solo a chiarire la questione, ma anche a riportare la serenità in tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle accuse sollevate contro di me. Sono molto grato alla Santa Sede per il giusto giudizio riguardo al caso".
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