La Santa Sede: si uniscano gli sforzi contro l’orribile fenomeno della tratta
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Il significativo aumento dei flussi migratori di persone in cerca di pace e di un futuro sicuro, compresi gli sfollati a causa della guerra in Ucraina, indica l'urgente necessità di stabilire soluzioni durature e meccanismi di sicurezza, in particolare per assistere le vittime e proteggere i migranti vulnerabili. È quanto ha sottolineato, nella giornata del 5 aprile, monsignor Janusz Urbanczyk, rappresentante permanente della Santa Sede presso l'Osce - Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa - in occasione della 22.ma Conferenza contro il traffico di persone incentrata sul tema: "Protezione: sostenere i diritti delle vittime e rafforzare l'assistenza". Gli Stati devono raddoppiare gli sforzi per identificare e sviluppare nuove forme di protezione e assistenza. Si devono unire gli sforzi, ha affermato, per affrontare l’orribile fenomeno della tratta.
Andare avanti nella lotta contro la tratta
In un altro intervento, incentrato sullo stesso tema, monsignor Urbanczyk ha poi sottolineato che in tempi di difficoltà economiche e finanziarie, alcuni governi potrebbero essere meno propensi a stanziare ulteriori fondi per combattere la tratta di esseri umani e proteggere le vittime. Tuttavia, è imperativo riconoscere che tali finanziamenti sono necessari per sostenere progetti pubblici e privati che proteggono, assistono e integrano le vittime e garantiscono la sicurezza nazionale e regionale. E ha ricordato, in particolare, le parole di Papa Francesco nel videomessaggio di quest’anno per la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta: “andiamo avanti nella lotta contro la tratta di persone e ogni forma di schiavitù e di sfruttamento. Vi invito tutti a tenere viva l’indignazione - tenere viva l’indignazione! - e a trovare ogni giorno la forza di impegnarvi con determinazione su questo fronte. Non abbiate paura davanti all’arroganza della violenza”.
Proteggere i minori
Le convenzioni internazionali, le direttive regionali, i regolamenti e diverse leggi nazionali - ha detto in un altro intervento monsignor Urbanczyk soffermandosi sempre sulla piaga della tratta - rendono conto della necessità di proteggere i minori e di salvaguardare "l'interesse superiore del bambino". Purtroppo, tutto questo non è ancora sufficiente per proteggere i bambini dal diventare vittime della tratta. Come ha ricordato Papa Francesco nel 2018 in occasione del colloquio Santa Sede - Messico sulla migrazione internazionale, “un’attenzione speciale va riservata ai migranti bambini, alle loro famiglie, a quanti sono vittime delle reti del traffico di esseri umani e a quelli che sono sfollati a causa di conflitti, disastri naturali e persecuzioni. Tutti costoro sperano che abbiamo il coraggio di abbattere il muro di quella complicità comoda e muta che aggrava la loro situazione di abbandono e che poniamo su di loro la nostra attenzione, la nostra compassione e la nostra dedizione”. Il traffico di bambini, ha poi affermato monsignor Janusz Urbanczyk, è in aumento. A livello globale, una vittima su tre è un bambino. Nei Paesi a basso reddito i minori rappresentano la metà delle vittime. Pertanto, ha concluso, essenziale aggiornare costantemente le normative internazionali e nazionali in modo che gli sforzi collettivi per proteggere i bambini non solo prendano in considerazione i dati più rilevanti e aggiornati ma, soprattutto, siano efficaci.
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