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Il cardinale Parolin alla Pontificia Università Lateranense per la Giornata di studi sulla "Praedicate Evangelium" Il cardinale Parolin alla Pontificia Università Lateranense per la Giornata di studi sulla "Praedicate Evangelium" 

Parolin: Praedicate Evangelium realizza uno dei principali fini del pontificato

Il cardinale segretario di Stato intervenuto alla Giornata di studio alla Lateranense sulla Costituzione apostolica pubblicata il 19 marzo. “La Segreteria di Stato non ha perso il suo status nella Curia, le sue funzioni sono le stesse ma con alcune variazioni”. Il prefetto dell’Economia, Guerrero: “Occorre impegnarsi perché il funzionamento della Curia non sia di impedimento alla sua missione”. Interventi di Semeraro, Iannone e Ruffini

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Cambiamenti strutturali, novità dettate dalle contingenze del presente, processi intrapresi da anni e finalmente portati a termine. Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, entra nel vivo della Praedicate Evangelium, la Costituzione apostolica che riforma la Curia romana pubblicata il 19 marzo scorso (e in vigore dal 5 giugno) con la quale, afferma, “si è realizzato uno dei principali obiettivi che, sin dall’inizio, il presente pontificato si era prefissato”.

Giornata di studi 

Il porporato ha aperto la Giornata di studi “Praedicate Evangelium. Struttura, contenuti e novità”, organizzata dall’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. Un appuntamento importante, il primo dalla pubblicazione della Costituzione di ampio confronto ad alto livello per comprendere contorni e criteri del documento con il quale Francesco ha armonizzato le modifiche della Curia già realizzate e divenute operative nel corso del pontificato. Oltre a Parolin, vi prendono parte anche il cardinale Marcello Semeraro, per anni segretario del Consiglio dei cardinali, il prefetto della Segreteria per l’Economia, padre Juan Antonio Guerrero Alves, il prefetto del Dicastero della Comunicazione, Paolo Ruffini, il revisore generale, Alessandro Cassinis Righini (assente invece monsignor Marco Mellino, segretario del Consiglio dei cardinali, per motivi di salute).

"Tirare le somme" 

In Aula Magna, alla presenza di docenti e studenti dell’‘Ateneo del Papa’, Parolin ha ricordato i passi che, in questi nove anni, hanno portato a redigere la Costituzione che riforma la Curia, “strumento nelle mani del Papa” per il bene della Chiesa e il servizio dei vescovi. Una risposta, la Praedicate Evangelium, alle “ricorrenti richieste manifestate dai cardinali durante le Congregazioni precedenti al Conclave 2013”. Dopo l'istituzione del Consiglio dei cardinali, “la riforma prospettata è stata attuata progressivamente in diversi anni, con la creazione di nuovi organismi e con inevitabili aggiustamenti successivi, in istituzioni ‘in rodaggio’, del tutto nuove e chiamate a lavorare insieme”, ha spiegato Parolin. Adesso, “la Praedicate Evangelium cerca di tirare le somme dalle esperienze e adeguamenti degli anni passati, realizzando nuovi passaggi”, in modo da “completare il quadro generale”. E farlo secondo tre criteri: “Comunione delle istituzioni ecclesiali, cooperazione nei rapporti inter-organici e adeguamento degli atteggiamenti personali”.

Ruolo e funzioni della Segreteria di Stato 

Gran parte dell’intervento di Parolin si è concentrata sul ruolo della Segreteria di Stato che “conserva nella legge un particolare status in ragione del suo specifico compito di coadiuvare da vicino il Sommo Pontefice nell’esercizio della sua suprema missione”. Le funzioni “sono, sostanzialmente, quelle realizzate in precedenza”, pur con delle “variazioni”. In primis, i cambiamenti in ambito economico. Il cardinale ha ricordato in proposito il Motu Proprio del 2020 che ha stabilito che la Segreteria per l’Economia svolgesse “la funzione di Segreteria Papale per le materie economiche e finanziarie” e che fossero trasferiti all’APSA investimenti e fondi in precedenza affidati all’Ufficio Amministrativo. La nuova Costituzione stabilizza questi cambiamenti. “Lo status di Segreteria papale, come ufficio che coadiuva da vicino il governo pastorale del Santo Padre, è attualmente condivisa da due diverse istituzioni curiali. Nelle materie economiche e finanziarie, tale condizione spetta alla Segreteria per l’Economia, e in tutti gli altri campi alla Segreteria di Stato”, ha spiegato Parolin.

Le comunicazioni ufficiali della Santa Sede

Un cenno anche al tema delle comunicazioni ufficiali della Santa Sede, con la riorganizzazione del Dicastero per la Comunicazione che, assieme a diverse Istituzioni collegate tradizionalmente alla Segreteria di Stato (L’Osservatore Romano, la Radio Vaticana), ha incorporato anche l’Ufficio della Sala Stampa. La nuova disciplina, ha spiegato Parolin, “prevede che rimanga riservata alla Sezione per gli Affari Generali la pubblicazione dei documenti della Santa Sede attraverso il Bollettino ufficiale Acta Apostolicae Sedis”; d’altra parte, “tale Sezione si avvale del Dicastero per la Comunicazione per quanto riguarda le comunicazioni ufficiali riguardanti sia gli atti del Papa che l’attività della Santa Sede, fornendo in questo ambito ‘indicazioni’ precise che il Dicastero dovrà eseguire”.

L'intervento di padre Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l'Economia, all'evento della Lateranense
L'intervento di padre Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l'Economia, all'evento della Lateranense

Guerrero: un sistema economico che predichi con l'esempio

Di ampio respiro l’intervento di padre Guerrero, che ha illustrato i mutamenti avvenuti nel corso degli anni in materia economico-finanziaria. Un “percorso tortuoso” che ha visto l’istituzione, soppressione, accorpamento o passaggio di competenze di diversi organismi economici che ora si sono stabilizzati in Consiglio per l’Economia, Segreteria per l’Economia, Ufficio del Revisore generale, Commissione per le Materie riservate. Anche questi organismi, ha sottolineato più volte il gesuita, “sono al servizio della missione”. Non si tratta infatti di un “core business” della Curia Romana, ma di un “aiuto al servizio della missione svolta da alcuni Dicasteri", dove “il riferimento costante" è la Dottrina Sociale della Chiesa" e “il dovere è di predicare il Vangelo con l’esempio”. Le stesse azioni finanziarie della Santa Sede sono volte ad “aiutare e ottenere mezzi materiali per facilitare e rendere possibile la missione della Curia”, ha sottolineato Guerrero, "senza far perdere credibilità alla evangelizzazione della Chiesa". "Occorre impegnarsi perché il funzionamento della Curia non diventi di impedimento alla sua missione”.

Vigilanza e trasparenza 

Guerrero ha poi evidenziato alcune novità introdotte dalla Praedicate Evangelium, come il fatto che le operazioni finanziarie negli investimenti devono passare attraverso lo IOR oppure che gli stessi investimenti, se superiori ai 500 mila euro, devono essere approvati dalla Segreteria per l’Economia (con la pandemia la soglia si è abbassata a 100 mila euro). Infine, il gesuita ha voluto chiarire natura e missione della Commissione per le Materie riservate, istituita nel settembre 2020 come previsto dal cosiddetto “Codice per gli appalti”. Un chiarimento necessario, ha detto, perché lo stesso nome “materie riservate” potrebbe instillare il dubbio che ci siano fondi segreti o azioni finanziarie che sfuggono ai controllo. “No, non c’è segretezza sull’economia”, ha affermato il prefetto. La “trasparenza” rimane uno dei principi guida, ma "nei casi di sicurezza dello Stato, del Papa o per preservare altri beni della Chiesa, è necessario che qualche attività o contratto sia sottoposto al controllo degli organismi competenti e venga chiesta l’autorizzazione della Commissione”.

Semeraro: la Curia al servizio del Papa 

Servizio, flessibilità, ruolo dei laici, sono stati invece i concetti sui quali è ruotato il discorso del cardinale Semeraro nella sessione pomeridiana. “La Curia è romana, è al servizio del Pontefice”, ha chiarito subito il prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, che, come segretario dell’allora C9, ha seguito dall’inizio l’iter dei lavori che hanno portato alla Praedicate Evangelium. Il porporato ha insistito sul punto 5 della Costituzione che afferma che “ogni fedele può presiedere a un Dicastero o altro organismo”: “Il punto d’appoggio è la dignità battesimale per tutti i fedeli”, ha detto. Poi ha chiarito il significato dell’“essere al servizio” che “vuol dire essere una realtà adattabile a seconda dei tempi e delle situazioni, una realtà non rigida ma flessibile". Anche perché, “oggi siamo in quella che Francesco chiama cambiamento d’epoca, non più in un regime di cristianità. Perciò il primo compito non è più la tutela della dottrina fede, ma l’annuncio. E questo deve accadere anche nell’organizzazione della Curia”. Si spiega così anche la volontà del Papa di dare priorità al Dicastero per l’Evangelizzazione (che accorpa Propaganda Fide e il Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione), diviso in due sezioni: “Una che guarda all’aspetto missionario, l’altra all’annuncio”.

Ruffini: condividere il bene, il bello e il vero

Di ruolo dei laici, ha parlato anche Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione, unico laico al momento a presiedere una istituzione curiale. Sia per questo motivo, ma anche per il fatto di essere stato tra i primi ad aver avviato una riforma che ha accorpato nove strutture, il Dicastero per la Comunicazione “ha anticipato la Praedicate Evangelium”. Ruffini ha chiarito la missio di questa grande realtà che “si adopera affinché la comunicazione non sia ridotta a concezioni prettamente tecnologiche e strumentali”. “La comunicazione è essa stessa missione, congiunta alla costruzione di quella rete comunionale che ci fa davvero membra gli uni degli altri”, ha detto. È questo “il senso del nostro essere, attraverso comunicazione, al servizio del Papa; per portare il magistero del Papa ovunque nel mondo e condividere con tutti nel mondo la testimonianza della Chiesa in cammino, e una lettura cristianamente ispirata dei segni dei tempi”. Oggi, infatti, ha detto il prefetto, non mancano le informazioni – “anzi ne abbiamo persino troppe” – ma mancano “le relazioni vere”. Pertanto, per Ruffini “il compito più importante e più difficile dei mezzi di comunicazione è quello di costruire un sistema relazionale capace di raccogliere, organizzare, mettere in rete, condividere il bene, il bello, il vero”.

Le prospettive del Dicastero per Laici, Famiglia e Vita

Nel corso della giornata Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per Laici, Famiglia e Vita, ha letto l'intervento dell'altra sottosegretaria, Linda Ghisoni - impossibilitata a partecipare - sulle "prospettive" del Dicastero istituito nel 2016 e le nuove competenze acquisite con la Costituzione. In primis quelle per la cura degli anziani o la cooperazione tra laici e ministri ordinati ("non come meri esecutori ma in virtù del sacerdozio comune di tutti i fedeli per il Battesimo"). Affidata al Dicastero anche la pastorale su matrimonio e famiglia, con una particolare attenzione alle situazioni di crisi e il compito di "raccogliere e proporre modelli pastorali di formazione della coscienza e integrazione di divorziati civilmente risposati e chi, in certe culture, vive in poligamia".

Iannone: stabilire prassi e procedure

Tra i relatori anche diversi docenti di Diritto Canonico della Lateranense e monsignor Filippo Iannone, presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, il quale ha analizzato le "prospettive per il futuro nell'attuazione" della Praedicate Evangelium, stabilendo e costruendo nuove prassi e procedure. "Bisognerà tradurre in norme operative il principo della corresponsabilità nella comunione e della partecipazione ad intra e ad extra", ha detto il prelato, così come andranno anche riviste le modalità di formazione del personale, tra assunzioni e ricambi secondo le nuove scadenze temporali sancite dalla Costituzione. 

Un punto di partenza

Il documento è dunque un punto di partenza, non di arrivo. Il revisore generale Cassinis Righini, prima di spiegare le funzioni del suo ufficio (il cui approccio, ha detto, "non è punitivo ma che dà spunto per migliorare le amministrazioni di cui andiamo a rivedere i conti") ha citato infatti il noto discorso di Piero Calamandrei sulla Costituzione italiana: "La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità".

Parole di un laico che ben si adattano all'orizzonte nella Chiesa aperto dalla Praedicate Evangelium.

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17 maggio 2022, 12:30