"Io ricevetti lo Spirito Santo e d’allora in qua Egli non cessa di operare in me dei prodigi": le parole della futura beata "Io ricevetti lo Spirito Santo e d’allora in qua Egli non cessa di operare in me dei prodigi": le parole della futura beata 

Maria di Gesù Santocanale, santità maturata nel servizio agli ultimi

Sulle pagine de l'Osservatore Romano le tappe della vita ricca di prove vissute grazie ad un legame profondo con Maria, della nobile siciliana dell'Ottocento che sarà proclamata santa il prossimo 15 maggio

di Carlo Calloni*

Maria di Gesù nasce a Palermo il 2 ottobre 1852, figlia di Giuseppe Santocanale dei baroni della Celsa Reale e di donna Caterina Andriolo Stagno. Al battesimo, ricevuto nei primi vespri della festa di san Francesco d’Assisi, le vengono imposti i nomi di Carolina Concetta Angela. Per la sua prima istruzione venne affidata a un istituto diretto da due sorelle vergini, coadiuvate da altre educatrici. Pochi mesi dopo aver ricevuto la prima comunione nella Quaresima 1861, lasciava quella scuola e proseguiva la formazione in casa.

Incoraggiata da uno dei suoi precettori, il gesuita padre Giuseppe Orlando, un giorno si recò insieme alla madre al quaresimale della cattedrale di Palermo, predicato da monsignor Di Giovanni, restandone incantata. Attratta sempre più sempre più dalla Parola di Dio nelle sue memorie autobiografiche scrive: «Quando parlò della Samaritana ne restai scossa. Quello della Cananea scolpì nell’anima mia una fede... una fiducia che non cessò mai più, anzi fu come la base della mia nuova vita».

Abbandonati gli abiti lussuosi chiede di ricevere la cresima. Ricordando quel giorno, 25 aprile 1869, scrive: «Quel momento per me fu uno squarcio di Paradiso. Io ricevetti lo Spirito Santo e d’allora in qua Egli non cessa di operare in me dei prodigi». Inizia ad avvertire un interesse per la verginità consacrata. A testimonianza di questo, rimane un biglietto con un’esortazione che teneva nella sua scrivania in modo da rileggerla spesso: «Carolina, bada sai! La tua felicità sta rinchiusa nella tua verginità! Non ti lasciare lusingare da nessuno! Combatti fiduciosa nel Cuore di Gesù e non temere di essere vinta. Coraggio! Fortezza e via! In nome di Maria!».

Perché il desiderio si concretizzi in progetto di vita è necessaria la malattia del nonno materno, Paolo Stagno, che abita a Cinisi, e che la chiama al suo capezzale. Qui incontra l’arciprete di Cinisi, don Mauro Venuti, e a lui si affida come guida spirituale. Inizialmente si indirizza a entrare nel monastero di Santa Caterina a Palermo, ma il padre, che aveva già un matrimonio pronto per lei, non acconsentì. Carolina, allora, il 20 novembre 1873 entra nella pia unione delle Figlie di Maria della parrocchia di Sant’Antonio abate, insieme ad altre giovani, e ne diventa presidente, restando ferma nel proposito di entrare in clausura.

A Cinisi nell’autunno del 1880 conobbe due ragazze e un giovane paralitico, ai quali, col consenso del parroco, decise d’insegnare il catechismo. Quell’esperienza scatenò in lei un dubbio: continuare a pensare alla vita contemplativa o abbracciare quella attiva a beneficio delle ragazze povere nel collegio di Maria, un’istituzione abbandonata di Cinisi? Il progetto si arrestò bruscamente poiché il 9 gennaio 1884 Carolina fu costretta a letto e vi resterà per 16 sedici mesi, senza che la medicina dell’epoca ne scoprisse le cause.

Nel frattempo, a Palermo, era sorta l’opera del “Boccone del povero”, per iniziativa del beato Giacomo Cusmano. Carolina, consigliata da don Mauro Venuti, lo incontra per cercare d’impiantare quell’iniziativa anche a Cinisi, ma non se ne fa nulla. Torna così a chiedere consiglio a don Venuti, che la orienta ad abbracciare la spiritualità di san Francesco d’Assisi. Carolina accetta la proposta e, ormai guarita, il 13 giugno 1887 nella chiesetta del collegio di Maria a Cinisi riceve dalle mani di don Venuti il saio nero delle terziarie regolari e assume il nome di suor Maria di Gesù.

L’asilo nido per le mamme costrette a lavorare

Nei due mesi successivi altre due giovani si uniscono a lei, stabilendosi nel collegio di Maria, ma, visto che il luogo era troppo esiguo, suor Maria di Gesù chiede di poter abitare nella casa dei nonni. Così, l’11 febbraio 1891 la comunità vi si trasferisce. Tra il marzo e il giugno 1896 viene istituito un orfanotrofio e, l’anno seguente, si apre l’educandato per le fanciulle. Segue l’asilo nido per i bambini piccoli, le cui mamme erano costrette a lavorare perché tutti gli uomini di Cinisi erano emigrati in America in cerca di lavoro.

Nel frattempo sorgono dei contrasti con don Venuti che non aveva accettato alcune decisioni di suor Maria di Gesù e così, richiesto di predicare gli esercizi spirituali alla comunità, le consigliò di rivolgersi ai Frati minori cappuccini di Palermo. Quando padre Giovanni Maria Schiavo entrò in contatto con le suore scoprì che la comunità mancava del decreto comprovante l’erezione canonica dell’istituto: erano semplici terziarie. Padre Schiavo si mise all’opera e, attingendo alla Regola del Terz’ordine, in due anni preparò le costituzioni,  si adoperò per l’aggregazione all’ordine dei Frati minori cappuccini e  per ottenere il decreto del vescovo che attestasse di essere una comunità di diritto diocesano.

Il legame con la Madonna di Lourdes

Il legame con la Madonna di Lourdes si cementò con l’arrivo, il 26 febbraio 1908, di due statue che raffiguravano la Vergine e santa Bernadette, poste nella chiesa dell’istituto il 16 luglio 1908. L’8 dicembre 1909 padre Schivo comunicò che le Costituzioni erano state approvate e, contemporaneamente, il ministro generale dei Cappuccini, padre Pacifico da Seggiano, autorizzò l’aggregazione dell’istituto all’ordine. Poco dopo monsignor Domenico Gaspare Lancia di Brolo, vescovo di Monreale, riconobbe l’istituto di diritto diocesano. Il 13 giugno del 1910 si celebrò il rito della vestizione di suor Maria di Gesù e di altre undici suore. L’11 febbraio 1911 suor Maria di Gesù professò i voti nelle mani di monsignor Gaspare Bova, vicario generale di Monreale, e il 29 novembre seguente le novizie professarono nelle mani di suor Maria di Gesù.

«Sono figlia di San Francesco», aveva dichiarato madre Maria di Gesù, quando aveva compreso che doveva seguire il Poverello di Assisi abbandonando la vita comoda per donarsi senza nulla di proprio. Ma la gente semplice che comprende il segreto dei cuori, la chiamava con grande affetto: la “Signora Madre”.

Ancora due prove però l’attendevano: un doloroso tumore al seno e, nel 1917, la visita canonica decisa da monsignor Antonio Augusto Intreccialagli, nuovo arcivescovo di Monreale, a seguito delle dicerie che circolavano sulle suore dell’istituto. Il vescovo la invitava a un governo più attento, a lasciare i suoi beni all’istituto e a non ammettere altre novizie. Madre Maria di Gesù cadde ammalata e per curarsi si trasferì dai suoi fratelli a Palermo, ma, appena ritrovate le forze, ritornò a Cinisi continuando nella guida della comunità in obbedienza al vescovo. Il 27 gennaio 1923 per madre Maria di Gesù era stata una giornata di intenso lavoro. Intorno alle 23 sentì battere il cuore violentemente. Circondata dalle sue suore spirò serenamente col nome di Gesù sulle labbra e gli occhi fissi su un quadro di san Giuseppe.

*Postulatore generale dell’ordine dei Frati minori cappuccini

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09 maggio 2022, 16:00