Il pensiero del Papa ai 27 martiri spagnoli beatificati a Siviglia
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Alla preghiera mariana di domenica 19 giugno, dalla finestra di Piazza San PIetro, il Papa ha ricordato che pur nella crudeltà che segnò la guerra civile spagnola non mancarono esempi di fede luminosa come quella dei 27 nuovi martiri che la Chiesa ha beatificato ieri a Siviglia. Francesco ha citato i loro nomi all'inizio del post Angelus:
Ieri, a Siviglia, sono stati beatificati alcuni religiosi della famiglia Domenicana: Angelo Marina Alvarez e diciannove compagni; Giovanni Aguilar Donis e quattro compagni, dell'Ordine dei Frati Predicatori; Isabella Sanchez Romero, anziana monaca dell'Ordine di San Domenico, e Fruttuoso Perez Marquez, laico terziario domenicano. Tutti uccisi in odio alla fede nella persecuzione religiosa che si verificò in Spagna nel contesto della guerra civile del secolo scorso. La loro testimonianza di adesione a Cristo e il perdono per i loro uccisori ci mostrano la via della santità e ci incoraggiano a fare della vita un'offerta d'amore a Dio e ai fratelli.
Ha concluso chiedendo un applauso per i nuovi Beati.
La Messa celebrata dal Prefetto Semeraro a Siviglia
Nella Messa celebrata nella cattedrale di Siviglia dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, sono state ricordate le figure di Angelo Marina Alvarez e 19 compagni, dell’Ordine dei Frati Predicatori; Giovanni Aguilar Donis e 4 Compagni, dell’Ordine dei Frati Predicatori; Fruttuoso Pérez Marquez, laico del Terz'Ordine di San Domenico; Isabella Sanchez Romero, monaca professa dell'Ordine delle Suore Domenicane, uccisi in odio alla fede. “Una moltitudine che ha lavato le proprie vesti nel sangue dell’Agnello”
I nostri nuovi Beati furono persone umanamente molto diverse per il loro carattere, le loro storie personali. Li accomunava, però, il carisma di san Domenico: una scelta vocazionale, la loro, vissuta con fedeltà, coerenza, generosità.
Il candore
Tra le figure che il cardinale Semeraro mette in luce c’è Suor Ascensiòn de San José. “A lei fu chiesto di bestemmiare e calpestare il crocifisso: si rifiutò - afferma il porporato - e le fu spaccato il cranio. Non rinnegò la fede; anzi, morì osannando a Cristo Re e lodando il Santissimo Sacramento. Sapeva bene, Suor Ascensiòn, che il sangue dell'Agnello conferisce candore perché è il sangue ‘sparso per molti in remissione dei peccati’”.
Testimoni del Vangelo
Citando l’Evangelii nuntiandi di San Paolo VI, il prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi si sofferma sulla “proclamazione silenziosa ma molto forte ed efficace della Buona Novella”. Una definizione che ben si adegua a quella dei nuovi beati.
Siamo anche consapevoli, però, che il Signore non ci manda in una situazione comoda e facile! Ce lo ricordano i nostri Martiri. Quella del cristiano nel mondo non è mai una situazione comoda e facile.
Confortati nella speranza
Lo ricorda anche Papa Francesco nella Gaudete et exsultate quando ricorda che “le persecuzioni non sono una realtà del passato, perché anche oggi le soffriamo, sia in maniera cruenta, come tanti martiri contemporanei, sia in un modo più sottile, attraverso calunnie e falsità”.
Guardiamo, allora, all’esempio dei nostri Martiri per sentircene confortati. San Gregorio magno scriveva che tanto più solida sorge in noi la speranza, quanto più dure sono le prove sopportate per amore di Dio. Abbiamo fiducia, nonostante le nostre fragilità. La sua forza Dio la rivela proprio nei deboli e anche agli inermi egli dona la forza del martirio”.
Aggiornamento alle 12:05 di domenica 19 giugno
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui