Il senso della sete: per passare dall’emergenza alla costruzione del bene comune
Debora Donnini – Città del Vaticano
“Non conosciamo mai il valore dell’acqua finché il pozzo non si prosciuga”. Questa citazione di Thomas Fuller dà il “la” alla presentazione del nuovo libro di Fausta Speranza, “Il senso della sete”, edito da Infinito Edizioni. Un approccio multidisciplinare lo contraddistingue perché sempre di più sta emergendo, a livello di studi, come l’approccio umano alla conoscenza non possa essere solo razionale ma anche affettivo e emotivo. E' un testo, infatti, ricco di spunti di riflessione con riferimenti poetici, letterari, filosofici, musicali e anche religiosi, quello che l’autrice offre. Persino cinema e architettura ne sono interpellati. Un canto d’amore all’essere umano, alla vita di ogni essere umano perché tutti possano dissetarsi, e a quell’elemento che fin dalla Creazione del mondo per arrivare alle ultime pagine dell’Apocalisse, nella Sacra Scrittura è centrale.
Custodia del Creato, senso e sete
In un messaggio riportato all’inizio del libro, Papa Francesco stesso ringrazia l’autrice per il suo lavoro: “auspico - scrive - che esso possa favorire il rispetto e la custodia del Creato”. Alla presentazione, il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, sottolinea che nei due termini chiave del titolo - senso e sete - è come racchiusa tutta quanta l'esistenza umana. L’essenza stessa dell’uomo è, infatti, sete. Il nostro tempo dominato dall’idea di un essere umano indipendente e autosufficiente - sostiene Parolin - guarda con sospetto alla sete perché è una necessità che non può essere soppressa. Per essere saziata richiede acqua per il corpo e il bisogno di dare senso alla vita e alle cose dello spirito. Rileva anche che a volte si danno per scontati questi due elementi, ma non dovrebbe essere così vista la siccità sempre più presente e l’aridità spirituale. Ispirandosi alla Laudato si’ di Francesco, evidenzia che l’acqua è l’elemento base della vita: il Papa sottolinea che “l’accesso all’acqua potabile e sicura è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani. Questo mondo ha un grave debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità”.
L’acqua, è dunque, legata anche alla possibilità di una vita dignitosa e la sua gestione “è fondamentale nei rapporti fra popoli e Stati”, rileva il porporato facendo riferimento anche alle prospettive di pace. L’esortazione è quella di mettere al centro la persona, non tacendo le verità che danno senso e riscoprendo anche la natura relazionale dell’essere umano che dovrebbe portare a cooperare per il bene comune.
Una panoramica della crisi idrica
Alla presentazione del libro emerge con forza, nelle analisi dei diversi relatori, come l’acqua sia tra le questioni geopolitiche più urgenti. Basti pensare che nel 2022 oltre una persona su quattro – circa 2,2 miliardi – non ha accesso a fonti d’acqua sicure. Diciassette i Paesi con circa un quarto della popolazione mondiale che vivono ”una gravissima crisi idrica con un rischio ‘molto elevato’ che terminino le loro risorse d’acqua”, scrive l’autrice citando alcune fonti per dare un panorama completo dell’emergenza, legata anche ai cambiamenti climatici e all’inquinamento, che ha impatto anche su agricoltura, pesca, diritto alla salute, ecosistemi. A esserne coinvolta è persino l’industria farmaceutica che negli oceani trova grande ricchezza. Accedere all’acqua sarà quindi una questione sempre più complessa, mette in luce Speranza che, con un’analisi completa e multidisciplinare, esorta a un rinnovato slancio etico per affrontare la questione in termini di una governance multilaterale. A testimoniarlo è anche che nel 2020 l’acqua sia stata di fatto quotata in Borsa: in California si sono registrati futures in relazione alle risorse idriche. E le ipotesi di risposte in termini di tecnologia, sono davvero interessanti.
Essenziale una politica che consideri l'acqua un bene comune
Nel corso della presentazione Pasquale Ferrara, ambasciatore e professore universitario di Relazioni internazionali, sottolinea l’importanza di una idro-politica. Si tratta di andare verso una sovranità idrica integrata funzionale e condivisa svincolando l’acqua da una concezione della sovranità proprietaria. Per Pier Giuseppe Fortunato, economista della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo, UNCTAD, l’attualità del libro risiede negli argomenti fondamentali che propone. L’importanza dell’acqua come bene comune e le conseguenze dei cambiamenti climatici impongono un cambiamento di narrativa a cui contribuisce il libro di Fausta Speranza. Tutto questo va anche oltre la questione acqua, che diventa una metafora della produzione e dei beni pubblici globali che stiamo perdendo. Un patrimonio costruito dopo la seconda guerra mondiale, che ha bisogno oggi di un approccio diverso. E’ un problema di governance ma è anche un problema di visione sulle disuguaglianze. Bisogna, dunque, ricostruire un’architettura multilaterale a livello globale per affrontarlo.
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