Ucraina, Gallagher: “Mantenere viva la speranza del negoziato”
Isabella Piro – Città del Vaticano
“Una guerra di logoramento” contro la quale “spetta alla comunità internazionale mantenere viva la speranza di un dialogo, di un negoziato”: così l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, definisce il conflitto in corso in Ucraina. In un’intervista rilasciata a Gerard O’Connell, corrispondente in Vaticano della rivista dei gesuiti “America” il presule ricorda la sua visita in Ucraina, lo scorso maggio: “Ho imparato la resilienza della gente, la sua determinazione, il suo coraggio - afferma - Ma ho anche imparato a conoscere il grado di sofferenza che c’è”, evidenziato dalla “grande perdita di vite umane” e dal timore che la guerra prosegua.
La posizione della Santa Sede
Per questo, “senza ignorare la violenza e il conflitto”, l’arcivescovo Gallagher sottolinea il ruolo della Santa Sede nell’esortare al negoziato e al “ripristino della pace”. Da parte della Russia, aggiunge, “non c’è stato alcun invito esplicito alla Santa Sede a mediare”; tuttavia, i contatti tra i due Stati vengono mantenuti, “in qualche misura, attraverso il nunzio apostolico a Mosca”. “La posizione della Santa Sede è stata apprezzata - sottolinea monsignor Gallagher - ma non si è andati oltre”, così come non c’è stato nessun invito esplicito al Papa affinché si rechi a Mosca.
L’arcivescovo, poi, richiama “il sostegno della Santa Sede alla sovranità e all’integrità dell’Ucraina”, ribadendo che “spetta agli ucraini negoziare con gli altri, con i russi in particolare”. Da questo “principio” deriva il fatto che la Santa Sede non riconoscerebbe “alcuna dichiarazione unilaterale di indipendenza” ad esempio delle regioni di Donetsk e Luhansk.
Il viaggio del Papa
Quanto all’auspicio che il Papa possa recarsi a Kiev ad agosto, monsignor Gallagher sottolinea che il Pontefice “ha fatto grandi progressi nella sua mobilità”, resa difficile negli ultimi tempi a causa di una gonartrosi. Tuttavia, ora si sta lavorando al viaggio in Canada, in programma dal 24 al 30 luglio, quindi forse la questione verrà presa in considerazione “seriamente” il mese prossimo. Ad ogni modo, Papa Francesco “vuole e sente di dover andare in Ucraina”, nonostante non ci sia un invito da parte di Mosca. “Le due cose non sono collegate - conclude il rappresentante vaticano - Potrebbe essere una buona cosa se lo fossero. Ma credo che la priorità principale del Papa in questo momento sia quella di recarsi in Ucraina e incontrare le autorità, il popolo e la Chiesa cattolica” locali.
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