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I superiori del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale I superiori del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale

Dicastero per lo Sviluppo Umano, nuovi assetti per rinnovare l'azione missionaria

Riorganizzazione interna per garantire maggiore ascolto con le Chiese locali e i ministri che promuovo lo sviluppo integrale, cercare risposte alle sfide di oggi alla luce delle discipline e della dottrina sociale della Chiesa, formulare documenti e proposte. Il prefetto Czerny con Suor Smerilli e padre Baggio: cerchiamo occasioni per cooperare insieme, uniti nella solidarietà e nella speranza

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Dal Covid ai poveri, dall’ambiente agli aiuti umanitari, dal disarmo al commercio, dai migranti alla finanza, la guerra e la giustizia. Sono molteplici gli ambiti di cui si occupa Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, che ora ha avviato un riassetto interno proprio per rinnovare e svolgere al meglio la sua missione.

Ascolto, dialogo, ricerca, comunicazione

“Ascolto-Dialogo”; “Ricerca-riflessione”; “Comunicazione-restituzione” sono le tre sezioni programmatiche in cui opereranno i dipendenti, con il supporto di tre gruppi: segreteria generale, valutazione e progettazione, amministrazione e servizi. Ascolto e dialogo - come si legge sul sito del Dicastero - con le Chiese locali e i vari ministri che promuovo lo sviluppo umano integrale; ricerca e riflessione, intese su come guardare le sfide del mondo odierno alla luce di tutte le discipline necessarie e della dottrina sociale della Chiesa, in cerca di risposte; comunicazione e restituzione, che nel concreto si traduce nella formulazione di documenti o proposte concrete e utili, restituiti alle comunità e condivisi attraverso un’ampia rete.

Aiutare il Papa e i vescovi del mondo

In una lettera, i superiori – il cardinale prefetto Michael Czerny, la segretaria suor Alessandra Smerilli e il sottosegretario padre Fabio Baggio – richiamano la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, in vigore da giugno scorso, con la quale il Papa ha riformato la Curia Romana. Al Dicastero per lo Sviluppo integrale il documento assegna “il compito di promuovere la persona umana e la sua dignità donatale da Dio, i diritti umani, la salute, la giustizia e la pace”, in tutte le aree della vita pubblica e sociale, nella casa comune che è affidata alla nostra unica famiglia umana. Il mandato, sottolineano quindi i vertici nella missiva, “è aiutare e supportare il Santo Padre e i vescovi in tutto il mondo”, dunque le Conferenze episcopali regionali e nazionali, le strutture gerarchiche delle Chiese Orientali, i vescovi e i patriarchi, gli uffici che si occupano dei temi legati allo sviluppo umano, le Congregazioni religiose. Ma anche i movimenti, gli uffici di comunicazione e media, i centri sociali, le organizzazioni e università cattoliche, e via dicendo.  “Ascoltare, dialogare e riflettere in modo sinodale”, sono le direttrici sulle quali viene portata avanti la missione del Dicastero, insieme a “discernere, proporre e sostenere risposte efficaci che si sforzino di raggiungere e servire lo sviluppo umano integrale”.

La missione dalla istituzione

Istituito nell’agosto 2016 con il motu proprio Humanam Progressionem, il Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale (DSSUI) ha iniziato ad operare nel 2017 in seguito alla fusione di quattro precedenti Pontifici Consigli: Migranti e Itineranti, Giustizia e Pace, Operatori sanitari, Cor Unum. Nello svolgere i propri compiti, il Dicastero si avvale di quattro commissioni: la commissione per la carità, quella per l'ecologia, per gli operatori sanitari e la commissione vaticana Covid-19, voluta da Papa Francesco il 20 marzo 2020, quindi nel pieno della diffusione del coronavirus e delle sue conseguenze drammatiche su economia e società, proprio per studiare un piano di ripresa e di sostegno alle chiese e alle fasce sociali più povere e deboli nel post-pandemia. Da non dimenticare che l’ufficio con sede nel Palazzo San Calisto, nel quartiere Trastevere di Roma, include una speciale sezione migranti e rifugiati, presieduta dallo stesso Papa Francesco con la chiara intenzione di non dimenticare le tragiche condizioni in cui versano milioni di rifugiati, sfollati, vittime della tratta, persone che lasciano la propria terra per un'altra che dia migliori prospettive. Presieduto dal cardinale ghanese Peter Appiah Turkson fino al 31 dicembre 2021, il Papa ha nominato ad aprile come nuovo prefetto - dopo un periodo ad interim - il cardinale gesuita Czerny, prima responsabile insieme a padre Baggio nella Sezione migranti, in virtù anche della sua lunga esperienza sulla questione.

Rappresentante del Papa in Ucraina

Sempre il cardinale Czerny è stato inviato dal Papa come suo rappresentante in Ungheria i primi giorni di marzo scorso (8-11), pochi giorni dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina, per portare conforto e sostegno materiale e spirituale ai profughi in fuga dal Paese aggredito ammassati al confine. Una esperienza di forte impatto - replicata poi in Slovacchia - che ha arricchito la missione dello stesso Dicastero.  

Le sfide delle Chiese locali

Nella suddetta lettera, i vertici scrivono: “Grati per le vostre preghiere e il vostro supporto, siamo desiderosi di nuove opportunità di dialogo e di nuove occasioni per cooperare insieme, uniti nella fede, nella solidarietà e nella speranza”.

“La nostra agenda - si legge - è modellata dalle sfide che le Chiese locali portano alla nostra attenzione. Nell’approccio del DSSUI, quindi, ascoltare e riflettere in modo sinodale sono la base del discernimento, e delle conseguenti proposte e risposte efficaci di supporto. Questo dovrebbe aiutare tutto il popolo di Dio ad agire in maniera evangelica nelle situazioni difficili che richiedono una trasformazione, per il beneficio di tutti. Vi chiediamo di pregare che il DSSUI faccia proprio ‘il paradigma della spiritualità del Concilio', espressa dall’'antica storia del Buon Samaritano’”.

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17 settembre 2022, 14:30