Al Regina Apostolorum il corso per la formazione dei nuovi vescovi
Vatican News
In questi giorni di settembre, il Dicastero per i Vescovi, in comunione d’intenti con quello per le Chiese Orientali, sta tenendo a Roma, presso il Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, il Corso annuale di formazione per i nuovi vescovi, continuando una tradizione avviata già nel 2000 con San Giovanni Paolo II. Quest’anno il corso si svolge sul tema “Annunciare il Vangelo nel cambio d’epoca e dopo la pandemia: il servizio del vescovo”.
Per l’alto numero dei presuli interessati, complessivamente 344, quest’anno si tengono due turni. Il primo dal primo all’8 settembre e il secondo dal 12 al 19. Il primo turno ha visto la presenza di 154 Vescovi: 109 dai territori di competenza del Dicastero per i Vescovi chiamati all’episcopato tra l’agosto 2019 e l’agosto 2020, e i rimanenti 45 dalle diocesi che fanno riferimento al Dicastero per le Chiese Orientali.
Il secondo turno, che inizierà lunedì 12, per concludersi il successivo 19, riguarderà invece i soli vescovi dei territori di 35 Paesi di competenza del Dicastero per i Vescovi; in totale 190, nominati tra il settembre 2020 e lo scorso luglio 2022.
L’idea che ha ispirato l’organizzazione del Corso – sottolinea un comunicato – “è nata dal desiderio di facilitare, per i vescovi, una riflessione collegiale sul loro ministero nel contesto presente della Chiesa in cammino sinodale, all’interno di un mondo scosso dai dolorosi mutamenti geopolitici in atto, dopo altrettanti due sofferti anni di pandemia. Di quali Pastori necessita oggi il Popolo di Dio? Quali tratti spirituali devono qualificare la loro identità di credenti ed animare la loro carità pastorale? La gente valuta la nostra credibilità di ministri dalla serenità interiore con cui, anche in circostanze avverse, sappiamo trasmettere la ‘gioia del Vangelo’. È quest’ultima infatti, vera bussola del pontificato di Francesco sin dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, ad orientare il nostro discernimento. Una gioia non aleatoria o plasmata da contingenze esterne, ma che trova sostanza e significato nella vita di Gesù”.
La Messa di apertura è stata presieduta il primo settembre dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Varie le tematiche proposte dal Corso: il significato e gli orizzonti di una Chiesa sinodale, l’educazione alla leadership sinodale, la gestione delle crisi, con particolare attenzione agli abusi, la Chiesa nella società postmoderna dopo la pandemia, l’esperienza canonica per l'amministrazione di una diocesi, la vita nel mondo dei media oltre il paradigma tecnocratico, e infine la cura della famiglia (ispirati da Amoris Laetitia) e la promozione instancabile della fraternità universale (Laudato Si’ e Fratelli tutti), quali itinerari di coscienza ecclesiologica e compiti inderogabili del credente per il futuro dell’umanità. Alla prima sessione sono intervenuti, tra gli altri, vari capi-Dicastero.
“Il significato ultimo di questo momento di collegialità, offerto perlopiù all’interno del primo triennio del cammino episcopale di questi nuovi Vescovi – spiega il comunicato - risponde alla volontà del Papa che, in tutti i Corsi di questo tipo svolti negli anni precedenti, ha sempre colto l’occasione per offrire un’intensa lettura spirituale della chiamata all’episcopato, anzitutto come cammino di grazia e santificazione, per il Pastore e, attraverso di lui, per il suo Popolo, proprio a partire dalla presa di coscienza della fragilità che lo caratterizza e che diventa 'luogo/occasione' di potente manifestazione della misericordia di Dio, e dunque di salvezza. Nessuno può svolgere un ministero pastorale nella Chiesa, senza una profonda esperienza dell’essere salvato e di come, cominciando da lui, tale misericordia è davvero offerta, senza sosta e discriminazione, ad ogni uomo e donna”. In quest’ottica di servizio, come ha ripetuto il cardinale prefetto Ouellet questa mattina durante la Messa nella Basilica di San Pietro, “quelli offerti, sono giorni di apprendimento concreto del significato dell’appartenenza di ogni Vescovo al Collegio dei Successori degli Apostoli, cum Petro et sub Petro. È una settimana di fraternità sacramentale che simboleggia la comunione di tutti questi discepoli missionari, chiamati alla pienezza del sacerdozio, per il servizio pastorale del Popolo di Dio in cammino nella storia”.
Oggi i partecipanti sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco. I vescovi – conclude il comunicato – “hanno potuto sperimentare un autentico momento di comunione con il Successore di Pietro, condividendo il vissuto del loro ministero e lasciandosi ispirare dal saggio discernimento del Papa sulle varie questioni a lui poste”.
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