Parolin ai nunzi: affidiamo a Maria la nostra richiesta di pace per tutti i popoli
Adriana Masotti - Città del Vaticano
È la Vergine Maria di cui ricorre la Natività il cuore dei Vespri recitati questa sera. In prima fila, da una parte i cardinali con la berretta rossa, dietro e di lato la distesa di quelle color viola dei vescovi che rappresentano il Papa nelle diverse parti del mondo e con loro i capi dicastero della Curia Romana, i superiori della Segreteria di Stato, e gli Osservatori permanenti senza qualifica episcopale.
Maria non si amerà mai abbastanza
Presiede i Vespri, che concludono la seconda giornata dell'incontro in Vaticano per i Rappresentanti pontifici, salutati in mattinata da Papa Francesco, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. All'inizio della sua omelia, si dice lieto che al centro della preghiera ci sia "la Madre di Cristo secondo la carne e Madre nostra spiritualmente". "Non dobbiamo temere - prosegue - di nutrire nei suoi confronti una tenera filiale devozione, di Maria non si dirà mai abbastanza, non la si amerà mai abbastanza". Il porporato cita una frase del cardinale Ratzinger che ricordava quando da giovane aveva delle riserve su alcune antiche formule riguardo a Maria, "mi sembravano esagerate, ora capisco che sono verità oggi più che mai valide".
Un legame speciale quello tra il nunzio e la Vergine
Se vogliamo essere cristiani dobbiamo essere mariani, afferma il cardinale Parolin, dobbiamo riconoscere il rapporto che unisce Maria a Gesù. "Maria è tutta relativa a Gesù". Se la devozione a Maria dovesse allontanare da Gesù, bisognerebbe respingerla, dice, ma è vero il contrario. E’ necessaria per amare Dio. Ne era convinto san Luigi de Montfort tanto caro a GPII. Questa unità di Maria con Gesù viene in particolare rilievo oggi, osserva il porporato, perchè la celebrazione di oggi è in onore della Natività di Maria ma il suo vero significato è l’Incarnazione del Verbo. Per questo, infatti, nasce Maria. E "questa caratteristica della festività odierna è particolarmente pregnante per noi, sottolinea il segretario di Stato - perché anche noi nella nostra missione siamo tutti relativi ad un altro".
Affidiamo a Maria la nostra preghiera per la pace
Nel 2019 Papa Francesco aveva detto, ricorda Parolin, che il nunzio non rappresenta se stesso, ma la Chiesa e in particolare il Successore di Pietro in una determinata zona. "Assomigliando a Maria, noi siamo chiamati ad amarla e a imitarla e a imitarne le virtù", lei che è "modello nella fede e nella carità". Lei ci insegna ad essere forti e pietosi. Il cardinale Parolin invita, quindi, tutti i presenti ad affidare all'intercessione di Maria la preghiera per la pace "in questo mondo così tribolato, donaci giorni di pace". E anche in questa preoccupazione per il mondo intero, il cardinale Parolin vede un legame speciale tra i Rappresentanti pontifici e Maria perché, dice, il nunzio ha a cuore il bene di un intero popolo. Ricordando tutte le situazioni di conflitto, di difficoltà e di persecuzione che sappiamo ci sono attualmente, conclude il cardinale, ripetiamo a Maria: "donaci giorni di pace".
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