Cristiani e induisti, uniti e conviviali in un mondo diviso e in lotta
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
La terra brucia per tensioni e conflitti generati da ideologie basate su “supremazie religiose, culturali, etniche, razziali e linguistiche” e dunque vitale diventa la capacità di fedi diverse di testimoniare comprensione e senso di fraternità. In particolare mettendo in risalto gli aspetti della “convivialità” e della “corresponsabilità”.
L'arte di creare relazioni amichevoli
È su questi valori che il Dicastero per il Dialogo Interreligioso impernia il messaggio firmato dal prefetto, il cardinale Ayuso Guixot, e dal segretario, monsignor Kodithuwakku Kankanamalage, inviato come di consueto ogni anno alle comunità indù in vista dell’annuale festa del Deepavali, la “festa della luce”, che nel 2022 cade il 24 ottobre. Il testo apre con la disamina di quanto sta avvenendo nel contesto internazionale: spinte conflittuali “populiste ed espansionistiche” e anche “un uso sfacciato dei social media” sono “causa di preoccupazione per tutti noi, perché - si legge nel messaggio - colpiscono pesantemente la fraterna e pacifica coesistenza sociale”. Il bisogno quindi di contrapporre forze positive è impellente e fra tutte la convivialità viene individuata come “la qualità di essere amichevole e vivace” in mezzo a “diversità e differenze in uno spirito di rispetto, amore e fiducia”. Un’“’arte” di forgiare relazioni amichevoli e fraterne tra gli esseri umani e fra loro e la natura.
Nobili valori
Promuovere la convivialità, prosegue il messaggio, comporta anche un’“assunzione di responsabilità reciproca e per la creazione”. “È necessario - si afferma - che rendiamo responsabili le persone che ci circondano nel realizzare la convivialità mediante il rispetto della dignità trascendentale di ogni persona umana e dei suoi legittimi diritti”, ben sapendo che si tratterà di sfidare l’indifferenza e l’individualismo “dominanti nella nostra società odierna”. Ma in quanto credenti “non dobbiamo cedere al pessimismo, ma invece essere uniti e agire come esempio per gli altri”. Il messaggio mette in luce l’esempio di genitori e anziani in famiglia proprio per il loro ruolo di educatori per i figli ai “nobili valori della convivialità e corresponsabilità”
Come cristiani e induisti, conclude il messaggio, possiamo “unire i nostri sforzi con le persone di tutte le altre tradizioni religiose e con quelle di buona volontà, per promuovere, individualmente e collettivamente, lo spirito di convivialità e corresponsabilità per trasformare questo mondo in una dimora sicura per ognuno dove vivere gioiosamente in pace”.
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