Gallagher in Algeria, Vesco: "Segno d'attenzione alla piccola comunità cristiana"
Jean Charles Putzolu - Città del Vaticano
Un’accoglienza calorosa quella che l’Algeria ha riservato a monsignor Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. L’arcivescovo, per due giorni nel Paese in occasione del 50° anniversario dell'instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica algerina e la Santa Sede, ha incontrato le massime autorità dello Stato, mentre oggi, 26 ottobre, si è recato al monastero di Thibirine, luogo del martirio dei 7 monaci trappisti uccisi nel 1996 da combattenti islamisti e beatificati nel 2018 a Orano. Una tappa che "dice quanto sia importante questo monastero per la Chiesa ed è stato anche un momento di raccoglimento, un momento di pace e un'esperienza forte per tutti coloro che si recano in questo luogo, in questo monastero, per sentire la presenza dei monaci", ha detto il vescovo Jean Paul Vesco, accogliendo la presenza dei membri della comunità Chemin neuf che ora occupa il monastero.
Gli incontri con le autorità civili e religiose
Per l'arcivescovo di Algeri, l'accoglienza riservata al segretario per i Rapporti con gli Stati negli ultimi due giorni è "un segno dell'attenzione alla piccola minoranza cattolica del Paese". Martedì 25 ottobre, Gallagher è stato ricevuto dal capo di Stato, Abdelmadjid Tebboune, dopo una giornata di colloqui con i membri del governo e una visita al Memoriale dei Martiri, monumento costruito in memoria delle vittime della guerra di indipendenza contro le truppe francesi.
Sul versante del dialogo interreligioso, monsignor Gallagher per ha incontrato anche lo sceicco Mohamed Mamoune El Kacimi El Hassini, rettore della grande moschea di Algeri, noto per essere un uomo di consenso e apertura, oggi alla guida della più grande moschea dell'Africa. Sempre l'arcivescovo di Algeri ha parlato di "una visita in un grande spazio sacro e di comunione". Per monsignor Vesco questi scambi sono "estremamente importanti": "Ci piace accogliere le persone negli spazi sacri, le persone amano salire a Notre Dame d'Afrique ad Algeri, a Notre Dame Santa-Cruz a Orano, alla Basilica di Saint Augustin ad Annaba". Condividere gli spazi sacri, ha proseguito il presule, anche senza parlare, "dice molto di più, forse sulla realtà vissuta in ciascuna delle nostre tradizioni e religioni".
La chiusura della Caritas
La visita di monsignor Gallagher è giunta meno di un mese dopo la chiusura di Caritas Algeria, come richiesto dalle autorità pubbliche. La Chiesa cattolica locale ha rispettato questa decisione, pur esprimendo la sua preoccupazione, oltre che il desiderio di continuare ad aiutare i vulnerabili e il popolo algerino. "La presenza ad Algeri del rappresentante del Papa e la chiusura della Caritas sono due eventi diversi", afferma Jean Paul Vesco. Tuttavia, "questa visita in sé, indipendentemente dalla chiusura del nostro servizio Caritas, illumina davvero la strada della speranza".
La questione è stata effettivamente discussa, riconosce l'arcivescovo, ma "si è trattato soprattutto di una mancanza di comprensione dovuta a una mancanza di comunicazione da entrambe le parti su cosa sia la Caritas a livello globale e a livello algerino". Il servizio Caritas non riaprirà, ma è stato assicurato che le attività di carità umanitaria della Chiesa potranno continuare "e questo – assicura Vesco - ci è stato ribadito in pieno".
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