Quattro incontri tra fede e cultura per raccontare San Pietro
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“La Basilica di San Pietro possa incontrare il mondo e aprirsi al mondo”. Con questo auspicio il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica Papale di San Pietro e vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, ha presentato questa mattina il ciclo Lectio Petri che prenderà il via, con il primo di quattro incontri, martedì 25 ottobre alle 18:30.
Una figura affascinante e complessa
Sarà il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e fondatore del Cortile dei Gentili, a commentare alcuni tra i passi evangelici più significativi che descrivono l’Apostolo e la sua vocazione. Titolo dell’incontro “La vita di S. Pietro. La sequela, le lacrime e il martirio”. “Pietro – ha spiegato il porporato - è una figura affascinante e complessa, narrata così anche nei Vangeli, con le sue debolezze e le sue fragilità. La sua storia è costellata di momenti diversi, potremmo definirle quasi delle “fasi”, le stesse che potrebbe attraversare un fedele ai giorni nostri: la vocazione, la crisi sfociata nel tradimento, e poi la conversione e la riabilitazione finale. È un personaggio in un certo senso moderno, che merita di essere approfondito. La sua non è solo la storia di una figura aureolata, ma quella di una persona che trascina con sé la sua debolezza”.
Recitazione e musica
L’attrice Alba Rohrwacher, nota e apprezzata a livello internazionale, leggerà i brani del Vangelo che affrontano i temi del primato di Pietro, del rinnegamento e dell’apparizione di Gesù sulla riva del lago di Galilea. Ad arricchire la serata, con un format inedito e originale, sarà la performance musicale di un quartetto d’archi con i brani Ave Verum Corpus di Mozart, Cantate Domino di Händel, Adagio dal Concerto in Do minore per Oboe e Archi di Alessandro Marcello.
Una Chiesa aperta a tutti
Il cardinale Mauro Gambetti avrà il compito di introdurre e concludere la Lectio. “Guardiamo al primo degli Apostoli – commenta - con gratitudine e riverenza, per aver attraversato il Mediterraneo ed essere giunto a Roma, nella città che il poeta Tibullo definì “eterna”, ed aver reso testimonianza del suo amore per Gesù. Pietro ha seguito il Maestro diventandogli somigliante in tutto. Lascia in eredità il mandato di essere fondamento della Chiesa, che si rivolge a tutti i popoli e culture per costruire insieme la fraternità universale. Tale eredità è custodita dalla Tradizione apostolica che ininterrotta giunge fino ai nostri giorni. Alla luce della fede di Pietro, vogliamo illuminare il volto della ‘nostra’ Chiesa e comprendere meglio la Via che, dal Concilio Vaticano II a Papa Francesco, il Magistero addita a tutti i popoli per questo Terzo millennio”.
Teologi in dialogo ecumenico
Quattro in tutto, per il momento, gli appuntamenti in programma. Dopo il primo, sempre di martedì, il 22 novembre dialogheranno tra loro un teologo cattolico, uno protestante e uno ortodosso sul tema del primato petrino. Tema dell’incontro: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Ancora non sono noti i nomi dei relatori. Il cardinale Ravasi ha fatto sapere di avere invitato il teologo e pastore valdese Paolo Ricca.
Pietro, tra fede e cultura
La Lectio Petri del 17 gennaio ruoterà attorno al “Rendere ragione della speranza che è in noi”, il focus si concentrerà sulla figura del Santo nella storia e nella cultura. Ancora una volta interverrà il cardinale Ravasi che commenterà le due Lettere di Pietro e alcuni passi della Lettera di Plinio, una delle fonti più antiche che descrive la vita dei primi cristiani. Le conclusioni saranno invece affidate al professor Giuliano Amato, presidente emerito della Corte Costituzionale italiana e presidente della Fondazione Cortile dei Gentili, con una riflessione sul rapporto tra fede e società.
L’abbraccio dell’umanità intera
“Pietro, il cui nome è il più citato nel Nuovo Testamento, dopo quello di Cristo, – spiega Ravasi - è stato un mediatore tra le Chiese giudeo-cristiane e quelle pagane e, secondo l’Apostolo Paolo, è stato il primo testimone ufficiale della risurrezione di Cristo, ma il suo impatto non riguarda solo la fede e la tradizione cattolica. Questa iniziativa è particolarmente significativa proprio per questo: ogni incontro contribuirà ad offrire un aspetto, un profilo differente dell’Apostolo Pietro, nella teologia, nelle arti, nella storia e nella cultura. Vogliamo rivolgerci alle persone credenti, ma anche ai non credenti» A tal proposito il porporato ha ricordato come Bernini progettando il Colonnato di Piazza San Pietro intendesse rappresentare due braccia capaci di abbracciare non solo i cattolici, ma tutta l’umanità: la Basilica Vaticana è dunque, secondo il fondatore del Cortile dei Gentili, “un luogo interreligioso e interculturale”.
Testimoni, come Pietro
A concludere la rassegna, il prossimo 7 marzo, sarà la Lectio Petri “Quo vadis” con il contributo di personalità del mondo della cultura per raccontare come la figura di Pietro abbia attraversato i secoli nelle arti, nella letteratura e nella musica. “Cominceremo con quattro appuntamenti, ma – svela il cardinale Gambetti - vorremmo ciclicamente ripresentare questi Itinerari di Arte e Fede. Custodire la tomba di Pietro stimola e interpella. Pietro è un missionario da emulare: la sua figura ci dice infatti che il divino può manifestarsi al mondo anche attraverso la nostra povera testimonianza”.
Due percorsi per fedeli e pellegrini
A margine della presentazione, rispondendo alle domande dei giornalisti, il cardinale arciprete della Basilica di San Pietro ha spiegato che è a buon punto il progetto per favorire un percorso più rapido di accesso alla Basilica per chi desidera entrare solo per la preghiera. “Entro l’anno inizieremo questa sperimentazione, sdoppiando i percorsi vedremo come si vanno componendo i due flussi di turisti e di fedeli. Abbiamo conteggiato gli ingressi dal giugno scorso e non sono mai stati al di sotto dei 47mila al giorno. Indubbiamente l’aspetto turistico ha una prevalenza, ma ci sono tante persone che vengono per la preghiera”.
La statua di Sant’Andrea Kim
Gambetti ha anche confermato che una statua del martire coreano Sant’Andrea Kim Taegon, sarà collocata in una delle nicchie che corrono lungo la Basilica: sarà la prima di una serie di sculture dedicate ai santi rappresentativi di Paesi, popoli e aree geografiche.
Un successo il videomapping su San Pietro
Infine il porporato ha commentato con soddisfazione i dati relativi alla proiezione, dal 2 al 16 ottobre scorsi, sulla facciata della Basilica del videomapping “Seguimi. La Vita di Pietro”: “Stiamo completando la raccolta dati. Dalle prime impressioni il bilancio è molto positivo, rincuorante e incoraggiante. La qualità del contenuto è importante e rivolgersi a tutti è un sicuramente un valore aggiunto. L’intenzione infatti è quella di incontrare il mondo: che la Basilica possa essere aperta al mondo”.
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