La Santa Sede all'ITU di Bucarest: il digitale al servizio del bene comune
Michele Raviart - Città del Vaticano
Lo sviluppo della tecnologia digitale nelle comunicazioni deve perseguire il bene comune dei cittadini e ascoltarne veramente i bisogni, perché, come ricorda Papa Francesco, l’ascolto è “il primo indispensabile ingrediente del dialogo e della buona comunicazione”. Ad affermarlo è suor Raffaella Petrini, segretario generale del Governatorato e capo della delegazione vaticana - affiancata da padre Lucio Adrian Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione - che è presente alla “Conferenza dei Plenipotenziari” (PP-22) dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), che termina oggi a Bucarest dopo tre settimane di incontri.
Coordinare le telecomunicazioni nel mondo
Agenzia specializzata delle Nazioni Unite con sede a Ginevra ed erede della storica dell’Unione telegrafica internazionale, l’ITU ha come obiettivo quello di coordinare l’uso internazionale dello spettro delle onde radioelettriche e le orbite satellitare, stabilire degli standard per le telecomunicazioni che valgano per tutti e favorire un accesso equo ed economicamente sostenibile alle tecnologie integrate necessarie per lo scambio di informazioni e comunicazioni (ICT). Sono 193 i Paesi membri, tra cui lo Stato della Città del Vaticano, insieme con altri 800 membri tra società pubbliche e private, istituzioni accademiche ed enti di telecomunicazione internazionali. La “Conferenza dei Plenipotenziari" è il più alto organo decisionale dell’ITU, in cui si definiscono le politiche generali dell’organizzazione e la capacità di questa di incidere sullo sviluppo delle ICT a livello globale. Un settore che per sua natura è costantemente in aggiornamento.
Suor Petrini: promuovere piattaforme di coesione sociale e solidarietà
La partecipazione della delegazione vaticana alla PP-22, spiega suor Raffaella Petrini, “è un’ulteriore opportunità per condividere - in un ampio contesto internazionale in cui i governi, di fronte a molte sfide difficili, si interrogano e si confrontano sugli orientamenti futuri della connettività globale - quei principi che la Santa Sede e lo Stato della Città del Vaticano cercano di applicare nello sviluppo e nell’utilizzo concreto della tecnologia digitale”. In particolare, sostiene, si tratta di “promuovere la crescita di piattaforme globali di comunicazione che siano strumenti efficaci di coesione sociale e di solidarietà, come ha più volte ribadito Papa Francesco; strumenti di integrazione che siano accessibili a tutte le fasce della popolazione, nel rispetto dei diritti umani, delle sensibilità culturali e delle tradizioni, con particolare attenzione alle donne, ai giovani e alle persone con disabilità”.
Padre Ruiz: portare i principi della Santa Sede in ambiti tecnici
“La rappresentanza internazionale della Santa Sede in questi organi decisionali”, sottolinea anche padre Lucio Adrian Ruiz, “è una opportunità per portare in ambiti laici e tecnici come la Conferenza internazionale delle telecomunicazioni sfide e rischi che l’innovazione, l’era della comunicazione digitale e dell’interconnessione globale ha nei confronti della persona umana, nelle sue relazioni, nella salvaguardia e nell’inclusività delle periferie esistenziali, nella tutela dei soggetti a rischio come bambini, adolescenti e anziani”. “Sostenibilità, inclusività, sviluppo e nuove opportunità in campo tecnologico, guidate da principi fondamentali come il rispetto per la vita umana, dignità del lavoro e la cura per la casa comune”, afferma padre Ruiz, “rappresentano la sfida che la Santa Sede può giocare nella trasformazione digitale del terzo millennio”.
Il ruolo della Direzione Tecnologica
In questo approccio non solo meramente tecnico per la Santa Sede è decisivo, evidenzia ancora padre Ruiz, l’apporto del Dicastero per la Comunicazione nella sua quotidianità e specificatamente nella sua Direzione Tecnologica, la cui attività “risulta fondamentale da un lato per consentire un utilizzo delle risorse dello spettro delle onde radio messe a disposizione dalle conferenze ITU - tramite le quali Vatican Media, Radio Vaticana e Vatican News portano in tutto il mondo le immagini e la voce del Santo Padre e della Chiesa Universale, dando voce e risonanza alle Chiese Locali - dall’altro peri coordinarci con gli Stati confinanti per evitare disturbi e interferenze nell’utilizzo delle frequenze stesse”.
Le sfide per il futuro
Per quanto riguarda le sfide del futuro, sottolinea ancora il segretario del Dicastero, “tramite la partecipazione alle varie conferenze di coordinamento in ambito Information e Communication Technology, Mobile 5G e 6G e in particolare nei settori del broadcasting, intelligenza artificiale e internet of things, la Santa Sede è in cammino, ispirata dalla sua missione originaria, ossia portare il Messaggio in ogni luogo, anche a coloro che sono parte del continente digitale”.
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