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Una foto di Isabel Cristina Mrad Campos, uccisa in odio alla fede nel 1982 Una foto di Isabel Cristina Mrad Campos, uccisa in odio alla fede nel 1982  

Francesco ricorda l'eroico esempio di Isabel Cristina Mrad Campos

Il Papa, nei saluti del dopo Angelus, loda la figura della donna, beatificata ieri in Brasile, a Barbacena, uccisa in odio alla fede nel 1982. A presiedere il rito, in rappresentanza del Pontefice, il cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo emerito di Aparecida

Vatican News

Aveva solo 20 anni Isabel Cristina Mrad quando fu uccisa per aver "difeso la sua dignità di donna" e il "valore della castità". Francesco con queste parola l'ha ricordata nei saluti del dopo Angelus: 

Il suo eroico esempio possa stimolare in particolare i giovani a rendere una generosa testimonianza di fede e di adesione al Vangelo. Un applauso alla nuova Beata!

Ieri la beatificazione in Brasile

Ieri mattina il cardinale Raymundo Damasceno Assis aveva elevato agli onori degli altari la giovane brasiliana, vergine e martire dello Stato di Minas Gerais. Nell'ottobre 2020 Papa Francesco aveva riconosciuto il suo martirio ma, a causa della pandemia, non è stato possibile celebrare prima la beatificazione. La cerimonia si è svolta a Barbacena, nell’arcidiocesi di Mariana, nel Santuario di Nostra Signora della Pietà.

Una giovane vita tra studio e preghiera

Nata in una famiglia di modeste condizioni economiche, fin da piccola Isabel frequentò la chiesa parrocchiale. Fece parte del Gruppo dei Giovani della Società di San Vincenzo de’ Paoli, dove un direttore spirituale le trasmise la spiritualità dei Cursilhos de Cristanidade e dei Vincenziani. Inoltre, frequentava spesso il Monastero della Visitazione, praticava la preghiera in famiglia, si confessava con regolarità e partecipava alle campagne organizzate dai Vincenziani. Il suo sogno era quello di diventare medico pediatra. Dopo aver frequentato il corso scolastico, l’8 dicembre 1980 conseguì il diploma di Abilitazione Professionale del Magistero. Trasferitasi a Juiz de Fora (Brasile), per iniziare gli studi di Medicina, andò ad abitare con suo fratello in una casa acquistata dalla famiglia. La sera del 1° settembre 1982, il fratello rientrando in casa la trovò assassinata, con i segni di tentativi di violenza sessuale. Aveva 20 anni. Iniziato il processo penale, fu dichiarato colpevole dell’assassinio Maurílio Almeida Oliveira. Secondo le indagini, recatosi in casa di Isabel, dopo aver alzato il volume della televisione, tentò di violentarla. Da quanto emerso dall’autopsia, lei resistette a tale aggressione, mantenendo intatta la sua verginità. L’imputato fu condannato a 19 anni di carcere. Maurílio Almeida Oliveira ha sempre negato di essere stato l’autore dell’assassinio. Dopo diversi anni di prigione, è fuggito dal carcere rimanendo latitante. Alcuni parenti affermano che sia deceduto.

Muore il corpo non l'anima 

Riguardo al martirio, il processo di beatificazione e canonizzazione stabilì che l’aggressione non fu un raptus momentaneo dell’assassino ma un piano predeterminato che dovette essere correlato con la fede della vittima. La fama di martirio della giovane si diffuse immediatamente. Nella sua omelia, il cardinale Damasceno Assis ha citato le parole di Gesù nel Vangelo, in particolare il riferimento di Matteo 10,28, quando dice: “Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima”. E ha ricordato che, come diceva Tertulliano, il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Il prelato ha lanciato anche un appello perché cessino nel mondo tutte le violenze che colpiscono le donne.  

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11 dicembre 2022, 13:00