Ouellet: sugli abusi manca una riflessione teologica. Rivedere la formazione nei seminari
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
“Risvegliare il sacerdozio dei battezzati, il ruolo, cioè, che i battezzati giocano nel mondo e nella Chiesa. Ma se noi stessi non siamo consapevoli della nostra identità sacerdotale, pensiamo che il nostro ruolo è insignificante nel mondo”. Il cardinale Marc Ouellet, prefetto del Dicastero per i Vescovi, sintetizza con queste parole l’obiettivo di fondo degli Atti del Simposio Internazionale “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”, raccolti in due volumi in italiano, spagnolo, francese e portoghese (in inglese e tedesco saranno pubblicati prossimamente) presentati questa mattina nella Sala Marconi di Palazzo Pio.
Il simposio, promosso dal cardinale canadese insieme al Centro di Ricerca e di Antropologia delle Vocazioni, si è svolto l’anno scorso dal 17 al 19 febbraio in Vaticano. Ai lavori, aperti da Papa Francesco, hanno preso parte circa 500 tra cardinali, vescovi, preti, religiosi e laici, tutti insieme per riflettere sul ministero dei sacerdoti di fronte alle sfide del mondo di oggi e rispondere in modo più ampio ai problemi attuali della vita sacerdotale.
Il dramma degli abusi
Tra questi problemi, anche la questione “urgente e dolorosa” degli abusi a carico dei chierici e la loro gestione da parte delle autorità ecclesiali. Pur non essendo oggetto principale della ricerca, ha spiegato il porporato in conferenza, “non sono stati ignorati, bensì trattati con la consapevolezza che sono necessari strumenti non ancora disponibili”. “Abbiamo studi sociologici, un po' storici, ma manca ancora una riflessione teologica, morale, pedagogica per arrivare a una risposta complessiva a questa problematica”, ha affermato ancora il capo Dicastero, affiancato al banco dei relatori dal vescovo di Mantova, Gianmarco Busca, da suor Linda Pocher, professoressa di Teologia Fondamentale e Mariologia presso la Pontificia Facoltà Auxilium di Roma, e dal cardinale Gianfranco Ghirlanda.
Mancanze nella formazione
Proprio Ghirlanda, soffermandosi sulla questione abusi, interpellato dai cronisti presenti, ha richiamato l’attenzione sul tema della formazione. All’origine dei casi di abusi “c’è stata una mancanza nella formazione, l’incapacità di mettere in luce certi aspetti della personalità dei seminaristi”, ha affermato il porporato gesuita. “Non si dà la colpa a nessuno ma qualcosa non ha funzionato”. La domanda da porsi è “come impostare la formazione per prevenire”, perché va bene rimediare al danno ma il nodo da sciogliere è “come prevenire”. Secondo Ghirlanda, bisogna insistere su “una formazione spirituale, solida, anche dal punto di vista psicologico, per scoprire certe tendenze. Poi, certo, molte cose sfuggono, ma questo è il mistero della persona umana che si manifesta in una maniera impensabile”. Un altro punto fondamentale è, per Ghirlanda, “l’accompagnamento dei giovani preti da parte dei vescovi”: “Ho esperienza - ha detto - di giovani preti che si sentono abbandonati dal proprio vescovo. Sono in difficoltà, non sanno a chi rivolgersi. Se il vescovo è il padre e pastore deve trovare il modo di relazionarsi”.
Laici, coppie, donne come riferimento nei seminari
Per monsignor Busca è importante, in tal senso, “valorizzare la possibilità che i seminari abbiano delle figure di riferimento che non siano solo sacerdoti ma anche laici, coppie, figure femminili che possano permettere una relazionalità plurale”. In passato “certe strutture di seminario erano un po’ dei mondi chiusi che creavano ‘personalità dipendenti’, poco capaci di agire, in scartamento di velocità con il mondo che poi devono incontrare”. Bisognerebbe quindi seguire la via dell’“ingresso graduale”, del “discernimento più attento” e non rispondere “superficialmente” a domande sul senso profondo dalla vocazione. “Come diceva Bernanos, se si parte da equivoco, non si può che arrivare a un compromesso”. Servono “guide”, ha detto Busca, “che possano aiutare questi giovani che, tra l’altro, portano dei vissuti personali che necessitano di letture e maturazioni”.
Da parte sua, suor Linda Pocher ha evidenziato il fatto che quando si parla di abusi, non bisogna riferirsi solamente agli abusi sessuali. Ci sono abusi psicologici, di coscienza, di autorità: quelli che Papa Francesco ha sempre indicato come prodromi delle violenze sessuali. “L’abuso di autorità, ad esempio, è un tema con cui la nostra società si deve confrontare e che va oltre del tema degli abusi sessuali dei sacerdoti”, ha affermato la religiosa. “Bisogna rendersi conto di questo per non fare una caccia alle streghe fine a sé stessa”.
Conoscere bene i candidati
D’accordo il cardinale Ouellet che, a margine della conferenza, parlando con Vatican News, ha affermato: “Il modo di prevenire gli abusi è di strutturare la formazione per conoscere bene le personalità dei candidati, discernere se ci sono delle devianze nel loro modo di comportarsi ma soprattutto dargli una struttura spirituale profonda. La soluzione non è soltanto i controlli, ma un’esperienza di Dio che dà una rettitudine morale e ministeriale”.
“Il vero problema dei sacerdoti oggi – ha aggiunto il capo Dicastero - è che sono un po’ disorientati, depressi, anche per le campagne contrarie a loro. Forse non si sentono sufficientemente accompagnati, apprezzati. Abbiamo un compito importante nella Chiesa per i rapporti tra vescovi e sacerdoti, per risanare una comunione che è assolutamente essenziale per la nostra missione”.
Spazio alle donne
Nelle riflessioni ad ampio respiro che hanno caratterizzato il Simposio, un cenno anche alla questione di un maggiore spazio ai laici e un ruolo più significativo per le donne nella Chiesa. Soprattutto le donne, ha detto Ouellet, che “sono una maggioranza nella vita della Chiesa”. Le riflessioni del Simposio, raccolte nei due libri, sono “un modo di riconoscere il ‘sacerdozio’ della donna, fondamentale, che deve essere accompagnato e nutrito dalla parola dei ministri e dei sacramenti offerti per vitalizzare tutto l’impegno cristiano”.
Alla Gmg di Lisbona
I volumi presentati oggi, ha annunciato poi il porporato in conferenza, “sono destinati ai giovani”. Una parte del comitato scientifico che ha redatto i testi andrà infatti ad agosto Lisbona per la Giornata Mondiale della Gioventù, dove terrà conferenze per vescovi, accompagnatori, ragazzi: “Abbiamo contatti con la direzione della Gmg per dare all’evento un taglio vocazionale”.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui