Corresponsabilità nella Chiesa, Ghisoni: servono processi decisionali condivisi
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Non è ancora diventato normale lavorare fianco a fianco: questa constatazione del cardinale Kevin Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha avviato la presentazione stamane in Sala Stampa vaticana del convegno “Pastori e fedeli laici chiamati a camminare insieme” che si terrà dal 16 al 18 febbraio nell’Aula Nuova del Sinodo, organizzato dal medesimo organismo vaticano, con 210 invitati, 74 conferenze episcopali rappresentate e 29 movimenti ecclesiali. Al termine il Papa si recherà in Aula ad ascoltare i partecipanti.
Un tema sinodale che rimanda al Concilio Vaticano II
"Penso che ci siano tanti apostolati che i preti non sono capaci di svolgere e che sarebbe meglio affidare ai laici", ha continuato Farrell rispondendo ad una domanda dei giornalisti, precisando che "la partecipazione dei laici alla vita della Chiesa rimane sporadica, funzionale a qualche attività circoscritta e demandata dall’alto". Di certo, il tema si innesta pienamente in quello più generale del Sinodo sulla sinodalità, di cui in queste settimane si stanno svolgendo le tappe continentali. Farrell esorta a una maggiore collaborazione tra fedeli laici e Pastori nella catechesi, così come nella liturgia, o nelle attività caritative, in quella strada già indicata dal Concilio Vaticano II. Si tratta di questione avvertita come cruciale in questo tempo e che sta molto a cuore al Papa, tanto che ha chiesto espressamente di essere presente in Aula nella terza giornata e di ascoltare le voci degli invitati.
Indispensabile la formazione
Sarà un'occasione per approfondire la natura e il fondamento della corresponsabilità nei diversi ambiti ma anche per comprendere l'importanza della formazione, ritenuta imprescindibile per gli uni e per gli altri, a cui sarà dedicata una tavola rotonda moderata dal cardinal Matteo Zuppi, presidente dei vescovi italiani. Quattro saranno i relatori nelle tre giornate: Luis Navarro, rettore della Pontificia Università della Santa Croce; Carmen Peña García, della Facoltà di Diritto canonico dell'Università Pontificia Comillas di Madrid, ambedue consultori del medesimo Dicastero; Hosffman Ospino, della School of theology and ministry del Boston College e il cardinal Gérald Ciprien Lacroix, arcivescovo di Québec, membro del Dicastero.
Una esperienza internazionale
L'Africa sarà rappresentata da 20 Paesi, 13 saranno quelli dell'Asia, 7 dell'America del Nord e del Centroamerica, 7 dell'America del Sud e 24 dell'Europa. I delegati iscritti sono in tutto 210 (107 laici, 36 sacerdoti e 67 vescovi) con 74 conferenze episcopali rappresentate e con 29 movimenti ecclesiali. Questi porteranno la loro ricchezza carismatica e gli efficaci itinerari educativi in cui sono coinvolti, ha fatto notare Linda Ghisoni, sottosegretario del Dicastero promotore, aiutando molti laici a vivere la corresponsabilità attiva nella vita della Chiesa. In programma, inoltre, 16 interventi brevi per condividere esperienze già in atto da tutti i continenti, spaziando dalla Papua Nuova Guinea al Messico, dal Madagascar all'India, dal Brasile alla Polonia, dal Guatemala alla Francia.
Promuovere processi decisionali condivisi
Il convegno non è che l'espressione di quell'articolo 132 della Praedicate evangelium, ha spiegato la Ghisoni, che ha sottolineato la necessità di risvegliare la consapevolezza di appartenenza ad un unico corpo che è la Chiesa. Bisogna promuovere processi decisionali condivisi, non settoriali, è stata la sua raccomandazione. È intervenuta anche Andrea Poretti, laica e responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Argentina, raccontando lo storico impegno accanto ai poveri e per la pace come esempio concreto di questa cooperazione. Non bisogna ridurre la missione dei laici nella chiesa a un ruolo puramente funzionale così come i Pastori non possono essere considerati dei manager, ha chiosato il cardinal Gérald C. Lacroix.
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