Krajewski: qualche volta l’amore ti fa ridere di te stesso
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
Qualche volta capita che per sporcarsi le mani come dice il Papa a sporcarsi sia anche la tonaca, pure quella di un cardinale. Perché capita che durante uno spettacolo al circo organizzato per senza tetto, carcerati, famiglie con bambini scappati da mille inferni diversi - Ucraina, Siria, Congo - gente che vive in palazzi occupati tra dipendenze di alcol e droga, e dunque persone che probabilmente hanno una pietra fissa sul cuore e molto poco di cui sorridere, chiedano all’improvviso e con insistenza, durante quello spettacolo, di ricevere un gesto di gioia supplementare e imprevisto, solo perché il calore di quel divertimento così raro per loro li aiuti a dimenticare ancora per un po’ la pietra e gli inferni.
L'impossibile possibile
È l’esperienza vissuta in maniera del tutto imprevista dal cardinale Konrad Krajewski, che sabato scorso ha accompagnato circa duemila persone, con varie e gravi situazioni di disagio e povertà sulle spalle, a uno spettacolo del Rony Roller Circus, durante il quale - su invito della domatrice di elefanti e dietro l’acclamazione del pubblico - si è prestato a giocare con il numero che prevedeva di sdraiarsi sotto il pachiderma ammaestrato. “Io - racconta ai media vaticani il porporato - non conoscevo lo spettacolo e quando la presentatrice ha detto ‘Adesso cerchiamo una persona, ma sarebbe meglio che venisse Don Corrado’, e tutte e duemila le persone hanno cominciato a dire ‘Don Corrado! Don Corrado!’, io in quel momento non potevo fare il contrario. All'inizio avevo ricordato a tutti che il messaggio del circo è che con l’allenamento e la perseveranza l’impossibile diventa possibile e allora - anche se è impossibile che un cardinale possa fare certe cose - ho sentito che quelle parole dovevo metterle in pratica anch’io, che sono un vescovo di strada ed ero in quel momento a condividere quella festa con tutti loro”.
Gente felice
Il cardinale Krajewski spiega che più che considerazioni di tipo mediatico o altro si è trattato di autenticità di rapporti. “Io conosco quasi tutte quelle duemila persone e quando li ho salutati uscendo dal circo ho visto che erano davvero contente, il rapporto si è stretto ancora di più. Mentre mi si avvicinavano e mi ringraziavano mi sono accorto che quel gesto per loro era stato così forte che ha dato forza anche a loro. Eravamo nel contesto di uno spettacolo con gente sfortunata sotto tutti gli aspetti e mi è sembrato di fare come quei genitori quando all'ospedale o a casa hanno il loro bambino che piange e giocano con lui facendo gesti strani e buffi, che visti da fuori sembrano da matti. Invece l'amore è così, può farti anche ridere di te stesso”.
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