A Baghdad cattolici e sciiti insieme per un futuro di pace
Vatican News
Guerra in Ucraina, cambiamenti climatici, estremismo religioso, terrorismo. Sono le sfide che i credenti di diverse religioni possono affrontare insieme in uno spirito di fraternità. Le ha indicate il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, a conclusione del terzo convegno internazionale "Cattolici e Sciiti davanti al futuro. Globalizzazione dell’amore contro quella dell’indifferenza”, svoltosi nella sede del patriarcato Caldeo a Baghdad, ospitato dal cardinal Louis Raphael Sako ed organizzato dalla stessa Comunità insieme all'Istituto Al-Khoei della città santa sciita di Najaf.
La lettera di Francesco
Per l’occasione, il cardinale Ayuso Guixot, prefetto del Dicastero per il Dialogo interreligioso, presente ai lavori, e Riccardi hanno portato una lettera di Papa Francesco al Grande Ayatollah Al-Sistani, a due anni dallo storico incontro tra i due. Intenzione della missiva è rilanciare i temi affrontati allora.
Una tappa del cammino
Fraternità, preghiera, poveri e pace sono stati tra i punti di riferimento di questa nuova tappa nell'amicizia tra cattolici e sciiti che si inserisce in un percorso avviato nel gennaio 2014, quando una delegazione di Sant'Egidio fu invitata a Najaf da religiosi sciiti nello spirito di Assisi, incontrò Al-Sistani.
Fraternità, sfida per l'umanità
Nel corso dell’incontro, il prefetto dei Dicastero per il dialogo interreligioso, ha affermato che “il dialogo tra le religioni non è un segno di debolezza ma una manifestazione del dialogo di Dio con l’umanità: la fraternità è una sfida per l’intera umanità”. Da parte sua monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, anch’egli tra i relatori del convegno, ha sottolineato che “è tempo di rilanciare la visione di un umanesimo fraterno e solidale dei singoli e dei popoli”. Paglia ha spiegato che “tutte le religioni, ma in particolare quelle abramitiche, sono chiamate ad un confronto con il mondo della tecnologia”, che si sviluppa con una velocità superiore a quella delle scienze umane, “offrendo quel contributo di sapienza che salva l’umanità dal cadere nell’abisso”.
Le personalità sciite intervenute hanno messo in luce l’importanza di un dialogo che faccia crescere tra i popoli i valori della fraternità umana nel momento difficile che sta attraversando il mondo, fra tensioni e conflitti. Fondamentali anche lo sguardo e la presenza accanto ai bisognosi. “Ignorare il povero – ha osservato Hussein Al-Kazwini, dell’Alto seminario sciita di Najaf – è come ignorare la fede”.
Oltre la globalizzazione dell'indifferenza
“L’incontro - secondo il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo - apre nuove strade per il superamento della globalizzazione dell’indifferenza in cui le religioni possono avere un grande ruolo per realizzare una globalizzazione dell'amore che supera i conflitti, crea dialogo e nuovi spazi di umanità nel mondo".
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