Donne e sinodalità, presentate due ricerche in Vaticano
Maria Milvia Morciano – Città del Vaticano
Una ricerca condotta in 104 Paesi, in 8 lingue e con più di 17.000 risposte provenienti da donne di tutto il mondo, dal titolo "Synodality according to women, co-responsible for the synodal process". I risultati in progress sono stati presentati questa mattina durante la conferenza, organizzata dall’Ambasciata d’Australia presso la Santa Sede, oltre che dall’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC), con la partecipazione di ambasciatrici presso la Santa Sede e di donne che svolgono incarichi di autorità in Vaticano. Per offrire una prospettiva interreligiosa della leadership delle donne nel contesto del sinodo, ci sono stati i commenti di alcune rappresentanti di altre tradizioni religiose.
Sviluppare il dialogo interreligioso, avanzando insieme nel cammino sinodale sollecitato dal Papa
Maria Lia Zervino, presidente generale dell’UMOFC, evidenzia come l’Osservatorio mondiale delle donne sia stato creato per dare visibilità alle donne che normalmente restano invisibili. Sono state ascoltate le voci delle corresponsabili del processo sinodale a livello diocesano, nazionale o continentale. Queste donne hanno così potuto raccontare la propria esperienza.
“Vogliamo che queste donne siano capite e che la loro gioia e la loro sofferenza sia condivisa perché - e queste sono parole loro, di donne dei diversi continenti - esiste un certo clericalismo che il Papa Francesco vuole superare, come lui stesso ha detto durante la conferenza stampa, al ritorno della Gmg del Brasile, nel 2013: le donne devono essere partecipi dei processi nei luoghi in cui si prendono le decisioni. Le donne di Chiesa, in questo ambito, possono prestare un servizio, perché la nostra prospettiva è fondamentale, è una ricchezza”, afferma Zervino.
“Nel presentare le due ricerche, l’una condotta dall’Australia, l’altra dall’Osservatorio mondiale – continua la presidente dell’UMOFC- dobbiamo ricordare che ci sono con noi donne appartenenti a diverse prospettive religiose. Abbiamo sempre celebrato questa giornata mondiale delle donne con le donne di altre religioni perché questa è la giornata delle donne e non soltanto delle donne cattoliche. Ed è bellissimo sentire che cosa pensano loro del nostro processo di sinodalità all'interno della Chiesa”.
Due ricerche sulle voci delle donne e sui loro pensieri
Chiara Porro, ambasciatrice australiana presso la Santa Sede, ricorda quanto questa giornata dedicata alle donne, celebrata per la prima volta nel 1909, negli Srati Uniti, sia cresciuta in questi anni come importanza, ma anche per i temi diversi che si sono aggiunti e vengono affrontati: dalle violenze alle donne, alla parità nel lavoro. “Per noi è un evento sempre molto importante nell’anno”, dice. E continua: “Stamattina siamo andati all'udienza e abbiamo incontrato Papa Francesco con un gruppo di donne ambasciatrici e anche rappresentanti dell’UMOFC, e ancora donne appartenneti ad altre religioni, alcune suore e lavoratricie del Vaticano. L’incontro è stato una bella esperienza, il Papa ha fatto molto in questi anni dieci anni di pontificato per promuovere le donne”.
"La ricerca - spiega la diplomatica presentando qualche risultato di questo studio così composito e complesso - è stata fatta in 104 Paesi, in 8 lingue e ha ricevuto più di 17 mila risposte da tutto il mondo. E credo che questa cosa abbia evidenziato in particolare la diversità delle opinioni delle donne perché, come si vede nel rapporto che presenteremo oggi, esistono molte diverse opinioni. Questo secondo me è molto importante, perché spesso noi donne veniamo viste come un gruppo omogeneo, ma non è così. Però è importante notare che ci sono delle convergenze tra le donne, tra quelle in Africa, in Asia e quelle negli Stati Uniti. Questo punto di convergenza - sottolinea - riguarda la volontà di partecipazione delle donne, che vogliono essere partecipi. Questa è la costante e credo che questa sia la cosa più importante e che le ricerche ci evidenziano".
Il ruolo delle ambasciatrici
Quindi, cosa possono fare le ambasciatrici presso la Santa Sede? "Siamo 29 ambasciatrici presso la Santa Sede e capo missione donne, siamo più o meno un terzo di tutti gli ambasciatori qui", evidenzia Porro. "Rivestiamo alcuni ruoli molto importanti e rappresentiamo delle leadership: possiamo dimostrare ciò che possiamo fare come donne leader. Un altro ruolo importante che molte di noi hanno è di sostenere le altre donne, sia quelle che lavorano nel Vaticano ma anche, ad esempio, le suore, che svolgono un lavoro incredibile in tutto il mondo ma non sempre sono riconosciute o non siedono spesso al tavolo quando devono essere prese le decisioni. Un ruolo che noi donne ambasciatrici possiamo avere è quello di sostenere queste donne e di usare la nostra posizione per portare la loro esperienza e la loro professionalità anche laddove serve".
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