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Una immagine del processo per la gestione dei fondi della Santa Sede, nell'Aula polifunzionale dei Musei Vaticani (foto d'archivio) Una immagine del processo per la gestione dei fondi della Santa Sede, nell'Aula polifunzionale dei Musei Vaticani (foto d'archivio) 

Processo in Vaticano, i testimoni disertano l’aula del Tribunale

In una quarantina di minuti si è consumata la quarantanovesima udienza del processo sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Tre dei quattro testi previsti non si sono presentati. Nell’aula polifunzionale dei Musei Vaticani, tra gli imputati, erano presenti Fabrizio Tirabassi ed Enrico Crasso

Barbara Castelli - Città del Vaticano

“Il privilegio contro l’autoincriminazione costituisce una ferma garanzia offerta anche dall’ordinamento vaticano”, “sicché mai i testi potrebbero essere obbligati a deporre su fatti da cui possano derivare loro responsabilità penali”. Lo ha dichiarato il presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, Giuseppe Pignatone, leggendo l’ordinanza sul rifiuto di rendere testimonianza da parte di Antonino Becciu e don Mario Curzu, nel corso della quarantanovesima udienza del processo sui fatti di Londra. La loro assenza è stata annunciata in una lettera dell’avvocato Ivano Iai, che parla di “elusione di garanzie” per i due, a loro volta indagati dalla Procura della Repubblica di Sassari, in relazione all’attività della Diocesi di Ozieri, della Caritas locale e della Cooperativa Spes.

Le garanzie della legislazione vaticana vigente

Nell’ordinanza si definisce poi “infondata e irricevibile” la comunicazione “trasmessa a mezzo posta elettronica”, oltre che “gravemente lesiva della funzione giurisdizionale l’affermazione secondo cui ‘in armonia con i diritti riconosciuti alle persone sottoposte a indagini dalla Costituzione e dalle leggi processuali italiane vi è l’impossibilità assoluta per il rev.do don Mario Curzio e il prof. Tonino Becciu di presentarsi davanti al Tribunale dello Stato della Città del Vaticano’”.

“È solo l’implausibilità degli argomenti e il grave travisamento delle categorie giuridiche fondamentali – si legge ancora – a dar vita a un tentativo inidoneo di ‘addebitare’ a una cornice normativa (invero pienamente rispettosa dei diritti fondamentali) le scelte che i signori don Curzu e Becciu, stando alla comunicazione de qua, paiono voler compiere in relazione all’ufficio testimoniale cui sono chiamati”. Dichiarata “illegittima” l’assenza dei testi, è stata rinnovata la citazione per l’udienza del 31 marzo prossimo.

Assente oggi anche l’architetto Luciano Capaldo, già escusso dall’Ufficio del Promotore e dagli avvocati delle parti civili, ma solo parzialmente da quelli delle difese. Viste le disponibilità del teste, è stata convocata appositamente un’udienza per il 29 marzo. Persa questa possibilità, secondo quanto ha rimarcato il Presidente del Tribunale, non ci sarà più occasione di sentirlo.

L’unico a presentarsi è stato Felice Liberatore, cugino di Fabrizio Tirabassi. L’uomo è stato interrogato unicamente dall’avvocato dell’imputato per approfondire alcuni aspetti di accesso ai locali di Celano, appartenenti a Onofrio Tirabassi, oggetto di perquisizione da parte della Guardia di Finanza nel 2020.

Domani l’udienza avrà luogo alle ore 15:30 e sarà data la parola al Comandante del Corpo della Gendarmeria, Gianluca Gauzzi Broccoletti, e al Commissario Stefano De Santis.

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08 marzo 2023, 13:00