La Santa Sede: evitare che la lotta al riciclaggio colpisca l’assistenza umanitaria
Vatican News
Bisogna evitare “che le misure antiriciclaggio e antiterrorismo limitino o impediscano la capacità delle organizzazioni non governative e caritatevoli di fornire assistenza umanitaria a gruppi o individui vulnerabili”: lo ha affermato ieri a Varsavia monsignor Roberto Campisi, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, in occasione della riunione di alto livello di Moneyval, il Comitato di esperti sulla valutazione delle misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo del Consiglio d'Europa.
“L'impegno nella lotta contro il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo e il finanziamento della proliferazione delle armi di distruzione di massa - ha osservato il rappresentante della Santa Sede - è da lodare. Questi crimini rappresentano senza dubbio una minaccia crescente all'integrità dei sistemi finanziari internazionali e minano l'ordinata coesistenza delle società democratiche e dello Stato di diritto. Pertanto, devono essere prevenuti e combattuti con il massimo impegno politico, come rappresentato nella Dichiarazione dei Ministri e dei Delegati di alto livello degli Stati membri e dei territori del Moneyval” adottata nel corso della giornata.
“Una questione fondamentale per la Santa Sede - ha affermato l’Assessore - è l'impatto degli standard del Gafi”, il Gruppo di azione finanziaria, “sulle organizzazioni non profit” e “sulla società civile nel suo complesso. Purtroppo, abbiamo assistito a casi in cui gli standard AML/CFT” (anti-money laundering/countering the financing of terrorism) “sono stati usati impropriamente per ostacolare il lavoro legittimo della società civile e delle organizzazioni umanitarie. Tuttavia - ha concluso monsignor Campisi - dobbiamo ricordare che, come riconosciuto” dal Gafi, “le legittime attività umanitarie delle organizzazioni caritatevoli, comprese quelle basate sulla fede, contribuiscono positivamente alla prevenzione del terrorismo”.
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