Parolin: seguiamo il Papa al Gemelli con affetto, speriamo tutto si risolva presto
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
“Lo seguiamo con il nostro affetto, lo seguiamo con la nostra preghiera, sperando che tutto possa risolversi al più presto”. È l’augurio che il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, rivolge a Papa Francesco che nel primo pomeriggio di oggi, 7 giugno, si sottoporrà al Policlinico Gemelli ad un nuovo intervento chirurgico. La notizia è stata diffusa in mattinata dalla Sala Stampa vaticana, che ha spiegato che si tratta di una operazione “di Laparotomia e plastica della parete addominale con protesi” in anestesia totale, concertata con l’equipe medica, che richiederà una degenza di “diversi giorni”. Il cardinale ha inaugurato alle 12 l’Info Point Iubilaeum 2025, il punto di informazione e accoglienza di tutti i pellegrini che parteciperanno al prossimo Giubileo in Via della Conciliazione. Con una preghiera e la lettura di un Vangelo, il porporato – affiancato da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione - ha benedetto la struttura già operativa da tempo.
L'intervento al Gemelli di Papa Francesco
Poi, a margine, si è fermato con i giornalisti presenti per rispondere alle domande sull’intervento del Papa, il secondo dopo quello del 2021 al colon. Il cardinale alla domanda se fosse preoccupato, ha detto: “Non saprei cosa dire, perché non ho elementi né in un senso né nell’altro”. Nulla da aggiungere al comunicato della Sala Stampa vaticana, che, ha affermato, ha detto “le cose in maniera molto tecnica”, cercando “di dare gli elementi che permettono di inquadrare bene il problema”.
Nessun passaggio di poteri, ha poi aggiunto il segretario di Stato, rispondendo a un'altra domanda. Mentre sulla durata dell’operazione, ha spiegato: “Immagino che sarà qualche ora, il tempo necessario dell’intervento poi riprenderà, anche se da un letto di ospedale, l’attività. Se ci sono cose che devono essere decise e urgenti, si porteranno a lui al Gemelli”.
La missione di Zuppi a Kyiv
Non è mancato nel breve colloquio del cardinale coi giornalisti, un riferimento alla missione del 5-6 giugno del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, a Kyiv, prima tappa della “missione” affidatagli dal Papa per “allentare le tensioni” nella martoriata Ucraina. “La missione del cardinale Zuppi era intesa come una collaborazione, un ulteriore contributo che anche la Santa Sede può dare alla pace”, ha sottolineato Parolin. “Credo che non è avvenuto niente di nuovo rispetto a ciò che il presidente Zelensky aveva spiegato al Papa” durante l’udienza del 13 maggio scorso, quando il leader ucraino aveva chiesto un aiuto del Pontefice e della Santa Sede esclusivamente per riportare a casa i bambini ucraini deportati in Russia e ha riproposto al Papa "la nostra Formula di Pace come l’unico algoritmo effettivo per raggiungere una pace giusta". “La posizione dell’Ucraina è sempre quella”, ha chiarito Parolin, “ma il fatto di parlarsi e sentire posizioni e prospettive un po’ diverse certamente può essere utile e favorevole alla pace. Quali sviluppi ci saranno? Non lo so, dovremo vedere”.
Il possibile viaggio a Mosca
Su un possibile viaggio di Zuppi a Mosca, il segretario di Stato ha riferito che “si vedrà con lui (il cardinale Zuppi, ndr) quali ulteriori passi da fare”. “Da parte del Papa – ha ribadito - l’idea era nata come una missione da compiere nelle due capitali, dovrebbe rimanere aperta la prospettiva di Mosca, però concretamente si vedrà”. Al momento è in programma un incontro tra Parolin e Zuppi “appena ritorna”, poi “naturalmente riferiremo al Papa”.
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