Padre Dri: dal Papa una delicatezza. Continuerò a confessare, per me è una gioia
Sebastián Sansón Ferrari – Città del Vaticano
"È stata una enorme sorpresa". Commenta così fra Luis Pascual Dri, cappuccino argentino, la decisione di Papa Francesco di crearlo cardinale nel Concistoro del 30 settembre annunciato domenica scorsa all’Angelus. Il religioso, 96 anni, è stato confessore del cardinale Jorge Mario Bergoglio che da Papa lo ha citato in più occasioni.
Con Francesco una conoscenza di vecchia data
Il religioso risponde alle domande di Vatican News dal Santuario di Nostra Signora di Pompei, a Buenos Aires, dove amministra il sacramento della riconciliazione per diverse ore al giorno. Da anni. “Per me non fa nessuna differenza”, dice in riferimento al fatto di essere stato inserito dal Papa tra i 21 nuovi cardinali. La domenica 9 luglio, quando Francesco ha fatto il suo annuncio al termine dell'Angelus, Dri stava per andare a confessare e si è immensamente commosso. "Ora sono più calmo", racconta. Sebbene quella con il Papa fosse una vecchia conoscenza, non avrebbe mai pensato che Francesco gli avrebbe affidato questa nuova missione. Si dice infinitamente grato al Pontefice e considera questo gesto "una delicatezza". Presto, confida, contatterà il Papa personalmente per esprimergli la propria gratitudine.
Una vita spesa per il sacramento della Riconciliazione
Nel suo servizio alla Chiesa, la confessione è ciò che ha sempre appassionato padre Luis. “La prima cosa è riconoscere che sono tanto peccatore quanto colui che mi si avvicina”, afferma. Per lui ricevere persone che soffrono molto e sono sopraffatte da vari problemi, è una “grande gioia” poter dare sollievo e poter dire: “Nel nome del Signore ti assolvo”. Il futuro cardinale invita a ricordare che Gesù Cristo ci rende giusti perdonandoci con la sua grazia e lancia per tutti un messaggio di incoraggiamento: "Vai avanti! Rallegrati, senza paura, senza paura". Ci rivela di essere "molto felice" quando può fare "un po' di più" per chi soffre. "Questo è un modo per trovare la pace, la felicità della vita”. Dalla sua sedia a rotelle accoglie con umiltà la chiamata di Francesco. “Il Papa conosce i miei limiti” afferma, sottolineando di essere disposto a fare tutto ciò che gli verrà chiesto e che continuerà a donarsi con tutto il cuore, “con tutta la mia città, senza lasciare nessuno fuori della Chiesa”.
Mai scoraggiarsi perché Dio ci è sempre vicino
Ricordando la sua tappa pastorale in Uruguay, durante la quale, tra gli altri incarichi, è stato educatore nel Collegio e Liceo Secco Illa, il cappuccino racconta di ricevere ancora oggi i saluti dei suoi studenti, felici per gli anni trascorsi con lui. Assicura di avere sempre cercato il rispetto delle persone, non l'imposizione di regole ferree. "Forse sono anziani, sono nonni, sono professionisti - dice, parlando dei suoi ex studenti - mi scrivono ringraziando per quei tempi". Infine. con voce paterna e serena, il religioso lascia qualche parola di speranza agli ascoltatori della Radio Vaticana. In questi tempi difficili, nella Chiesa, nella politica, nella cultura, nella sanità, bisogna affidarsi a Gesù e Maria, perché ci ascoltino e ci accompagnino: "Mai scoraggiamento, mai pessimismo, mai disperazione, perché il Signore è lì e ci ha promesso: 'Io sarò con voi fino alla fine dei tempi'”.
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