Processo vaticano, formulate le richieste del promotore
Barbara Castelli - Città del Vaticano
Sette anni e 3 mesi di reclusione, oltre a 10.329 euro di multa e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È la richiesta avanzata dal promotore di giustizia, Alessandro Diddi, alla sesta giornata di requisitoria, per il cardinale Angelo Becciu, imputato nel processo sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra per abuso d'ufficio, peculato e subornazione. La sessantasettesima udienza del procedimento penale Protocollo 45/19, in poco meno di un’ora, segna così un “passaggio importante” per questo lungo cammino processuale, inaugurato il 27 luglio 2021. Nessuno degli imputati era presente nell’aula polifunzionale dei Musei Vaticani.
Le sanzioni richieste per gli altri protagonisti del processo
Per mons. Mauro Carlino, imputato per estorsione e abuso di ufficio, sono stati chiesti 5 anni e 4 mesi di reclusione, oltre all’interdizione perpetua e a una multa di 8.000 euro. E ancora: per Enrico Crasso, ritenuto responsabile dall’Ufficio del Promotore di riciclaggio e autoriciclaggio, truffa, peculato, abuso d’ufficio, corruzione, estorsione, indebita percezione di erogazione a danno dello Stato, falso materiale di atto pubblico commesso dal privato, falso in scrittura privata, indebita percezione di erogazione a danno dello Stato, sono stati richiesti 9 anni e 9 mesi, oltre all’interdizione perpetua e 18.000 euro di multa; Tommaso Di Ruzza, abuso d’ufficio, abuso di autorità e violazione dei doveri inerenti a un pubblico ufficio, 4 anni e 3 mesi, oltre all’interdizione temporanea e 9.600 euro; Cecilia Marogna, peculato, 4 anni e 8 mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e una multa pari a 10.329; Raffaele Mincione, autoriciclaggio, truffa, peculato, abuso d’ufficio, appropriazione indebita, corruzione, 11 anni e 5 mesi, interdizione perpetua e 15.450 euro; Nicola Squillace, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa e appropriazione indebita, 6 anni di reclusione, sospensione dall’esercizio della professione e una multa per 12.500 euro; Fabrizio Tirabassi, riciclaggio e autoriciclaggio, peculato, abuso d’ufficio, corruzione, truffa ed estorsione, 13 anni e 3 mesi, interdizione perpetua e 18.750 euro; Gianluigi Torzi, riciclaggio e autoriciclaggio, peculato, corruzione, truffa, appropriazione indebita ed estorsione, 7 anni e 6 mesi di reclusione, interdizione perpetua e 9.000 euro; René Brülhart, accusato di abuso di ufficio, 3 anni e 8 mesi di reclusione, interdizione temporanea e 10.329 euro di multa.
Tutto questo, oltre a diverse confische, per un ammontare di svariati milioni di euro; e alle richieste avanzate per le società coinvolte: Logsic Humanitarne Dejavnosti; Prestige Family Office; Sogenel Capital Investment; HP Finance.
I criteri di valutazione dell’Ufficio del Promotore
Prima di “sparare numeri”, come precisato dallo stesso Alessandro Diddi, sono stati illustrati i criteri ai quali si è ispirato l’Ufficio del Promotore per elaborare le proprie richieste. In particolare, è stato citato il Codice Penale in vigore nello Stato della Città del Vaticano, il cosiddetto Zanardelli, risalente al 1889, che, tuttavia, non contiene “una metodologia del trattamento sanzionatorio”. Così un “principio ispiratore” è stato rintracciato nell’articolo 21 della Legge Fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, promulgata da Papa Francesco il 13 maggio 2023, che recita: “Nell’applicare la legge, il giudice si ispira al principio di equità, opera per il ristabilimento della giustizia e favorisce la conciliazione tra le parti. Nelle cause penali, inoltre, il giudice commina la pena in funzione della riabilitazione del colpevole, del suo reinserimento e del ripristino dell’ordine giuridico violato”. Considerando, tra le altre cose, che finora non sono stata avanzate “offerte per risarcire il danno”, ha aggiunto il promotore di giustizia, le richieste sono state concretizzate tenendosi “sempre verso la parte bassa della forchetta” definita dal legislatore.
Un nuovo comunicato della difesa del cardinale Becciu
Conclusa l’udienza, l’ultima prima della pausa estiva, gli avvocati Maria Concetta Marzo e Fabio Viglione, difensori del cardinale Angelo Becciu, hanno diffuso un comunicato stampa. “Le richieste del Promotore di giustizia non tengono conto degli esiti del processo – si legge, tra le altre cose – che ha dimostrato l’assoluta innocenza del Cardinale per l’operazione relativa al Palazzo di Londra e per ogni altra accusa”. “Quanto alle richieste del Promotore – aggiungono – neanche un giorno sarebbe una pena giusta”.
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