Onu, la Santa Sede: si faccia di tutto per la pace in Ucraina e la sicurezza dei civili
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
“La Santa Sede continua ad essere gravemente preoccupata per la sanguinosa guerra in Ucraina”, ribadisce l'appello al cessate il fuoco e chiede l'avvio di trattative per una pace giusta e duratura. È quanto ha affermato monsignor Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede alla 88.ma riunione plenaria dell’assemblea generale dell’Onu, dove ieri si è discusso della situazione nei territori temporaneamente occupati del Paese dell’est Europa.
Fare il possibile per porre fine alla guerra
Il diplomatico vaticano ha inoltre ribadito l’invito rivolto da Papa Francesco all’Angelus del 2 ottobre scorso a “tutti i protagonisti della vita internazionale” e ai “responsabili politici delle nazioni a fare tutto il possibile per porre fine alla guerra” e ha ricordato che il Pontefice, nel suo recente discorso alla delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, il 30 giugno scorso, ha definito l'attuale guerra in Ucraina “un vero disastro”, così come lo sono tutte le altre guerre.
Si intensifichino gli sforzi per il ricongiungimento delle famiglie
Monsignor Caccia ha poi espresso i ringraziamenti della Santa Sede agli “Stati che hanno ospitato e sostenuto i rifugiati”, chiedendo “che gli sfollati continuino a ricevere sostegno umanitario fino a quando non potranno fare un ritorno sicuro, volontario e dignitoso alle loro case”. “La Santa Sede - ha proseguito l’osservatore permanente - esorta a non risparmiare alcuno sforzo per provvedere al rapido ricongiungimento di tutte le famiglie separate dalle attuali violenze in Ucraina, assicurando che sia rispettato l'interesse superiore dei bambini”.
La comunità internazionale lavori per la pace
Citando ancora il discorso di Francesco del 30 giugno scorso, monsignor Caccia ha aggiunto che “di fronte a tali sofferenze, la comunità internazionale non deve rassegnarsi alla guerra, ma lavorare insieme per la pace”, e a tal proposito ha menzionato le “missioni volte all'ascolto e all'individuazione di gesti umanitari che possano orientare verso la via della pace” affidate dal Papa al cardinale Matteo Zuppi.
Utilizzare tutti i mezzi diplomatici per garantire gli aiuti umanitari
La Santa Sede invita tutte le parti a sostenere gli sforzi umanitari al fine di alleviare alcune delle immani sofferenze causate dall’aberrante guerra, ha concluso l’osservatore permanente della Santa Sede, evidenziando che è urgente, come ha detto Papa Francesco ancora il 2 ottobre scorso, “utilizzare tutti i mezzi diplomatici, anche quelli forse finora non utilizzati, per porre fine a questa terribile tragedia”.
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