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Monsignor Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu a New York in una foto d'archivio Monsignor Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso l'Onu a New York in una foto d'archivio 

Monsignor Caccia all'Onu: sì al divieto universale dei test sulle armi nucleari

In una dichiarazione alla riunione plenaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, l'osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio di Sicurezza ONU, ha ribadito il pieno appoggio della Santa Sede all'entrata in vigore del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti di ordigni nucleari che sono causa di gravi danni alle popolazioni dei territori coinvolti

Adriana Masotti - Città del Vaticano

La delegazione della Santa Sede “sostiene gli sforzi per far entrare in vigore il Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari” ed è favorevole anche al "rafforzamento del divieto di sperimentazione di esplosivi nucleari contenuto nel Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW)”. L’osservatore vaticano permanente presso le Nazioni Unite, l'arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, lo ha ribadito intervenendo ieri alla riunione plenaria di alto livello dell'Assemblea Generale dell’Onu riunita per commemorare e promuovere la Giornata internazionale contro i test nucleari.

Francesco sul potenziale distruttivo delle armi nucleari 

Monsignor Caccia ha ricordato l’invito di Papa Francesco alla comunità internazionale ad “imparare da coloro che sono stati colpiti dai test nucleari”. Nel Messaggio tenuto in occasione della Conferenza di Vienna sull'impatto umanitario delle armi nucleari, il 7 dicembre 2014, il Papa li aveva definiti “voci profetiche” perché pongono con forza di fronte al mondo “i rischi delle armi nucleari che hanno il potenziale di distruggere noi e la civiltà".

I gravi danni causati dagli esperimenti nucleari

L’arcivescovo Caccia va con il pensiero al primo test nucleare, 78 anni fa, nel Nuovo Messico, che ha dato il via ad una corsa agli armamenti e alla sperimentazione degli ordigni nucleari per tutti il secolo scorso. E parla delle loro gravi conseguenze “tra cui lo sfollamento, problemi di salute multigenerazionali, cibo e acqua avvelenati e l'interruzione dei legami spirituali delle persone con la Terra, la nostra casa comune”. A soffrirne di più sono stati i popoli indigeni, le donne e i bambini a cui si è data scarsa assistenza, mentre gli Stati, avverte, “hanno l'obbligo morale e legale di ripristinare le vite, le comunità e gli ecosistemi danneggiati da questi test”.

La Santa Sede: mettere al bando armi e sperimentazioni

Il presule, quindi, avverte: “Purtroppo, le prospettive di una ripresa degli esperimenti con esplosivi nucleari rimangono reali” e di fronte a questo rischio è necessaria una risposta. L’osservatore permanente ribadisce, dunque, la posizione della Santa Sede che sollecita l’entrata in vigore del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari e il rafforzamento del divieto di sperimentazione di esplosivi nucleari contenuto nel Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), orientato, quest’ultimo, all’obiettivo fondamentale di “un mondo libero da armi nucleari”. Citando ancora il pensiero di Papa Francesco, monsignor Caccia conclude affermando che “il raggiungimento di un divieto universale dei test sugli esplosivi nucleari e il ripristino delle vite e degli ambienti danneggiati da tali test offrono una strada da percorrere per costruire al loro posto un ‘clima di fiducia e di dialogo sincero".

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30 agosto 2023, 11:18