Glasgow, il campione Bernard Hinault: il ciclismo valorizza la gioventù
Mario Galgano - Glasgow
Tra le migliaia di spettatori a Glasgow, in Scozia, dove è in corso il campionato mondiale di ciclismo, è presente anche la leggenda del ciclismo Bernard Hinault. Cinque volte campione del Tour de France, due volte del Giro d'Italia, domina la scena internazionale tra la fine degli anni '70 e la prima metà degli anni '80. Ai media vaticani spiega cosa significa per lui un campionato del mondo di ciclismo: “È un po' come i nostri Giochi Olimpici”, dice. Il campione è anche ambasciatore per il campionato mondiale del 2027, che si terrà in Alta Savoia (Francia), dove sono previste ancora più discipline perché ne stanno nascendo di nuove. “Sarà fantastico perché ci saranno tutti gli atleti allo stesso tempo, gli olimpionici, i professionisti, gli amatoriali, gli anziani e i giovani”.
La speranza della pace attraverso lo sport
Il messaggio che il ciclismo lancia oggi, in un momento in cui non c'è pace ovunque, è secondo lui la speranza della gioventù: “Si tratta di stare insieme. Non guardiamo al colore della pelle, ma ai valori dello sport", afferma. Poi racconta una bella esperienza vissuta di recente, dove ha incontrato due giovani donne afghane, provenienti da un Paese dove i diritti per le donne sono limitati. Il ciclismo da loro la possibilità di condividere le stesse emozioni, sacrifici e gioie delle donne di tutto il mondo, dice Hinault. "Quando riusciamo a farle venire a gareggiare e a mostrare il loro talento, penso che sia molto, molto fantastico”. Soprattutto sarà un incoraggiamento per molti altri giovani a partecipare: “Forse il fatto che queste giovani donne vengano a correre qui farà cambiare ai leader di questi Paesi qualcosa”.
L'importanza dei giovani
Con uno sguardo al viaggio del Papa in Portogallo per la Giornata mondiale della Gioventù, Bernard Hinault sottolinea quanto è importante il coinvolgimento dei giovani: "Sono il futuro e saranno loro a governare il mondo tra pochi anni. Quindi è molto importante che siamo già con loro, tutti insieme, indipendentemente dalla nazionalità, dal colore della pelle o da qualsiasi altra cosa.” Essere insieme ai giovani significa anche valorizzare la pace, proprio perché saranno loro i leader del futuro, aggiunge il campione. “Penso che il messaggio sia condiviso da tutti: non guardare l'aspetto di una persona, ma la persona in sé. Abbiamo già abbastanza difficoltà in tutto il mondo, quando possiamo dare un piccolo aiuto, è sempre bene.”
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