Gmg, de Mendonça agli influencer: annunciate Gesù ai "prossimi digitali" sul web
Alessandro Di Bussolo e Francesca Merlo - Lisbona
Oggi la Chiesa “ha bisogno di voi, cari influencer digitali, per essere il lievito della speranza in questi nuovi spazi di costruzione sociale che sono i social network e le reti digitali”. Perchè la domanda “non è più se interagiremo o meno con la cultura digitale”, questo è ormai un fatto irreversibile, ma la riflessione che ci viene imposta “è sapere come farlo”. Così il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, ha coinvolto centinaia di giovani influencer digitali nella missione “di tradurre culturalmente il messaggio di Gesù” nel mondo digitale di oggi. Lo ha fatto all’Università cattolica portoghese di Lisbona, nell’omelia della Messa che ha concluso l’incontro tenuto al termine di quello di Papa Francesco con i giovani universitari, promosso dal Dicastero per la Comunicazione.
La Gmg occasione per conoscere il “prossimo digitale”
Momenti della Giornata Mondiale della Gioventù numero 37, in corso nella capitale portoghese fino al 6 agosto, un grande evento, per il cardinale de Mendonça, per poter imparare a riconoscere il nostro "prossimo digitale", perché mette in contatto centinaia di migliaia di giovani faccia a faccia, “per mostrare al mondo che la guerra, la dittatura dell'indifferenza e la disuguaglianza tra gli esseri umani non sono un'eventualità inevitabile”. I giovani possono così realizzare il sogno di Papa Francesco quando parla della necessità di costruire una "cultura dell'incontro" e “ci sfida a essere protagonisti insieme del sogno missionario di raggiungere tutti".
Fantasia per annunciare la fede fuori dalle porte
Cari influencer digitali, ha proseguito il prefetto del Dicastero per la Cultura e l’ Educazione, “ora tocca a voi. Sta a voi innamorarvi di Cristo, fare di Lui il centro della vostra storia personale”. “Il cristianesimo ha bisogno di testimoni che dicano proprio questo - ha spiegato - che lo esprimano in modo credibile prima di tutto con la propria vita”. Il cristianesimo contemporaneo, per il cardinale portoghese ha bisogno della “credibilità esistenziale da parte dei cristiani. Ma ha bisogno anche di una credibilità culturale”. Perchè la cosa peggiore che ci può capitare “è di parlare a noi stessi, di ridurre l'esperienza di fede a una conversazione clandestina o alla cerchia di chi è già convinto, aggrappandoci a un linguaggio che gli uomini e le donne di oggi non capiscono. Gesù è una buona notizia. La missione di oggi vi chiede di abitare il nuovo Areopago. Chiede fantasia e coraggio per annunciare la fede fuori dalle porte, in contesti eterogenei, dove la tradizionale presenza dei religiosi non arriva, o arriva in modo trasformato e rarefatto”.
“Fate sentire che voi siete la Chiesa”
E infine il cardinale de Mendonça ha ricordato ai giovani influencer che “La Chiesa è un lavoro di squadra”: a volte vediamo “che le reti sociali funzionano come una bolla, dove la polarizzazione e il rifiuto sono facilmente normalizzati”. Trionfa così “la logica dello specchio e una certa tribalizzazione del discorso, molto diversa dalla missione sinodale che Gesù ci affida. Egli ci esorta a camminare verso gli altri”. Fate sentire, è stato il suo appello finale “la vostra capacità di sognare, il vostro desiderio nel cuore della Chiesa. Fate sentire che voi siete la Chiesa. Riempitevi della vostra giovinezza, della vostra gioia. Agite come corresponsabili di lei e della sua missione”.
Ruiz: “Influenzatori della tenerezza e della misericordia di Dio”
Al termine dell’omelia i giovani si sono avvicinati ad un grande crocifisso, dipinto con i colori della Gmg, per apporre su di esso un post-it ciascuno, che era stato precedentemente consegnato loro all'ingresso. Ogni giovane, così, ha offerto al Signore i propri username sui social media, che aveva accuratamente scritto sul post-it all’arrivo. E successivamente, monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione, chiedendo la benedizione del cardinale celebrante sui giovani influencer, li ha definiti "influenzatori della tenerezza e della misericordia di Dio" come Maria. Da un anno a questa parte, il progetto "La Chiesa ti ascolta", ha spiegato Ruiz, che accompagna il Sinodo della Chiesa, definito "Sinodo digitale", ha scoperto questo fiume di grazia, di amore e di missione, mettendoli insieme, facendo sentire loro la carezza della Chiesa, che vede e valorizza la missione e li stimola a essere una "Chiesa in uscita" e ad andare "ai confini esistenziali".
Ruffini: costruiamo nei social una comunicazione diversa
Prima della celebrazione, in questo primo incontro (venerdì sera 4 agosto il secondo, dopo la Via Crucis della Gmg), le parole di benvenuto del prefetto del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini e del segretario Ruiz, che ha consegnato a tutti i partecipanti una piccola croce di legno e un'icona benedetta da Papa Francesco. Ruffini ha ringraziato tutti i giovani influencer “per aver accompagnato con le vostre riflessioni la nostra riflessione pastorale sulla presenza cristiana sui social network”. Se il digitale è il nostro tempo, ha spiegato, “siamo tutti missionari digitali. Dobbiamo essere tutti pienamente presenti”. I giovani come nativi digitali, e “chi, come me, viene da un'altra epoca”, come migranti digitali.
Una rete che libera e non cattura
Insieme per “fare rete tra di noi”. Il Dicastero ha cercato di proporlo con il documento “Verso la piena presenza”. Ora è tempo di passare dalle parole ai fatti. “Costruire nelle reti sociali una comunicazione veramente diversa. In grado di creare comunione”. Va creata, per il prefetto del Dicastero per la Comunicazione “una rete di testimoni consapevoli della differenza tra lo Spirito che ci unisce e gli algoritmi che non riescono a percepire l'amore in cui tutto sussiste”. Testimoni capaci di “donarsi agli altri, senza pretendere di essere qualcuno. Solo così la nostra rete sarà diversa. Una rete di libertà che ti libera, non ti cattura. Una rete animata - come ci ha detto ieri il Papa - da una "buona inquietudine".
Tagle: “Solo Gesù ci renderà veri influencer”
Tra i concelebranti anche il cardinal Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, che si è augurato che gli influencer digitali trovino “un modo per comprendere e praticare l'influenza basata sul Vangelo o, meglio ancora, per imparare da Gesù come influenzare gli altri”. E li ha invitati a guidare i propri vescovi, sacerdoti, religiosi e coetanei “in questo territorio come terreno fertile per il ministero e la missione”: ricordando che “ogni influencer che vuole essere un evangelizzatore deve essere influenzato da Gesù e dal suo Vangelo. Solo Gesù ci renderà veri influencer. Il mondo ha già molti falsi influencer per falsi scopi”.
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