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Schizzo della facciata della Basilica di S. Pietro con il progetto dell'installazione © Virna Mastrangelo - Greenatelier Schizzo della facciata della Basilica di S. Pietro con il progetto dell'installazione © Virna Mastrangelo - Greenatelier

Un bosco simbolico sul sagrato di San Pietro, piante diverse ma “Together”

Una scenografia multiforme di arbusti, graminacee, erbacee e fioriture è l’installazione green realizzata da Confagricoltura e Assoverde che farà da cornice a “Together - Raduno del Popolo di Dio”, la veglia presinodale che si svolgerà il 30 settembre, in Piazza San Pietro. L’architetto paesaggista Mastrangelo: non è semplicemente una decorazione ma l'evocazione della biodiversità degli ecosistemi

Maria Milvia Morciano - Città del Vaticano

Frammenti di natura per evocare la biodiversità degli ecosistemi: è l’installazione “verde” che decora la Basilica di San Pietro  e la piazza in occasione di “Together - Raduno del Popolo di Dio”, la Veglia di preghiera alla vigilia della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in programma sabato prossimo, 30 settembre. Un addobbo floreale e arbustivo per evocare la biodiversità e il rispetto di cui necessita, realizzata grazie a Confagricoltura, la Confederazione sensibile ai temi della responsabilità sociale e dei bisogni della collettività in tema di ambiente, con la collaborazione di Assoverde e dell’architetto paesaggista Virna Mastrangelo, referente per il Lazio dell'Associazione con il suo studio Greenatelier.

Ascolta l'intervista a Rosi Sgaravatti

L’imprenditrice Rosi Sgaravatti, presidente di Assoverde, l’associazione italiana che dal 1982 opera sul territorio nazionale e promuove la salvaguardia ambientale, del paesaggio e del suolo, spiega ai microfoni dei media vaticani il significato di questa iniziativa.

Confagricoltura porta la biodiversità in piazza San Pietro. Cosa significa?

Non solo Confagricoltura ma anche Assoverde, Associazione Italiana dei Costruttori del Verde, collegata a Confagricoltura, che si impegna anche nella salvaguardia dell'ambiente. Siamo un'associazione che conta oltre 200 aziende vivaistiche e liberi professionisti in tutta Italia. Seguendo l'enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, abbiamo letto le sue indicazioni che riguardano il verde e ci sono piaciute moltissimo, così abbiamo cercato, attraverso questo piccolo segno, di rendere omaggio al Santo Padre che ha ricordato i valori universali dell’ambiente, quelli che noi sosteniamo e quelli che noi cerchiamo di rendere più attuali affinché tutti se ne rendano consapevoli, perché se ne parla molto, ma la consapevolezza profonda, secondo me, non c'è ancora. Se una pianta è assetata e nessuno si presta a darle un goccio d'acqua la consapevolezza non c’è.

Lei ha parlato di Confagricoltura e di Assoverde, quali sono gli altri partner?

Sono i nostri soci di Assoverde come Enzo Margheriti, che ha fornito le piante e Onofrio Mazzarelli, come pure, per così dire, la nostra rappresentante, l'architetto Virna Mastrangelo, che ha seguito tutto il progetto cercando, attraverso i colori e le piante, di dare un bell’impatto sulla piazza che è molto grande. C'è stato un grande lavoro per non appesantire troppo l’allestimento, perché ci sono dei limiti dati ad esempio dal peso stesso delle piante e fare in modo che non rovinino la pavimentazione. Allo stesso tempo, l’installazione non deve competere con le meravigliose colonne della piazza. Abbiamo cercato di portare un segno di gioia e di colore per ricordare l’enciclica del Papa, la natura e il creato come opera di Dio che va salvaguardata insieme a tutte le creature che ne fanno parte.  È un simbolo che vuole riassumere l'ambiente naturale, la società, le culture e le istituzioni.

Queste piante sono state scelte secondo un criterio particolare?

Sono state scelte sotto vari punti di vista: intanto per rappresentare dei simboli e poi, come ho già detto, perché dovevamo in qualche modo salvaguardare la pavimentazione e l’architettura. Siamo stati costretti nella scelta, ma tutte le piante sono sempre importanti, soprattutto le sempreverdi, simbolo della vita, di morte, di rinascita.

Si parla del “Libro bianco del verde”, cos'è?

Abbiamo in concreto questa iniziativa, il “Libro bianco del verde”, che è giunta alla terza edizione. Con la prima abbiamo voluto far conoscere a tutti come si attua la corretta manutenzione del verde e come si deve mantenere, poi c’è stata la seconda edizione su quanto il verde è importante per la salute delle persone, infine la prossima, la terza, verterà sull'acqua. Sono tutti temi cari all'ambiente e molto importanti per la salvaguardia della salute. Questa iniziativa è stata portata in giro nelle città italiane, in molte regioni italiane, per far conoscere e soprattutto per coinvolgere le persone, perché tutti insieme dobbiamo essere uniti in questa lotta per il verde, soprattutto perché, come ha detto anche il Papa, questa poca attenzione, questo sentire il paesaggio come cosa non propria ma di qualcun altro non rende partecipi è cosa estremamente grave, che non dà attenzione al paesaggio: buttare le cicche per terra, l’immondizia, non dare acqua alle piante pur vedendo che stanno soffrendo, insomma questa poca cura… Vogliamo fare in modo che, attraverso questa iniziativa, le persone diventino parte attiva nella manutenzione del verde, perché solo questo è importante, che uno si senta parte della natura, che senta il paesaggio anche suo, non una cosa a lui estranea.

Al di là dell'iniziativa in piazza San Pietro, qual è l'impegno di Confagricoltura insieme ad Assoverde per la biodiversità?

Sempre insieme ad Assoverde e adesso anche a Kèpos, associazione di promozione sociale, cresciuta con noi insieme a Confagricoltura, stiamo progettando un parco della salute urbano nel quale ci saranno segnate tutte le qualità che deve avere un parco per essere considerato tale e ottenerne la certificazione. Si terrà conto di tutto, dalla biodiversità alle piante invasive. Gli argomenti sono estremamente vari.

Pianta del sagrato di San Pietro e della piazza con l'installazione © Virna Mastrangelo - Greenatelier
Pianta del sagrato di San Pietro e della piazza con l'installazione © Virna Mastrangelo - Greenatelier

L'architetto paesaggista Virna Mastrangelo parla dei motivi, degli obiettivi e dei simboli che hanno ispirato il progetto dell'installazione.

Ascolta l'intervista a Virna Mastrangelo


Architetto Mastrangelo, ci descrive l'installazione green che lei ha progettato per il sagrato di Piazza San Pietro?

Noi con questa installazione vogliamo portare sulla piazza dei frammenti di natura. Abbiamo pensato di realizzare, lungo il prospetto della basilica, un frammento di bosco con piante abbastanza alte, intorno agli otto, sei metri, che richiamino l’associazione di piante diverse che noi possiamo trovare in un bosco, proprio a rievocare la biodiversità, anche con la presenza del selvatico, nella piazza in occasione della veglia di preghiera “Together”. Ciò che vogliamo ottenere è stimolare un sentimento di biofilia e sottolineare la presenza, in questo evento, anche della natura, perché nel messaggio di Papa Francesco è chiaro che è ora di prendersi cura della nostra casa comune, quindi del nostro pianeta.

Questo bosco che zona geografica propone e cosa l'ha ispirata proprio dal punto di vista progettuale?

Sarà un elemento simbolico, non propone un’associazione vegetale di un determinato ecosistema ma piuttosto è una rappresentazione che mette insieme piante che comunque fanno parte dei nostri boschi o anche di altre zone ma aventi forme e colori diversi per simboleggiare proprio la diversità che insieme porta all'unità, formando una forma, una massa compatta e variopinta.

In particolare quali piante ha scelto e perché?

Ci sono due questioni: una è l'opportunità, quindi avere delle belle piante piene e rappresentative. La facciata di San Pietro ha delle dimensioni tali per cui qualsiasi elemento scompare e diventa veramente molto molto piccolo, quindi un criterio è stato quello dell'opportunità. L'altra questione è nella bellezza del singolo e nell'equilibrio del singolo individuo nella varietà. Abbiamo scelto ad esempio dei fagus selvatici, delle querce che insieme creeranno un'armonia.

Ci sono anche i colori immagino…

Sicuramente abbiamo la varietà del fogliame e dei verdi nell’installazione di fondo e sulle scale invece lavoreremo con una sorta di parterre verde in cui ci sarà l’inclusione di colori. Lavoreremo con masse diverse,  diversi verdi e diverse forme, proprio a simboleggiare che si tratta di un'installazione simbolica e non di una decorazione. I fiori saranno quelli che in questo periodo sono ancora presenti come la gaura, che è nell'ultimo periodo della sua fioritura, avremo dei contrasti tra i verdi delle diverse specie e lavoreremo anche con i ciclamini che vengono offerti dagli olandesi.

Qual è la difficoltà maggiore che lei trova nell'esercitare questa professione?

Spesso non c'è una grande consapevolezza né dell'attività che si svolge, né dei tempi della natura, anche se in realtà la natura trova sempre il suo equilibrio ed è fonte di meraviglia continua, ma in generale è un qualcosa a cui in generale la gente non è abituata. Quindi l'attenzione cade nel volere tutto subito, quando la natura ha dei tempi che vanno rispettati, nel volere per esempio delle fioriture a tutti i costi nei periodi in cui non ci sono, quando la bellezza sta proprio nel rispettare i tempi. Allo stesso tempo, devo dire che le persone che ci chiamano si affidano e poiché l'attività del paesaggista è anche un'attività di sensibilizzazione ed "educazionale" nei confronti di questo rapporto, spesso chi ci chiama è anche disponibile a un cambiamento di visione. Un paesaggista porta avanti una visione sistemica. Quello di cui ci occupiamo sono le relazioni invisibili tra le diverse piante o anche le relazioni tra le persone, le piante e gli animali, di conseguenza ci occupiamo anche di ecosistemi.

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28 settembre 2023, 14:33