Gmg diocesana, padre Chagas: dai social i giovani seminatori di speranza
Sebastián Sansón Ferrari e Tiziana Campisi - Vatican News
Si celebra domani, 26 novembre, a livello diocesano, la 38.ma Giornata mondiale della gioventù. È stato Papa Francesco, nel 2021, a volere questo appuntamento nelle Chiese di tutti i continenti nel giorno della solennità di Cristo Re dell’Universo. “In questi due anni di preparazione al Giubileo mediteremo prima sull’espressione paolina ‘Lieti nella speranza’, per poi approfondire quella del profeta Isaia: ‘Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi’”, scrive il Pontefice nel suo messaggio per l’occasione, aggiungendo che “davanti ai drammi dell’umanità, soprattutto alla sofferenza degli innocenti” è possibile essere espressione dell’amore di Dio “che fa nascere la gioia e la speranza anche dove sembra impossibile”. E la speranza cristiana, chiarisce Francesco, “è la certezza, radicata nell’amore e nella fede, che Dio non ci lascia mai soli e mantiene la sua promessa”.
Il Papa propone, nel suo messaggio, di “cercare di condividere ogni giorno una parola di speranza”, spiega ai media vaticani padre João Chagas, responsabile dell'Area giovani del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, sottolineando quanto sia importante inondare l'areopago digitale di contenuti positivi.
Il tema quest'anno è “Lieti nella speranza”. Dopo il periodo buio della pandemia, in mezzo a tante guerre, come diventare seminatori di speranza?
Il messaggio del Papa per la 38.ma Giornata mondiale della gioventù è molto ricco, pieno di spunti e c’è un passaggio in cui invita i giovani a un incontro con Cristo nella preghiera ogni giorno, e poi tutti i giorni a fare delle scelte, nella vita quotidiana - dalle più semplici alle più importanti - che possano diventare semi di speranza per loro stessi e anche per tutti coloro che li circondano. Il Papa invita anche a riflettere su cosa scriviamo sui social, quali messaggi diffondiamo, se rilanciamo fake news, se creiamo messaggi di violenza o di odio, e chiede di lanciare ogni giorno un messaggio di speranza e in particolare ai giovani di farlo per i loro coetanei. Il Papa in pratica, esorta ad accogliere Cristo come speranza nella propria vita per poi diventare seminatori di speranza.
Lei ha ribadito questo invito del Papa, nel messaggio per la 38.ma Giornata mondiale della gioventù, di condividere ogni giorno una parola di speranza, come possono farlo i giovani che oggi consumano tanti contenuti tramite i social?
Noi, per esempio, come Dicastero, con i nostri contatti di pastorale giovanile delle conferenze episcopali in tutto il mondo, anche i movimenti che lavorano con la gioventù, li stiamo invitando per questi giorni e per tutta la settimana successiva alla solennità di Cristo Re dell’Universo, e quindi anche dopo la Giornata mondiale della gioventù, a condividere, ogni giorno, un messaggio di speranza, testimonianze personali, notizie cose positive, che possono essere strumenti di rinnovamento della speranza. Poi i giovani sono più bravi a creare loro stessi forme, far diventare virale il messaggio del Papa. Magari scegliendo una frase, una espressione, un paragrafo, per condividerlo. Anche gli adulti lo stanno facendo. Possiamo sempre diffondere questi messaggi della speranza, con le forme più tradizionali o con quelle più moderne.
Cosa resta nello spirito dei ragazzi di tutto il mondo dopo la GMG di Lisbona? Come si preparano per il Giubileo del 2025 e per questo camminare insieme che ci propone il Papa?
Si avvicina l’Avvento, che è un tempo di speranza. In una predica che ho ascoltato il cardinale Cantalamessa ha detto che l'attesa è vita, la vita è un'attesa e l'attesa è vita. Chi non attende più niente nella vita e dalla vita è morto. Allora, la Gmg più attesa di tutte è stata quella di Lisbona, perché ci sono stati 4 anni e mezzo di attesa, credo sia stata per l'attesa è più lunga e, parlo a partire dalla mia esperienza, poche volte ho sentito dai partecipanti dire con tanto entusiasmo che una Gmg è andata molto al di là di tutte le loro aspettative. Questa è la speranza cristiana: c'è una attesa, ma quando si realizza il motivo della nostra speranza, Dio ci da sempre molto al di là di tutte le nostre aspettative. La Chiesa è sempre in cammino e il Papa dice giovani che loro sono la gioiosa speranza di una Chiesa e di una umanità sempre in movimento. I giovani hanno aiutato la Chiesa a risvegliare la dimensione della sinodalità nel Sinodo a loro dedicato nel 2018 e per attuare il recente Sinodo sulla sinodalità abbiamo tanto bisogno dei giovani. Questo camminare insieme passa per il protagonismo dei giovani e vogliamo che i giovani diventino sempre più protagonisti. Adesso ricordiamo 5 anni del Sinodo dei giovani del 2018 e a marzo saranno cinque anni dalla Christus vivit, ed è un tempo anche, per gli animatori di pastorale giovanile, in tutto il mondo, di fare il punto della situazione e rilanciare questo cammino postsinodale del Sinodo del 2018 dei giovani.
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