Athletica Vaticana: superare le diversità con il padel inclusivo
Michele Raviart - Città del Vaticano
Quando a sfidarsi punto a punto sono una ragazza su una sedia a rotelle e un ambasciatore. Quando è la quinta giocatrice nel ranking degli Stati Uniti a insegnare a ragazzi autistici come tenere in mano una racchetta di padel o un professionista a sfidarsi con gli ospiti della Caritas di via Marsala, ecco allora che alcune dei luoghi comuni spesso associati allo sport e alla sua unica capacità di rendere tutto uguali non sono più solo slogan, ma una vera espressione di inclusione e fraternità. A testimoniarlo è l’iniziativa promossa da Athletica Vaticana insieme all’Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede che nell’ambito dell’iniziativa “Sports Diplomacy”, hanno organizzato martedì 14 novembre una giornata di padel inclusivo al Villa Pamphili Padel Club di Roma.
Uniti nello sport
Un pomeriggio di incontri non competitivi a cui insieme agli sportivi di Atheltica Vaticana hanno partecipato ragazzi disabili – in particolare con sindrome di Down e con autismo e accompagnati dalle associazioni “Padelmania per il sociale” e “Siamo delfini”, alcuni studenti dell’Istituto statale di istruzione specializzata per sordi “Magarotto” e i ragazzi dell’associazione “21 luglio”, che si occupa di famiglie vulnerabili a Tor Bella Monaca. “Non vedo l’ora di giocare e non mi pongo limiti sul risultato finale”, afferma con ironia Mohammed, ospite della Caritas con un passato di droga. “So che il primo classificato vincerà una macchina”, scherza Regis, da tanti anni in Italia e proveniente dalla Repubblica del Congo, in difficoltà economiche dall’inizio della pandemia e anche lui ospite di via Marsala.
Coinvolgere i ragazzi e stare insieme
“La cosa fondamentale è stare insieme e far divertire i ragazzi, perché è importante che loro si sentano coinvolti in ogni attività, specialmente poi lo sport è un veicolo importante per loro”, afferma Umberto Ugolini, vicepresidente dell’associazione “Siamo delfini-impariamo dall’autismo”, che accompagna suo figlio Gabriele. “Giornate come questa aiutano anche a far conoscere una realtà ancora poco conosciute”, come quella dell’autismo. Ad accompagnare i giocatori di questo pomeriggio di solidarietà, con lezioni sui fondamentali del padel due atleti professionisti, la paraguaiana Andrea Samson, che vive negli Stati Uniti e si impegna a promuovere il suo sport tra le donne e Anderson Good, che viene dallo squash e gioca a padel dal 2020. “Questa è una fantastica opportunità di utilizzare il padel per poterci riunire”, sottolinea, “lo sport è sempre stato un modo fantastico per far stare insieme le persone e quindi siamo entusiasti di essere qui”.
Sport e diplomazia per la cultura dello sport
Good è impegnato nel promuovere il rapporto tra diplomazia e sport e “sports diplomacy” è proprio il programma promosso dal Dipartimento di Stato statunitense e che vede collaborare atleti e allenatori con le ambasciate i consolati nel mondo per promuovere la cultura dello sport. “L’obiettivo è quello di raggiungere l’amicizia attraverso lo sport”, spiega l’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Joe Donnelly. “Insieme all’Athletica Vaticana condividiamo la visione dello sport proposta da Papa Francesco di amicizia e di lavoro di squadra”, ha aggiunto, “noi siamo un team con l’obiettivo di rendere la vita di queste persone migliore e bella ogni giorno”. “Il sociale rimane uno dei punti fondamentali dello sport”, ribadisce la co-proprietaria del Villa Pamphili Padel Club Alessia De Soller e “nel nostro caso è sicuramente una sensazione che con il nostro impegno abbiamo contribuito a rendere felice qualcuno”
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