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L'intreccio dei media in un mondo sempre più interconnesso L'intreccio dei media in un mondo sempre più interconnesso 

Ruffini: comunicare con stile cristiano è dare un messaggio di bellezza

Il prefetto del Dicastero per la Comunicazione è intervenuto a Lagos, in Nigeria, per il 50.mo dell'istituzione del Cepacs, il Comitato episcopale panafricano per le comunicazioni

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano

Comunicare e comunione sono due parole che hanno “la stessa radice”. Una consapevolezza che per chi lavora nei media della Chiesa, e in quelli vaticani in particolare, è una bussola che orienta il lavoro di tutti i giorni. Perché “la comunicazione non è solo informazione” ma “è molto di più”. Paolo Ruffini è nella città nigeriana di Lagos e si rivolge alla rappresentanza del Cepacs, il Comitato episcopale panafricano per le comunicazioni, per sottolineare un punto ineludibile per chi opera nel settore. La comunicazione, precisa, “è il dono che Dio ci ha dato, esseri umani creati a sua immagine, per essere in relazione gli uni con gli altri, per costruire una comunità e per tessere la comunione tra di noi”. E quindi una visione da cui discende uno stile.

L’anima che viene dal Concilio

L’occasione dei 50 anni del Cepacs, creato nel ’73 per formare i professionisti dei media in Africa, è dunque un momento di disamina su come la Buona notizia per eccellenza, il Vangelo, si fa notizia secondo flussi e modalità di oggi. Ruffini, parlando nella mattinata di domenica 19 novembre nella Cattedrale della Santa Croce, ricorda che esattamente 10 anni prima del Cepacs, il Vaticano II aveva visto promulgare come primi documenti dell’assise la Sacrosanctum Concilium sulla liturgia e il Decreto Inter Mirifica sulla comunicazione sociale. Con Paolo VI a sottolineare che la “comunicazione sociale attesta apertamente che la Chiesa gode della capacità di connettere la vita esteriore con l'interno, l'azione con la contemplazione, l'apostolato con la preghiera".

Media e saggezza del cuore

Lo sviluppo impetuoso registrato dal settore e insieme il traguardo giubilare del Cepacs diventano allora per Ruffini lo stimolo a “cercare, tutti insieme, il modo di muoverci verso uno stile di comunicazione più cristiano”. E il magistero di Papa Francesco, osserva, indica la direzione di marcia in particolare con i messaggi per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, l’ultimo dei quali riflette su una delle frontiere più avanzate dei media, l’intelligenza artificiale, vista in rapporto alla “saggezza del cuore” per una “comunicazione completamente umana" e questo, soggiunge il prefetto vaticano, “ha bisogno di cura”.

Pentecoste, non Babele

“Insieme, attraverso la radio, attraverso il web e attraverso i social media, possiamo costruire - ha concluso Ruffini - un sistema con la missione di nutrire la parola della verità, basato sull'esperienza di Pentecoste intrecciata con lo spirito della condivisione anziché quello di Babele (…) Lasciamo che il messaggio viaggi da persona a persona come qualcosa di bello perché è vero. Bello perché è vissuto personalmente. Bello perché racconta della bellezza”.

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19 novembre 2023, 13:00