La riqualificazione della caserma della Guardia Svizzera Pontificia
L'Osservatore Romano
Il progetto di riqualificazione della caserma della Guardia Svizzera Pontificia e di valorizzazione del Passetto di Borgo e di Porta Sancti Petri, nella Città del Vaticano, è stato presentato alla stampa stamattina, giovedì 7 dicembre.
L’opportunità di riqualificare gli ambienti della caserma, con una particolare attenzione ai criteri di sostenibilità ecologica e di adeguamento sismico, si sono resi necessari dopo la riforma del Corpo avviata da Papa Francesco nell’aprile 2018. A seguito di ciò, l’effettivo della Guardia è aumentato da 110 a 135 unità ed è stata estesa la facoltà di contrarre matrimonio — prima riservata agli ufficiali — a tutti i militi dopo i primi cinque anni di servizio. Pertanto, la nuova caserma, il cui progetto preliminare è stato curato dagli architetti svizzeri Pia Durisch e Aldo Nolli, propone una nuova e più funzionale sistemazione dei locali, adeguati alle odierne esigenze. Al tempo stesso, rivolge una particolare sensibilità alle istanze di tutela del patrimonio storico e archeologico dell’area e dell’impianto urbano circostante.
Essendo la Città del Vaticano sito del patrimonio mondiale dell’Unesco, ogni progetto edilizio di rilievo sul suo territorio deve essere sottoposto a un esame da parte di esperti. Per questo, l’organizzazione delle Nazioni Unite ha affidato l’analisi del progetto a rappresentanti dell’International Council on Monuments and Sites (Icomos) e dell’International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (Iccrom). La missione degli esperti si è svolta il 26 e 27 giugno scorsi: positiva la valutazione complessiva del progetto, che è stato presentato dalle autorità della Santa Sede, cioè la Segreteria di Stato e la Commissione permanente per la Tutela dei monumenti storici e artistici, dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e dagli architetti dello studio Durisch e Nolli di Massagno, accompagnati dagli ingegneri Schnetzer-Puskas di Basilea.
Il rapporto, pubblicato sul sito https://whc.unesco.org/fr/list/286/documents, evidenzia la fatiscenza degli attuali edifici della caserma, caratterizzati da notevoli dislivelli, collegamenti impraticabili e locali angusti privi di servizi igienici individuali.
Riguardo all’impatto diretto del progetto sul quadrilatero storicamente denominato “Quartiere degli svizzeri”, il progetto opta per la demolizione integrale dei due corpi di fabbrica risalenti ai pontificati di Leone xii (1823-1829) e Pio xi (1922-1939). Erano stati costruiti grazie all’abbattimento di edifici preesistenti e rispetto ai quali si è ritenuto che non sussistano caratteristiche architettoniche di pregio. Il motivo fondamentale che giustifica questa opzione risponde alla gerarchia dei monumenti che contribuiscono a definire la rilevanza storica dell’area su cui sorge la caserma e che risultano costitutivi dell’«eccezionale valore universale del sito». In tal senso, il “monumento principe” che ha guidato Giulio ii nella decisione di alloggiare la Guardia in quel preciso isolato, è il Passetto di Borgo (passaggio sopraelevato di collegamento tra i palazzi vaticani e Castel Sant’Angelo) con la Porta Sancti Petri (uno dei principali accessi alla Città Leonina). Allo stesso tempo, si è stabilito di mantenere il prospetto delle due facciate storiche dell’edificio risalente al pontificato di Pio ix (su via di Porta Angelica e su via di Sant’Anna).
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui