Musei Vaticani: in mostra la Tovaglia del Perdono "dipinta ad ago"
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
È destinato a rivestire l’Altare della Cattedra il pregiato tovagliato in lino al centro della piccola, ma singolare mostra allestita per 18 giorni, fino al prossimo 17 febbraio, nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana. Fa memoria di Matilde di Canossa, “onore e gloria d’Italia”, ultima discendente di una potente dinastia feudale, abile mediatrice nella secolare lotta tra impero e papato, prima donna ad essere sepolta nella Basilica Vaticana accanto ai pontefici pur non essendo stata mai proclamata ne’ santa, ne’ beata.
In un'epoca di grandi dialettiche interne alla cristianità, con denunzie di irregolarità nell'elezione papale, lacerazioni e scomuniche, Matilde, vissuta tra il 1046 ed il 1115 prese decisamente posizione a favore della riforma morale del clero promossa in particolare da Gregorio VII, agendo concretamente in favore della pace.
Il lino dipinto ad ago
La Tovaglia del Perdono in lino bianco, “dipinta ad ago”, è stata realizzata dal circolo culturale “Reggio Ricama” in ricamo matildico, ispirato cioè alle miniature del poema di Donizone, codice custodito o dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, che narra le vicende di Matilde e dei suoi antenati e ricorda il perdono concesso a Canossa esattamente 947 anni fa, il 28 gennaio 1077, da Papa Gregorio VII all’imperatore Enrico IV penitente davanti alle mura del castello appenninico della “Gran Contessa”. "Un opera di alto artigianato che recupera una tradizione plurimillenaria" l'ha definita il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta.
L’arte che guarisce
Il recupero della tradizione di questi ricami si deve all’intuizione della psichiatra reggiana, Maria Bertolani Del Rio che negli anni Trenta del secolo scorso a Reggio Emilia presso l'Istituto "San Lazzaro" sperimentò significativi progressi di autonomia in ragazze e ragazzi affetti da varie patologie mentali, coinvolgendoli nella produzione di ricami ispirati alle forme e ai motivi ornamentali delle architetture romaniche e medievali legati alla mitica epoca di Matilde di Canossa. È nata così l'Ars Canusina o Ricamo Matildico. "Abbiamo copiato dal Codice di Donizone custodito in Vaticano: ogni punto dato al ricamo di questa Tovaglia che sarà posta sull'Altare della Cattedra - spiega Sandra Cosmi, presidente di Reggio Ricama - è una preghiera, un modo di pregare".
"In un'epoca dominata dalla tecnologia i mestieri e l'artigianato preservano antiche tradizioni e competenze", ha detto il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro. "Il tempo nell'artigianato ha una dimensione di grande valore. Non si va di fretta. L'artigianato è un antidoto agli affanni. Questi ricami sono una preziosa testimonianza del 'sapere' con le mani".
In dono al Papa
La Tovaglia del Perdono sarà donata a Papa Francesco e solennemente consegnata alla Basilica Vaticana il prossimo 22 febbraio, nel giorno della Festa della Cattedra di San Pietro. In mostra anche uno dei paramenti che accompagnerà il dono della tovaglia, un ritratto secentesco di Matilde di Canossa, un celebre frammento dell’epigrafe che si riferisce alla donazione allodiale (cioè "libera)" dei beni della “Gran Contessa al Papa” e il già citato Codice di Donizone proveniente dalla Biblioteca Vaticana che insieme al Capitolo della Basilica Vaticana, alla Fabbrica di San Pietro ha collaborato a questo progetto, curato da Fernando Giuseppe Miele con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.
Sul contenuto dell’esposizione si sofferma monsignor Tiziano Ghirelli, canonico della Basilica di San Pietro in Vaticano, già direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Reggio Emilia e già membro del comitato per la valorizzazione dei progetti presso l’Ufficio Nazionale della Cei:
“Dai depositi dei Musei Vaticani esce dopo anni di nascondimento il ritratto di Matilde di Canossa a cavallo è una tela seicentesca di scuola romana ispirata al dipinto di Paolo Farinati, destinato alla tomba della Contessa nella chiesa abbaziale di San Benedetto Po (in provincia di Mantova), la sua prima sepoltura. Poi dalle Grotte della Basilica di San Pietro proviene una epigrafe frammentaria della donazione allodiale dei beni matildici al Papa: un testo che dopo 500 anni circa viene ricomposto per questo evento espositivo in maniera originalissima e di grande impatto emotivo. Eccezionalmente inoltre, viene concesso dalla Biblioteca Apostolica Vaticana l'antichissimo Codice Vaticano Latino 49 22 ed è un codice di Donizone, monaco benedettino che viveva Canossa. È una sorta di album di famiglia, miniato in modo eccezionale, appartenuto alla famiglia Canossa, opera dello scriptorium del monastero reggiano di San Prospero. Questo codice pergamenaceo è databile agli anni tra il 1111 e il 1116. Infine troveranno spazio anche i manufatti liturgici realizzati da maestre e allieve di “Reggio Ricama”, questo laboratorio, circolo culturale che si dedica all'arte del ricamo, in questo caso l'arte del ricamo cosiddetto canusino, perché si rifà a dei motivi ispiratori trovati appunto nel codice stesso. Questi manufatti liturgici sono destinati alla Basilica papale di San Pietro. Già ne sono state consegnate due di tovaglie, ma in questa occasione verrà consegnata la Tovaglia del Perdono e un insieme di abiti liturgici, quindi un camice, una casula, le dalmatica, la mitria, il piviale, eccetera.
Tutto quello che lei ci descrive ci ricorda il nesso inscindibile tra arte e liturgia…
Non si può non ricordare l'intervento profetico del santo Papa Paolo VI nella Cappella Sistina nel 1964, quando parlò agli artisti cercando, ipotizzando, auspicando di riallacciare il dialogo tra la Chiesa e l'arte, l'architettura. Riallacciarlo proprio in questa direzione. Non dobbiamo mai perdere di vista l’obiettivo del patrimonio culturale della Chiesa, sia esso architettonico, artistico, musicale, canoro, archivistico, anche legato alle biblioteche. L'obiettivo è la trascendenza, il soprannaturale. Sia le tovaglie per la mensa eucaristica dell'Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro, ma anche tutto il parato liturgico, gli abiti liturgici, devono tener conto del fatto che il culto terreno è immagine e copia del culto celeste. L'immagine dipinta o scolpita è solo un riflesso del prototipo di cui è figura. Così la liturgia che celebriamo è copia di quella celeste.
Questa tovaglia sarà donata al Papa, sarà consegnata il 22 febbraio, nel giorno della Festa della Cattedra di San Pietro, ed è destinata all'Altare della Cattedra di San Pietro. Come questi manufatti si calano nell’attualità dei nostri giorni?
Dire tovaglia vuol dire “Ultima Cena”, vuol dire mensa, vuol dire esaudire il comando, la consegna di Gesù: “Fate questo in memoria di me”. Abbiamo attivato un pool di aziende che ci consentiranno di far pervenire un aiuto alla Elemosineria Apostolica per le attenzioni che il Santo Padre manifesta a chi vive nel disagio. Poi c'è un secondo modo per attualizzare il tema delle Tovaglie del Perdono. Perdonare è difficile, soprattutto se ti ammazzano una figlia, una madre, un padre, un marito. Quindi abbiamo individuato per l'occasione della presentazione della mostra due famiglie che vivono con particolare difficoltà questo tema del perdono. Hanno perduto violentemente un proprio caro.
Si tratta della famiglia di una mamma uccisa dal proprio compagno lasciando un bimbo di quattro anni e della famiglia di un giovanissimo papà falciato sulla strada da persone ubriache e drogate alla guida di un'auto. Per loro, quindi, abbiamo pensato a una giornata a Roma, il 31 di gennaio. Prima l'udienza dal Santo Padre, poi la visita alla Basilica di San Pietro e infine la loro presenza come ospiti graditissimi all'inaugurazione della mostra ai Musei Vaticani. Confidiamo così di dare un contributo a trasformare la ferita in una feritoia.
Questo tovagliato pregiato in lino destinato a rivestire l'Altare della Cattedra, fa memoria della “Gran Contessa” Matilde di Canossa, la prima donna ad essere sepolta in San Pietro…
Matilde di Canossa dal XVII secolo è sepolta nella basilica di San Pietro. È una delle quattro donne che hanno avuto il privilegio di essere sepolte vicino alla tomba dell'apostolo Pietro. Il ricamo sia delle tovaglie, come anche delle vesti liturgiche, trova ispirazione dalle iconografie, dalle miniature e dai decori presenti nel codice di Donizone. Fin dall'inizio, in epoca romanica, queste decorazioni del codice erano motivo di ispirazione per l'architettura romanica e all'inizio del secolo scorso, grazie alla dottoressa Bertolani Del Rio, le sue allieve presero le mosse da questi decori per cominciare a trasferire dal materiale lapideo al materiale tessile questi decori di Ars Canusina (artigianato artistico delle antiche terre di Matilde di Canossa, ndr.). Il ricordo va sempre al momento della contessa Matilde di Canossa, al suo vissuto, quando lei stessa fu una grande committente per tanti edifici liturgici, abbazie, basiliche, badie. Questo motivo iconografico è arrivato fino a noi oggi.
Può questa mostra aiutarci ad entrare in un clima di preparazione in vista del Giubileo del 2025?
Credo assolutamente di sì. Abbiamo un altro progetto per una quarta tovaglia. Questi manufatti vogliono essere un segno di grande spessore, di grande profondità. Si tratta di una tovaglia destinata all'Altare della Confessione che è sotto il ciborio di Bernini. È più corretto chiamarlo ciborio più che Baldacchino. Si tratta dell’altare presso il quale celebra sempre, quando è possibile, il Santo Padre. Sarà la Tovaglia della Promessa che verrà consegnata al Santo Padre in occasione del Giubileo. Giubileo vuol dire per noi la promessa del perdono. Giubileo, Porta Santa, significano un invito alla speranza, alla promessa che il Signore ha fatto di essere perdonati. Naturalmente con una condizione previa l'umiltà: un’umiltà che vuol dire però consapevolezza dei propri limiti. Non per niente delle cinque porte che sono nel portico della Basilica vaticana, la Porta Santa e quella più piccola. Così pure in tutte le altre tre basiliche che sono a Roma che sono collegate, anche per il significato di questa dimensione piccola, alla porta della Basilica della Natività a Betlemme. Dire “porta piccola” vuol dire che tu per entrare in quella porta ti devi chinare, devi renderti piccolo, nel senso di essere consapevole che tu sei limitato, sei creatura e non Creatore.
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