Una "merenda" con i poveri di San Pietro, fra Agnello Stoia: momento di ascolto e amicizia
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Un cuscino, una fetta di crostata e una tazza di tè: tanti piccoli “salotti” per vivere un pomeriggio di serenità e di amicizia e mettere da parte, almeno per qualche momento, il peso della solitudine e dell’indifferenza. È questo il dono che nella giornata di ieri, lunedì 25 marzo, inizio della Settima Santa, l’Elemosineria Apostolica e la parrocchia di San Pietro hanno voluto offrire ai poveri che tutti i giorni gravitano intorno alla Basilica vaticana. Un centinaio gli inviti che erano stati fatti, 75/80 le persone che hanno risposto con la loro presenza.
Luogo di questa speciale "merenda" è stato il “Cortile dei Frati” all'interno del complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, a cui è stato possibile accedere grazie alla disponibilità e alla collaborazione del Commissario straordinario dell’Asl Roma 1, Giuseppe Quintavalle. Con l'elemosiniere pontificio, il cardinale Konrad Krajewski, e il parroco della Basilica, fra Agnello Stoia, tanti volontari si sono seduti insieme con i poveri per dialogare e ascoltare le loro storie. Oltre alle doccie, ai servizi di assistenza sanitaria, alla fornitura di vestiario e di cibo da parte dell'Elemosineria e di varie associazioni, sono occasioni come queste che fanno sentire parte di una comunità, persone per cui la vita è particolarmente dura. Ai media vaticani, fra Agnello descrive il pomeriggio vissuto:
Fra Agnello, ieri l'elemosiniere Krajewski e la parrocchia di San Pietro che lei guida hanno voluto offrire ai poveri che vivono intorno alla Basilica, un pomeriggio diverso. Ma che momento è stato?
È stato un momento inserito nel contesto della Settimana Santa che inizia con Gesù a casa dei suoi amici. Lo abbiamo intitolato infatti "Con Gesù a Betania, in casa di Lazzaro". In casa di Lazzaro, Gesù trova il calore dell'amicizia e trova soprattutto Marta e Maria, la prima che l'ascolta e l'altra che lo serve. E allora abbiamo voluto condividere con i nostri amici poveri tutto questo. Li abbiamo accolti come Gesù in un bel posto, idealmente a casa di Lazzaro, e c'erano delle persone che ascoltavano le loro storie, quindi facevano da Maria e altre che li servivano facendo da Marta. È stato un momento molto bello, una coccola ai nostri amici poveri, volendo entrare così con loro nella Settimana Santa. Gesù, tra l'altro, proprio nel Vangelo di ieri, laddove gli altri rimproveravano Giuda per l'uscita che Giuda fa quando si lamenta: "Insomma, tutto questo profumo... si spreca, si poteva dare ai poveri... ", Gesù dice di Maria: "lasciatela stare, perché i poveri li avete sempre con voi...".
Colpisce il fatto che il pomeriggio sia stato vissuto all'aperto. Perché questa scelta, perché era importante che fosse all'aperto?
All'aperto perché i nostri amici poveri vivono per strada. Infatti, abbiamo allestito non dei tavoli, non delle strutture, ma dei cuscini colorati da appoggiare a terra. C'era una tovaglia nel centro e sulla tovaglia dei fiori e delle uova pasquali, un po' come un tavolino, però a terra, perché la strada è il luogo dove vivono i poveri e la strada è il luogo dove li abbiamo voluti incontrare e dove abbiamo voluto ricreare questi piccoli salottini. È stato molto bello portare i poveri in uno spazio dove sostanzialmente era la normalità l'accoglienza dei poveri. Qualche secolo fa quando è nata, la struttura del Santo Spirito è nata per i pellegrini, è nata per i poveri perché si ricoverassero sotto quegli archi e ieri sembrava di riportare un po' questo luogo alla sua storia originaria.
Quali sono stati i commenti, le reazioni dei partecipanti, che cosa vi hanno detto?
I poveri che erano presenti hanno raccontato la loro storia. Delle storie molto belle, molto incisive. Ci hanno colpito. Certamente don Konrad conosce molto bene tutte queste situazioni, perché come Elemosiniere gira tanto e conosce molto più di me questi poveri. Ricordo che quando a dicembre abbiamo organizzato una cena per i poveri sotto il colonnato di San Pietro, il commento positivo da parte loro era non solo per il piacere di aver mangiato qualcosa di buono, ma soprattutto perché avevano potuto vivere un momento di compagnia insieme agli altri. E allora il fatto che questi amici abbiano potuto ieri parlare di sé e abbiano potuto parlare tra loro, che abbiano potuto rompere un po' il muro di solitudine che di solito li circonda, è stata una cosa molto bella. Erano tutti molto contenti, molto felici anche di portarsi via con sé il dono di questo cuscino, che ovviamente fa sempre comodo specie a chi vive per strada. Ma è stato bello anche per chi ha ascoltato, cioè le persone che hanno fatto da Maria, che sono rimaste molto colpite dalle esperienze e così le persone che hanno servito tra cui c'erano anche dei ragazzini che vengono a catechismo. Tutti veramente molto molto felici dell'esperienza vissuta.
Insomma si dà, ma si riceve anche a contatto con i poveri...
Certamente, perché servire i poveri evangelizza. Papa Francesco ci ricorda spesso che i poveri ci evangelizzano perché i poveri hanno il lievito del Vangelo, ce lo annunciano. Gesù ci dice "i poveri li avete sempre con voi" e i poveri ci ricordano il Signore a cui noi dobbiamo l'unzione dell'ascolto. I poveri sono una benedizione, sono un richiamo per noi alla presenza del Signore nel mondo. Gesù nel Vangelo dice che Lui si manifesta nelle necessità dei fratelli, no? Avevo fame o sete, ero carcerato, ero nudo, ero malato. Per cui quando noi incontriamo dei poveri e diventiamo loro amici, sappiamo che tramite essi c'è una manifestazione da parte del Signore. E poi sono anche un richiamo perché sappiamo farci "eucarestia", sappiamo "spezzarci", sappiamo ascoltare.
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