Giovani e ambiente, la pace passa dal futuro del pianeta
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
Il grido della terra è assordante: un grido di dolore e di aiuto, ma anche di speranza. La speranza che i giovani del mondo rappresentano e che tramite il loro impegno si può trasformare in armonia tra uomini e ambiente, ma anche in pace tra gli stessi uomini. È il messaggio che è stato trasmesso ieri, lunedì 15 aprile, durante l’evento “I giovani motore della conversione ecologica”, primo appuntamento di una serie di incontri dedicati alla cura del creato. Attraverso il dialogo intergenerazionale tra rappresentanti di Italia e Santa Sede e giovani attivisti, il convegno ha approfondito il cambiamento culturale necessario negli stili di vita e nelle politiche, secondo un impegno individuale e collettivo, per contrastare con urgenza e determinazione la crisi climatica.
Binomio ambiente-giovani
“L’alleanza tra giovani e natura è importantissima. L’ambiente si sta deteriorando e i più svantaggiati saranno proprio i giovani”. Monsignor Domenico Sorrentino, presidente del Comitato The Economy of Francesco e vescovo della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, spiega come sia nell’interesse dei giovani investire forza e creatività per la causa dell’ambiente, anche se la crisi ambientale coinvolge tutti. “È quello che stiamo constatando in The Economy of Francesco - prosegue monsignor Sorrentino - un grande movimento di sensibilizzazione mondiale che il Papa ha voluto affidare ai giovani per farne una loro impresa specifica. Con lui i ragazzi hanno siglato un patto declinato in tanti punti, tra questi diversi sono dedicati proprio all’ambiente”. Un impegno costante, dunque, per raggiungere l’obiettivo: “Ce la metteremo tutta. Ormai il movimento è esteso in tutto il mondo, ancora non si percepisce appieno la sua forza, ma speriamo di farla emergere presto: sarà sicuramente una bella sorpresa per il futuro e un grande investimento”.
Salvare il creato
Come riuscire, allora, a rafforzare il messaggio verso la cura dell’ambiente? Per monsignor Sorrentino, “dobbiamo servirci dei vari strumenti di comunicazione. I giovani vivono questo tempo, in cui i social sono una parte rilevante delle relazioni. Poi c’è il discorso del passaparola, che qualche volta può essere addirittura più incisivo: negli ambienti e nei contesti specifici, dove le problematiche sono più visibili, c’è la possibilità che ci si responsabilizzi meglio. Naturalmente, bisogna anche far passare l’idea che il problema c’è, ma si può risolvere: spesso vediamo la fatica che fanno gli Stati nel trovare un accordo, vediamo che i problemi aumentano sempre di più. Potremmo essere spinti a rassegnarci, invece no: non ci dobbiamo rassegnare, soprattutto da cristiani: siamo il popolo della speranza, il popolo della risurrezione”.
Un cambiamento politico
Ospite del convegno anche Cecilia Dall’Oglio, rappresentante del movimento Laudato Si': “I giovani sono il presente e il futuro, coinvolgerli è fondamentale”. Dall’Oglio sottolinea il lavoro di Francesco per la preservazione del Creato: “Il Papa non sa più che parole e che gesti utilizzare. Abbiamo avuto anche il dono dell’esortazione apostolica Laudate Deum prima della Cop29 di Baku, è stato l’ennesimo appello ad ascoltare la voce della terra, un richiamo alla responsabilità da parte degli Stati e della governance mondiale e all’importanza di un cambiamento a livello politico. Senza nulla togliere, ovviamente, alla rilevanza degli stili di vita e della conversione ecologica che, come dice il Papa, rimane centrale, ma dobbiamo avere anche un impatto sulla politica se vogliamo avere cambiamenti strutturali”.
Un’energia di pace
Per Dall’Oglio, dunque, è fondamentale che la politica si attivi e un momento fondamentale sarà quello dedicato alle elezioni europee del prossimo giugno. “Il tema della cittadinanza attiva va di pari passo con quello della cittadinanza ecologica - racconta - Sicuramente la partecipazione dal basso può aiutare a far sentire la nostra voce”. Tanti spunti di valutazione, ma anche proposte concrete: “Noi come movimento Laudato Sì chiediamo innanzitutto la sottoscrizione del trattato di non proliferazione dalle fonti fossili, perché crediamo che sia necessario accelerare la transizione ecologica. Chiediamo, inoltre, che ci sia la partecipazione della società civile. L’altro aspetto su cui puntiamo fortemente è la coerenza, reclamando lo stop del finanziamento pubblico a nuove estrazioni di combustibili fossili che foraggiano i conflitti: è importante una transizione ecologica che porti a una energia di pace”.
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