Gallagher: dal Consiglio d’Europa un contributo decisivo per la pace
L’Osservatore Romano
La Santa Sede ha seguito da vicino il processo di integrazione europea sin dalla fondazione del Consiglio d’Europa, esprimendo «profondo interesse» per il suo lavoro come progetto di pace. È quanto affermato dal Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, arcivescovo Paul Richard Gallagher, nel suo intervento oggi a Strasburgo per la riunione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa nell’ambito delle celebrazioni del 75mo anniversario della nascita di questa organizzazione.
Gallagher ha voluto ricordare le visite di Giovanni Paolo II e Papa Francesco al Consiglio d’Europa, menzionando in particolare le parole di quest’ultimo sulla “profonda speranza” di “una nuova cooperazione sociale ed economica” che sia “capace di confrontarsi con un mondo globalizzato incoraggiando al contempo il senso di solidarietà e carità reciproca che è stata una caratteristica distintiva dell’Europa”. Parole attuali, secondo Gallagher, nel contesto di «impreviste sfide che si trova ad affrontare l’Europa, in particolare alla luce del prolungato conflitto tra Russia e Ucraina. La Santa Sede — ha detto —, mentre continua i suoi sforzi umanitari, specialmente nel facilitare il rientro dei bambini ucraini nel loro Paese, riafferma la sua solidarietà e le preghiere per la popolazione ucraina».
Il presule ha evidenziato poi come la Santa Sede segua con particolare attenzione la nuova convenzione sull’Intelligenza artificiale, perché come auspicato dal pontefice la regolamentazione del settore contribuisca a “nuovi e creativi approcci” in grado di aiutare a porre fine alle guerre e ai conflitti. «Il multilateralismo può e deve essere rinnovato, specialmente prestando un’attenzione particolare all’inviolabilità della dignità di ogni persona umana e ai diritti umani universali», ha detto Gallagher, secondo cui i 75 anni del Consiglio d’Europa possono mettere in luce «il ruolo decisivo di questo Consiglio nel contribuire ad una pace duratura così necessaria per questa amata Europa».
Adottato a Strasburgo il primo trattato sull’IA
Intanto, sempre a Strasburgo, i ministri degli Esteri dei Paesi membri del Consiglio d’Europa hanno adottato oggi la prima convenzione internazionale, giuridicamente vincolante, volta a garantire il rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto e della democrazia nell’uso dei sistemi d’Intelligenza artificiale (IA). Il documento, che anche gli Stati extraeuropei possono ratificare, «definisce un quadro giuridico che copre l’intero ciclo di vita dei sistemi di Ia e affronta i rischi che essi possono comportare, promuovendo al contempo un’innovazione responsabile», si evidenzia a Strasburgo. La convenzione «garantirà che l’intelligenza artificiale rispetti i diritti delle persone», ha dichiarato il segretario generale del Consiglio d’Europa, la croata Marija Pejcinovic. Il testo sarà aperto alla firma il 5 settembre a Vilnius.
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