“I Papi in onda”, la Radio Vaticana durante la guerra
Eugenio Bonanata - Città del Vaticano
S’intitola ‘The Popes on Air. The History of Vatican Radio from Its Origins to World War II’ (Fordham University Press), il nuovo libro di Raffaella Perin presentato stamattina all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede. “La ricerca è stata condotta sulla base di nuove fonti emerse in seguito all’apertura degli archivi sul pontificato di Pio XII”, ha precisato monsignor Dario Edoardo Viganò presidente della Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo che ha organizzato l’appuntamento assieme al Centro di ricerca Cast dell’Università Telematica Internazionale Uninettuno.
Nuovi aspetti
“Un approccio – ha proseguito Viganò – che consente di chiarire alcuni aspetti relativi ai rapporti tra papa Pacelli, la Segreteria di Stato e la direzione dell’emittente”. “Una iniziativa che cade nell’anno del 150.mo anniversario della nascita dell’inventore della Radio Vaticana, Guglielmo Marconi”, ha aggiunto l’Ambasciatore Francesco Di Nitto nei suoi saluti in apertura del convegno che via via ha illustrato le specificità dell’indagine pubblicata in lingua inglese per favorire la diffusione delle informazioni a livello globale.
Punti di vista
Per Raffaella Perin la Radio Vaticana può essere considerata una cartina tornasole del governo della Chiesa di Pio XII durante quegli anni. “Il libro – ha spiegato infatti l’autrice – mette in luce diversi aspetti riguardanti il rapporto della Santa Sede con i media e, attraverso il prisma di questo rapporto, la sua posizione durante il secondo conflitto mondiale”. Una posizione che il volume definisce ‘non univoca’. “La ricostruzione della struttura geografica e linguistica dei programmi della Radio Vaticana – ha osservato monsignor Viganò – ha permesso di sottolineare l’esistenza di diversi punti di vista sulla guerra e su quella che poteva o doveva essere la politica della Santa Sede”. La gestione della Radio Vaticana rifletteva anche la sensibilità della Compagnia di Gesù a cui era stata affidata fin dalla sua nascita. “Dalla ricerca – afferma ancora Viganò – è emersa una molteplicità di posizioni tra i gesuiti e i prelati che componevano l’entourage del Papa, nonché il ruolo del generale dei gesuiti, Włodzimierz Ledochowski, che lottò affinché la Radio Vaticana potesse continuare le trasmissioni nonostante le proteste dell’Ambasciata Tedesca”.
Il metodo d’indagine
Un capitolo è dedicato a come la Radio Vaticana ha trattato nelle sue trasmissioni la questione del razzismo, dell’antisemitismo e della distruzione degli ebrei in Europa. Si affronta anche il periodo dell’occupazione nazifascista di Roma, fino alla liberazione e all’annuncio della fine della guerra. Nell’epilogo, invece, si riassume quanto è stato possibile ricostruire sul potenziamento avvenuto negli anni Cinquanta.
Alla base dell’analisi c’è anche una questione fondamentale relativa al metodo di studio, che ha impiegato anche fonti sonore provenienti dagli archivi del Dicastero per la Comunicazione. Ed è stato Gianluca della Maggiore a illustrare questo aspetto della metodologia. “Per chiarire a fondo il rapporto del papato con i media, ma anche come i media hanno trasformato il papato, occorre utilizzare uno spettro di fonti ampio che renda capaci di analizzare i media, col loro linguaggio e la loro forma culturale peculiare, sapendo, nel contempo, cogliere la più ampia cornice nelle quali essi collocano i loro effetti”. Secondo Della Maggiore, “il lavoro di Perin, con le sue penetranti ricerche condotte anche grazie a fonti sonore oggi a disposizione, esemplifica al meglio quanto possa essere prezioso e foriero di frutti conoscitivi fecondi questo reciproco sollecitarsi e valorizzarsi tra le istituzioni archivistiche e la comunità degli storici”.
Custodire la memoria
Inoltre – ha concluso Della Maggiore – “il volume è in piena sintonia con la necessità segnalata da Papa Francesco di dedicare nuove risorse alla custodia e alla valorizzazione delle fonti audiovisive del mondo cattolico”. Il Santo Padre, infatti, prospettando la prossima istituzione di una Mediateca Apostolica Vaticana, ha più volte invocato una svolta culturale riguardo all’approccio generale degli archivi ecclesiastici verso le fonti audiovisive considerate come ‘preziose testimonianze del passato’.
Radio per la pace
Durante la presentazione anche l’intervento del Colonnello Paolo Storoni, Capo divisione del Dipartimento Relazioni Internazionali della DIA, che ha parlato del suo impegno professionale nel corso della guerra dei Balcani, illustrando in particolare l’esperienza di ‘Radio West’ impiantata in Kosovo per facilitare la missione delle forze armate impegnate sul terreno tra le due etnie in conflitto. “Una delle fonti ispiratrici di questa radio – ha raccontato – è stata proprio la Radio Vaticana, al fine di impiegare lo strumento in modo intelligente e proficuo promuovendo i valori di incontro e di convivenza pacifica”.
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