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Il cardinale Parolin (foto d'archivio) Il cardinale Parolin (foto d'archivio)

Parolin: dialogo tra culture e promozione della pace attraverso i valori dello studio

Il segretario di Stato intervenuto all’Università Urbaniana per celebrare i 140 anni della Scuola vaticana di Paleografia, diplomatica ed archivistica e i 90 della Scuola vaticana di Biblioteconomia. “Servizio alla cultura, competenza, entusiasmo” i tre spunti di riflessione per proseguire il lavoro nel presente, dinanzi alle sfide della contemporaneità e delle tecnologie, e anche nel futuro

Vatican News

Non due scuole “di retrovia”, con uno sguardo rivolto più al passato che al presente, “più alla conservazione dei documenti storici che a un’efficace incidenza sulla cultura dell’oggi”, bensì due “benemerite” Scuole, emanazione di “grandi” istituzioni da cui ricevono “potenzialità davvero significative in documenti e professionalità” e che possono contribuire, attraverso i valori dello studio, alla “costruzione del dialogo tra le culture” e alla “promozione concreta della pace”. Con queste parole il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, ha salutato la Scuola vaticana di Paleografia, Diplomatica ed Archivistica e la Scuola vaticana di Biblioteconomia che celebrano rispettivamente i 140 e i 90 anni dalla istituzione. Il porporato è intervenuto nel pomeriggio alla Pontificia Università Urbaniana ad un evento nell'auditorium alla presenza di docenti, allievi e ospiti, che in mattinata avevano partecipato all’udienza nel Palazzo Apostolico vaticano con il Papa.

La Santa Sede fiera delle due Scuole 

La Santa Sede “può essere fiera” di queste due Scuole di formazione, ha detto Parolin: esse “hanno contribuito a preparare nel passato fino ad oggi ottimi docenti e ricercatori nei campi degli studi storico-umanistici, ma anche ottimi funzionari distribuiti a vari livelli delle amministrazioni dei beni culturali, sia all'interno della Chiesa, che nel mondo degli archivi e delle biblioteche”.

Lo spirito di pace in mezzo alla violenza annientatrice

Il cardinale ha lodato anche “il grande sforzo di rinnovamento e di valorizzazione dei beni storici, librari, artistici”, nato da “un profondo spirito di pace e di collaborazione internazionale, anche a seguito dei frequenti e tragici eventi di guerra e di violenza, fisica e ideologica, che si sono ripetuti in un secolo davvero drammatico e che purtroppo continuano a ripetersi”. “Questa violenza annientatrice si è tragicamente rivolta agli esseri umani non solo per cancellarne le vite, ma anche per distruggerne le tracce di civiltà, di progresso, di riflessione, di ricerca della verità, che sono il segno altissimo della dignità umana e del suo mistero di apertura all'infinito”, ha affermato il segretario di Stato.

Formazione per i giovani

Ricordando la lunga storia delle due Scuole, ha rilevato come entrambe hanno prestato attenzione “non solo alla preservazione dei documenti che custodiscono, ma anche a una formazione specifica e ben motivata per le giovani generazioni, per i futuri archivisti e bibliotecari e per tutti coloro che vogliono approfondire le materie e le tecniche della trasmissione dei saperi”. “Non solo quindi conservare e valorizzare, ma anche formare, educare alla conservazione e alla valorizzazione: e farlo a contatto diretto, concreto con i documenti e i professionisti che se ne occupano in Archivio e in Biblioteca”.

Il valore delle testimonianze del passato rispetto al presente 

Sono due luoghi, dunque, le due Scuole che hanno creato e sostenuto negli allievi “la coscienza del valore immenso delle testimonianze del passato rispetto al presente”, ma che hanno “sempre tenuto conto dell'evoluzione tecnica e del progresso scientifico delle materie insegnate”, divenendo, anzi, in alcuni casi anche “apripista”.

Le sfide della modernità

Parolin ha anche guardato alle sfide che la contemporaneità pone di fronte, a cominciare da “una tecnologia sempre più presente ed efficace, ma anche problematica da gestire e da rendere veramente utile e non solo terreno di dispersione di forze e di parcellizzazione di notizie”. “Penso in tal senso – ha detto - a come siano decisive le fonti concrete e materiali che voi studiate proprio per la verifica di notizie e interpretazioni che la facilità e la velocità delle comunicazioni rendono spesso infide o anche solo superficiali”.

In spirito di servizio della cultura

Da qui alcuni spunti di riflessione: anzitutto, considerare i proprio studi e la formazione “non solo in chiave tecnica, ma anche in spirito di servizio alla cultura”: “Continuate a coltivare il vostro impegno formativo proprio in nome della difesa e della promozione di studi a tutti i livelli, a partire dai luoghi di base, dall'archivio di provincia alla biblioteca di quartiere, che con il vostro contributo potranno diventare punti di riferimento per la formazione alla cittadinanza, per la costruzione del dialogo tra le culture e di promozione concreta della pace proprio attraverso i valori dello studio”.

Competenza ed entusiasmo

Poi, secondo spunto, affinare sempre di più la competenza, quale “valore centrale sia a livello professionale che nell’atteggiamento con cui affrontare il delicato passaggio culturale che stiamo vivendo”. “La competenza vuole infatti anche concretezza nelle scelte e capacità di applicazione; ed è parte integrante della maturità professionale”, ha detto Parolin. Il quale, infine, ha sottolineato che serve anche un certo “entusiasmo” per affrontare “percorsi che diventino davvero di alta formazione e che siano intensi e impegnativi”; insieme a questo, “una passione per i libri e per i documenti, per gli studi e gli uomini e le donne che essi rappresentano e testimoniano”. “Questo entusiasmo e questa passione sono un ingrediente fondamentale che rende viva e vitale la vostra competenza”.

“La Santa Sede – ha assicurato il segretario di Stato - è qui anche a sostenere questo sforzo, che è istituzionale, ma anche profondamente umano e cristiano”.

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13 maggio 2024, 19:45