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Il cardinale Pietro Parolin a Palazzo Borromeo Il cardinale Pietro Parolin a Palazzo Borromeo

Parolin: preoccupa l’attacco al premier slovacco Fico, sembra che non ci sono più limiti

Il segretario di Stato, a margine del Forum economico dei giovani dell’Ucid all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, commenta l’aggressione a danno del primo ministro ad Handlova: “Tutto questo porta ad aumentare la violenza”. Sulla guerra in Ucraina, il cardinale chiede spazi di dialogo e negoziato: “Ma la volontà sembra sembra di voler continuare a combattere”. Mentre sulle inchieste in Liguria afferma: “La corruzione cancro che erode"

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Una violenza senza limite che desta grande inquietudine. Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, non nasconde la preoccupazione per l’aggressione che ha investito il primo ministro slovacco, Robert Fico, colpito gravemente da un 71enne con quattro colpi d’arma da fuoco oggi al termine di una riunione fuori sede del governo nella città di Handlova, a 150 km dalla capitale Bratislava. “Siamo veramente preoccupati per quanto sta succedendo, sembra che non ci sia più nessun limite”, commenta il cardinale a margine del Rome Summit, il forum economico promosso dai giovani dell'Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) a Palazzo Borromeo, sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede. “Davvero tutto questo porta ad aumentare la violenza, i rapporti sono sempre più violenti e sono sempre meno le speranze di costruire rapporti sereni di pace”, dice il porporato.

La situazione in Ucraina e la Conferenza di pace in Svizzera 

Una riflessione che si potrebbe ben applicare anche alla situazione in Ucraina, dove proseguono gli attacchi russi, specialmente via aerea e specialmente nella regione di Kharkiv. “Anche lì – osserva Parolin – il grande problema è quello di trovare spazi di dialogo, spazi di negoziato, che per il momento non si vedono. Anzi, sembra che la volontà sia quella di continuare a combattere". Il segretario di Stato guarda alla Conferenza di pace che si terrà il 15 e 16 giugno in Svizzera: “Vediamo un po’ a cosa porta, se innesca qualche movimento verso la pace”. La Santa Sede sarà presente, annuncia; ancora non è stato deciso chi vi parteciperà ma certamente ci sarà come c’è sempre stata nei precedenti incontri “a livello di Consiglieri della Sicurezza”. “Ma siamo osservatori e soprattutto concentrati sugli aspetti umanitari di questo piano di pace”, sottolinea il cardinale.

"Dialogo" sullo scambio di prigionieri

Quanto allo scambio di prigionieri ucraini e russi, iniziativa auspicata da Papa Francesco nell’ultimo Regina Caeli di domenica 12 maggio, il cardinale Parolin fa sapere che “ci sono stati scambi di liste”, ma, aggiunge, “non so se a questi corrispondano azioni concrete. Credo di sì, forse con abbastanza lentezza. Comunque c’è questo dialogo a livello di prigionieri”.

Contro la corruzione serve formazione all'onestà

Interpellato invece sulle inchieste anti-corruzione in Liguria, che vedono indagato il presidente della Regione Giovanni Toti, Parolin ribadisce le parole del Papa sulla corruzione come “un cancro che erode il vivere civile”. “Credo che davvero ci vuole davvero la capacità di essere onesti” e, insieme a questo, anche “una formazione all'onestà, alla trasparenza e alla limpidezza. È un auspicio che ci sentiamo tutti spronati ad essere amministratori, cittadini e politici onesti”.

La spinta dei giovani a un'economia diversa

Un passo avanti in tal senso può essere anche il forum economico di oggi a Palazzo Borromeo. Il segretario di Stato vaticano osserva con favore alla spinta del movimento giovanile dell’Ucid a raccogliere le indicazioni e le sfide lanciate dal Papa: “È un segno positivo, questo, tra i tanti negativi a cui assistiamo: c’è qualcuno che vuole dare una impronta diversa, un’economia inclusiva dove al centro c’è la persona, la sua dignità, i suoi diritti, dove l’economia serva alla crescita di tutti e di tutte le categorie”.

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15 maggio 2024, 17:55