Giovanni Paolo II, Parolin: suo desiderio era aprire orizzonti di speranza in Africa
Vatican News
Il ruolo centrale della persona umana nell'insegnamento di Giovanni Paolo II, nella Dottrina Sociale della Chiesa e anche nel lavoro svolto dal John Paul II Justice and Peace Center (JP2JPC) di Kampala, Uganda, fondato nel 2006 su iniziativa di sette congregazioni religiose operanti nel Paese africano e ispirato all'esortazione post-sinodale Ecclesia in Africa (1995). Sono stati questi i temi al centro dell'intervento del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, ieri mercoledì 22 maggio, alla cerimonia di consegna del Premio San Giovanni Paolo II.
L'evento si è svolto nella Sala Regia del Palazzo Apostolico in Vaticano e ha visto come vincitore della prima edizione del riconoscimento padre Leonard Olobo, presidente del John Paul II Justice and Peace Center, realtà impegnata da anni per promuovere la giustizia sociale e la pace in Uganda. Il religioso ha ricevuto il diploma e la statuetta della prima edizione del Premio San Giovanni Paolo II dalle mani del cardinale Parolin. Prima della cerimonia, accompagnato da monsignor Pawel Ptasznik, presidente della Fondazione vaticana Giovanni Paolo II, e dalla professoressa Hanna Suchocka, membro del Giuria del Premio, è stato ricevuto in udienza da Papa Francesco, con il quale - riferisce una nota della Fondazione - ha discusso delle attività del centro di Kampala e del lavoro per la giustizia e la pace in Uganda e in Africa.
Parolin: il lavoro del JP2JPC a Kampala, realizzazione della missione auspicata da Wojtyla
Alla cerimonia, olte a Parolin hanno partecipato il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, esponenti del clero della Polonia e del mondo, tra cui l'arcivescovo Marek Jędraszewski di Cracovia. Nel suo discorso Parolin ha sottolineato che la Dottrina sociale cattolica non è una terza via tra il capitalismo liberale e il collettivismo marxista, ma una realizzazione profetica dell'insegnamento contenuto nel Vangelo. "Se vogliamo descrivere il rapporto tra San Giovanni Paolo II e l'Africa, possiamo dire che Giovanni Paolo II mirava soprattutto ad aprire orizzonti di speranza in questo continente", ha detto il porporato, indicando la continuità di questo messaggio da parte dei Papi Benedetto XVI e Francesco. Il segretario di Stato ha anche affermato che "senza dubbio" il lavoro del JP2JPC a Kampala, in Uganda, è una realizzazione concreta di questa missione.
Impegno sociale, economico e politico
Da parte sua, il cardinale Koch ha lodato il lavoro del John Paul II Justice and Peace Center nel campo sociale, economico e politico dell'Uganda, ribadendo che la creazione e il lavoro dell'organismo traggono linfa dagli insegnamenti sociali di Giovanni Paolo II. Invece l'arcivescovo Jędraszewski, responsabile della Fondazione vaticana Giovanni Paolo II, nell'aprire la cerimonia, ha sottolineato che attraverso la concessione ciclica del premio, la Fondazione vuole sostenere persone e istituzioni che si rifanno all'eredità di Wojtyla o che si ispirano a lui: "Attività come quelle portate avanti da JP2JPC sono una testimonianza della realizzazione pratica dell'insegnamento" del Pontefice santo. Nel suo discorso, padre Olobo ha sottolineato l'importanza del sostegno internazionale al lavoro di giustizia e pace: "Preghiamo e agiamo per continuare l'eredità di Giovanni Paolo II per la giustizia sociale in Uganda e in altri Paesi", ha detto.
Riflettere sui valori del mondo
La cerimonia di consegna del Premio San Giovanni Paolo II non è stata solo un'occasione per onorare le azioni, ma anche per riflettere sui valori che dovrebbero guidare il mondo moderno, predicati da San Giovanni Paolo II durante il suo pontificato. Il Premio è stato istituito il 7 febbraio 2023 con una decisione del Consiglio di amministrazione della Fondazione vaticana per onorare persone, organizzazioni o iniziative che, nelle loro attività scientifiche, culturali e sociali, si ispirano all'insegnamento o all'ispirazione di Papa Wojtyla e contribuiscono alla promozione della sua eredità. L'obiettivo del riconoscimento è, dunque quello quello di sostenere attività e progetti che approfondiscano lo studio dell'insegnamento del Papa polacco e lo mettano in pratica.
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