La Santa Sede in Rwanda per un internet sicuro e inclusivo
Michele Raviart - Città del Vaticano
Evitare la frammentazione di internet, mantenendolo sicuro, unico e interoperabili e favorire l’inclusione digitale abbattendo i costi delle infrastrutture di informazione e comunicazione (ICT) e il digital divide. Sono questi alcuni dei punti su cui le massime autorità internazionali che si occupano di internet e di telecomunicazioni hanno discusso il 9 giugno a Kigali, capitale del Ruanda, nel meeting ai massimi livelli governativi (HGLM) dell’assemblea annuale dell’ICANN-80 Policy Forum, promosso dall’organizzazione che si occupa di gestire i domini e la rete a livello globale e che è in corso a livello di rappresentanza multi-stakeholder dal 10 fino al 12 giugno.
La delegazione della Santa Sede
Cinquanta le delegazioni che hanno partecipato, tra cui quella della Santa Sede, che è membro dell “Internet Corporation for Assigned Names and Numbers” dal 1994 con i domini .va e .catholic, oltre agli indirizzi IP pubblici necessari alla connessione internazionale, rappresentata da monsignor Lucio Adrian Ruiz segretario del Dicastero per la Comunicazione e dal delegato Ing. Francesco Masci direttore della Direzione Tecnologica dello stesso Dicastero.
Ridurre gli ostacoli all'accesso di internet
In particolare si è ribadito come la collaborazione tra diverse comunità tecniche e non tecniche sia essenziale per un sistema internet sicuro e aperto, anche grazie a 25 anni di evoluzione di collaborazione tra più attori istituzionali. Tra gli esempi virtuosi le politiche di riduzione di costi di accesso e di promozione di un internet unitario e multilinguistico portate avanti da India e Bangladesh. L’inclusione digitale, infatti, non può prescindere dalla formazione della popolazione, che attraverso l’ecosistema digitale può accedere alle opportunità sociali economiche e culturali offerte dalla rete. Indispensabile è anche la disponibilità di energia elettrica e dalla riduzione delle tasse sulle infrastrutture ICT, come testimonia ancora il Bangladesh e l’esperienza del Ciad.
Verso infrastrutture resilienti
L’ITU, l’agenzia delle Nazioni Uniti specializzata in informazione e tecnologie di comunicazione ha ribadito al meeting l’importanza di sostenere la resilienza delle infrastrutture di telecomunicazione, fondamentale durante la pandemia e dello sviluppo sostenibile del digitale. Allo stesso modo l’IETF, composto da tecnici e specialisti ha sottolineato che in un ecosistema digitale che coinvolge 4 miliardi di soggetti bisogna aumentare le occasioni di collaborazione per evitare che implementazioni tecniche non siano normabili e viceversa, si emanino leggi che non siano tecnicamente implementabili.
Connettere l'Africa
Tra i temi affrontati anche quello del continente africano, dove il 63% della popolazione vive ancora offline e, ha sottolineato l’Uneca – La Commissione economica per l’Africa dell’Onu – 476 milioni di persone vivono ancora in povertà. In questo senso l’ICANN ha ribadito quanto sia cruciale collaborare per concentrare gli sforzi su obiettivi comuni per sostenere i Paesi africani nello sviluppo di policy, promuovendo la diversità e l'inclusività, e fornendo le competenze necessarie per gestire i registri dei domini nazionali primari.
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