Musei Vaticani, in mostra il prezioso Reliquiario di Montalto
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
19 zaffiri, 20 rubini, 59 perle, 1 cammeo in calcedonio con la figura di Cristo benedicente. Sono le gemme che rendono unico un rarissimo capolavoro dell’oreficeria tardogotica francese esposto per tutta la stagione estiva nella Sala XVII della Pinacoteca Vaticana. Le scene della Passione decorano il Reliquiario di Montalto, un delicatissimo manufatto in cui fede, devozione, storia e orgoglio civico si intrecciano.
Il Reliquiario di Sisto V
Restaurato nel 2013 dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che lo ha anche revisionato nella struttura metallica e negli elementi smaltati in seguito al devastante sisma che ha comportato la chiusura del Museo Diocesano di Montalto nel quale era conservato, il prezioso oggetto di arte sacra fu donato nel 1586 da Papa Sisto V alla sua città natale nelle Marche.
Precedentemente, l'opera aveva attraversato l'Europa. Creata molto probabilmente dalla bottega di Jean du Vivier verso la fine del XIV secolo alla corte reale dei Valois a Parigi per la Cappella del Louvre, passò agli Asburgo del Tirolo, agli Este a Ferrara e infine a Venezia, presso il cardinale Pietro Barbo, che provvide a modificarne e ad integrarne la struttura. Eletto Papa nel 1464 con il nome di Paolo II, questi ne dispose il trasferimento a Castel Sant’Angelo, dove rimase per oltre un secolo, fino a che Sisto V non stabilì di farne omaggio a Montalto.
Verso il Giubileo
“Il Reliquiario – spiega il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta – è legato al nome di un Papa importante che noi intendiamo celebrare. Con questa esposizione desideriamo dare un 'là' al Giubileo del 2025, celebrando un Pontefice che, grazie a Domenico Fontana, suo architetto straordinario, ha dato un nuovo volto all’assetto urbanistico di Roma”.
Un'opera identitaria
L’opera divenne identitaria per la popolazione di Montalto nelle Marche tanto che, nel 1798, per impedire alle truppe francesi di riportarlo a Parigi, tra i cittadini ebbe luogo una vera e propria insurrezione e si arrivò al pagamento di un riscatto per scongiurarne il saccheggio. “I cittadini – ricorda ancora Barbara Jatta - difesero questo reliquiario fornendo alle truppe napoleoniche dell'oro per impedire loro di trasportarlo in Francia”
Catturano lo sguardo la preziosità dei materiali impiegati, la qualità artistica e la perizia esecutiva. Molto diffusa nell'oreficeria d'oltralpe, la tecnica del pointillée decora le ali degli angioletti posti in alto o la decorazione vegetale dell’incorniciatura, con motivi di piante come la calendula, il biancospino, la viola, il garofano, la rosa selvatica, il lino, simbolicamente riferibili alla Vergine Maria o alla Passione.
Dopo l’esposizione, presentata questo pomeriggio ai Musei Vaticani, il reliquiario sistino farà ritorno nella sede originaria espositiva del Museo Vescovile di Montalto, in provincia di Ascoli Piceno, ancora chiuso per lavori post-sisma. “La mostra – conclude il Direttore dei Musei Vaticani - è sicuramente prevista fino a settembre. Successivamente ai Musei Vaticani avremo altre iniziative giubilari. Ci auguriamo che per quella data il Museo Diocesano di Montalto Marche sia stato restaurato e che quindi il Reliquiario possa ritornare a casa, da quei cittadini così orgogliosi e fieri della loro appartenenza civica”.
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