Krajewski consegna l’ambulanza in Ucraina: un segno di speranza dal Papa
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Dopo lo sconforto provato ieri davanti alle tombe di tanti giovani sepolti nel cimitero di Ternopil, il tono di voce del cardinale Konrad Krajewski è profondamente cambiato grazie alla consegna all’ospedale di Zboriv, a circa 40 km da Ternopil, di un’ambulanza attrezzata come centro mobile di rianimazione. C’è infatti il sollievo di aver concluso una missione e di aver contribuito ad alleviare le necessità di un popolo molto provato dalla guerra.
“L’ospedale – spiega l’elemosiniere ai media vaticani – aveva chiesto al Papa un’ambulanza. La scelta è caduta su un mezzo dell’autoparco del Vaticano che veniva usata soprattutto durante le celebrazioni in Piazza San Pietro. È stata attrezzata di tutti gli apparecchi necessari per salvare la vita”. La consegna è avvenuta in un clima di profonda e sentita gratitudine, medici e responsabili dei vari reparti hanno salutato con favore l’arrivo del dono. Olha Yarmolenko, direttore del dipartimento della sanità della Regione di Ternopil ha spiegato al cardinale che due volte al mese arriva un treno dalle zone di guerra con i soldati feriti e per questo devono garantire 100 posti liberi ogni volta. “Per il trasporto dei feriti dalla stazione all’ospedale – aggiunge il porporato – ricorrono anche alle macchine private che però non sono attrezzate per salvare la vita e per questo l’ambulanza nuova è un dono importante per loro”.
Una Chiesa unita per la vita
“Ho consegnato le chiavi, il libretto di circolazione che è stato stampato alla dogana, dove ho dovuto spiegare bene il senso della nostra missione e solo allora tutte le difficoltà sono rientrate. Ora l’ospedale cambierà la targa del Vaticano alla targa ucraina”. L’ambulanza, aggiunge ancora Krajewski, sarà molto utile anche per le persone anziane, spesso sole e abbandonate, che con l’ambulanza del nosocomio non riuscivano ad avere le cure appropriate. Dopo la consegna ufficiale anche un piccolo ricevimento per ringraziare. “Nell’occasione ci hanno chiesto dei dispositivi medici per la somministrazione dell’ossigeno e appena tornerò in Vaticano provvederemo perché tutto questo serve a salvare vite”. “È stato un incontro piacevole al quale hanno partecipato rappresentanti di varie confessioni religiose, i greco-cattolici, membri della Chiesa latina, gli ortodossi, tutti uniti per salvare la vita, questa è la vera Chiesa che si unisce per salvare il prossimo perché il più grande comandamento è quello di amare Dio e il prossimo come te stesso”.
I generatori del Vaticano
La prossima tappa dell’elemosiniere è la consegna in un altro ospedale della zona di diversi farmaci di prima necessità e salvavita provenienti dalla Farmacia Vaticana e dalla Farmacia del Policlinico Gemelli, per fare poi ritorno a Leopoli e infine in Vaticano. Il messaggio forte che però il cardinale vuole consegnare è che l’impegno di molti donatori, all’inizio della guerra, ha dato i suoi frutti. “In Ucraina la corrente è limitata, ogni giorno manca per 9-10 ore, è una grande difficoltà per chi lavora, per i negozi, le case, non funziona nulla. I generatori di corrente, regalo del Vaticano, stanno invece funzionando perfettamente. Li avevamo acquistati due anni fa e poi inviati con dei tir, la Caritas aveva provveduto a distribuirli in particolare agli ospedali. È il segno che le donazioni sono arrivate a destinazione e questo per noi è un grande motivo di gioia”.
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