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L'arcivescovo Paul Richard Gallagher presiede la celebrazione eucaristica nella basilica di Aquileia L'arcivescovo Paul Richard Gallagher presiede la celebrazione eucaristica nella basilica di Aquileia

Gallagher: la cura e la lotta, due tratti distintivi dell’esperienza cristiana

I santi Ermagora e Fortunato incarnano due tratti distintivi dell’esperienza cristiana: la cura e la lotta. Lo ha detto ieri sera, 12 luglio, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, nella Messa presieduta nella basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia. L’Eucaristia ha concluso due giorni di celebrazioni in onore dei protomartiri aquileiesi

Vatican News

La cura e la lotta, due tratti distintivi dell’esperienza cristiana: lo ha evidenziato ieri sera, venerdì 12 luglio, l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, nella Messa presieduta nella basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia. La solenne celebrazione eucaristica si è tenuta in onore dei santi Ermagora e Fortunato, protomartiri aquileiesi, patroni dell’arcidiocesi di Gorizia, della Chiesa di Udine e della regione Friuli Venezia Giulia. Vissuti nel III secolo d.C., Ermagora e Fortunato furono, rispettivamente, primo vescovo e diacono di Aquileia.

La cultura della cura, via privilegiata per la pace

Della fede furono entrambi “pionieri”, ha detto l’arcivescovo Gallagher, sottolineando la loro “scelta di amore” in Cristo, e il loro essere immagine del Buon Pastore. “Il Buon Pastore - ha affermato il presule - è il modello della cura che Dio ha per noi”, nonché “della cura che noi dobbiamo avere per gli altri”. Una “cultura della cura” che “abbraccia ogni aspetto della nostra esistenza chiedendo a ciascuno di dare il meglio di sé”, ha spiegato Gallagher, e che va intesa come riconciliazione, guarigione, rispetto e accoglienza reciproca. Solo uscendo “dalle strettoie dei nostri egoismi” e dall’indifferenza che “troppo spesso ci paralizza il cuore”, infatti, la cura diverrà “una via privilegiata per la costruzione della pace nel mondo”.

Un momento della celebrazione
Un momento della celebrazione

Difendere la dignità umana e la giustizia

Ricordando, poi, la tragica morte di Ermagora e Fortunato, decapitati dopo essersi rifiutati di abiurare alla loro fede, monsignor Gallagher ha messo in risalto il loro lottare “contro lo spirito del mondo”, ovvero contro quella mondanità “alternativa e opposta al Vangelo”. Anche sotto questo aspetto, i due protomartiri aquileiesi - la cui vicenda è narrata dal tappeto musivo che orna il pavimento della locale basilica - sono un modello non solo per “i tanti cristiani perseguitati nel mondo in odio alla fede”, ma anche per ciascuno di noi, noi che ci troviamo a vivere “una battaglia interiore, un martirio della vita quotidiana” che si realizza “nel coraggio di testimoniare al mondo la verità della fede e della dottrina cristiana” e nell’adoperarsi per “difendere la dignità umana, la pace e la giustizia”.

La virtù cristiana della speranza

Il tutto, ha concluso l’arcivescovo Gallagher, con la consapevolezza di chi sa che “la nostra lotta non è vana né senza speranza perché tale combattimento ha già un vincitore: Gesù, colui che “ha sconfitto nella sua morte la forza del peccato” e che custodisce ogni uomo “come bene prezioso e non lo abbandona nelle valli oscure della sofferenza, dell’incertezza e di tutti i problemi che possono turbare l’animo”. Insieme al segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali - il quale prima della Messa, in piazza Capitolo, ha tenuto una Lectio magistralis sul tema “Aquileia Magistra Pacis - Un contrappunto alla diplomazia della Santa Sede” - hanno concelebrato l’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, e numerosi presuli del Triveneto e della Slovenia.

Due giorni di celebrazioni

La Messa ha concluso due giorni di solenni celebrazioni in onore di Ermagora e Fortunato, apertesi giovedì 11 luglio nella cattedrale di Udine, con i primi Vespri presieduti dall’arcivescovo locale, monsignor Riccardo Lamba. La celebrazione è stata arricchita dalla presenza delle croci astili delle Pievi storiche diocesane, ornate con nastri e fiori. Ieri mattina inoltre, sempre nella cattedrale di Udine, monsignor Lamba ha presieduto l’Eucaristia, contraddistinta dal canto della sequenza Plebs fidelis Hermacorae. Al termine, l’arcivescovo ha impartito, dal sagrato del duomo cittadino, la benedizione alla città.

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13 luglio 2024, 11:38